I CLASSICI A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Marzo, 2019 @ 1:53 pm


Detto altrimenti: Ulisse, un bel figlio di brava donna …   (post 3536)

E dire che a scuola Ulisse di qua, Ulisse di là … e poi il suo viaggio di ritorno: coraggioso, astuto: insomma un eroe moderno. E invece no. A Roma, oggi, direbbero un bel fijo de na m … be’ lasciamo perdere i dettagli. Perché lo maltratto così? State a sentire un po’:

  • si era finto malato per non partecipare alla guerra contro Troia, ma tale Palamede lo sgamò e dovette partire;
  • in battaglia non è che fosse sempre nelle prime file;
  • nelle gare di corsa dei giochi in onore del defunto Patroclo, fece sgambetto agli avversari;
  • truffò per accaparrarsi le armi di Achille, a danno di Aiace che se le sarebbe meritate, al punto che alla fine Aiace, per l’offesa subita, si suicidò;
  • per vendetta, fece accusare di tradimento Palamede, il quale fu condannato a morte.

E bravo Ulisse! E oggi sotto la guida della nostra Prof senza puntino Maria Lia Guardini abbiamo parlato della difesa che il sofista Gorgia (un siculo nato a Lentini) aveva immaginato in favore di Palamede: una dimostrazione pratica di un manuale teorico circa il potere terribile della parola (e dei media oggi, n.d.r.). Quelli i sofisti a scuola ci avevano insegnato che erano gente così e così, bandieruole, pronti a dimostrare una tesi e il suo contrario, persone poco raccomandabili, per cui anche oggi dire ad uno che procede per sofismi è quasi un insulto. E invece no, cribbio! Gorgia e i suoi prendono coscienza della impossibilità di arrivare ad una conoscenza/verità assoluta (la quale fermerebbe ogni alito di ricerca n.d.r.). Insomma, un laicismo ante litteram contrario ad ogni principio di verità assoluta, ove per laicismo non si intende non-religiosità, bensì pluralismo (1).

Insomma, a ben vedere si tratta del problema fondamentale della Conoscenza come è nato nel Giardino dell’Eden con quel famoso albero dei frutti del bene e del male: mele di un albero che molti oggi ritengono fosse collocato in Val di Non in quanto Dio aveva detto: “Prendete tutto quello che volete ma non state a toccarmi i pomi!”. Ma questa è un’altra storia. E Gorgia mette in bocca a Palamede parole e argomentazioni da “duri, puri e sinceri”, figlie di un pensiero astratto e di una intelligenza pura che soccomberà di fronte alla complessa materialità del mondo (sentenza di morte decretata da giudici estimatori della furbizia di Ulisse più che della Verità).

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Sulla laicità, mi permetto di citare un piccolo great libro: Stefano Levi Della Torre ”Laicità grazie a Dio”, Giulio Einaudi Ed..

Prossimo incontro del nostro gruppo di lettura aperto a tutte e a tutti: Biblioteca Comunale di Trento, piano terra, sala multilingue, martedì 26 marzo 2019 ore 10,00 su “L’accusa di Alcidamante contro Palamede”.

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