STIEG LARSSON – Trilogia “Millennium” – Tascabili Marsilio/Gialli

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Luglio, 2012 @ 11:18 am

Detto altrimenti: Mirna Moretti, l’amica Mirna, la blogger della lettura, la GL (Grande Lettrice), la Scrittrice del blog “unlibrolagiorno” che ora prosegue con il suo nuovo e super “cliccato” www.trentoblog.it/mirnamoretti non me ne vorrà se di questo mio intervento sul suo blog ne faccio anche un post sul mio blog. Vero, Mirna?

Millennium. Tre volumi, oltre 2500 pagine. Un giallo. Anzi tre. Vale la pena di leggere i primi due per gustarsi il terzo. Sono contento di averli letti, anche se sulle prime ho rischiato di scoraggiarmi dato il “volume” dei volumi! Cosa mi ha colpito? Il ruolo fatto svolgere dall’autore – soprattutto nel terzo volume – al giornalismo ed ai giornalisti o almeno ad una parte di essi, cioè al protagonista Mikael Blomkvist. Un uomo alla ricerca della verità vera (anche contro i cosiddetti poteri forti) e non alla sua strumentalizzazione, travisamento od opportunistico utilizzo. Mi ha consolato molto pensare che l’invenzione dell’autore possa essere vera. Dico questo perché nella mia vita di lavoro ho sperimentato sulla mia pelle come da parte di un settore del giornalismo possa strumentalizzarsi e travisarsi la realtà e come sia difficile, poi, andare a spiegare come stanno le cose. Una volta protestai a voce contro una presa di posizione ingiustamente critica contro mie decisioni aziendali. Mi si rispose: “Si, lo so, ma sa … la politica”. Ed io che credevo che il giornalista dovesse sempre rappresentare la realtà vera, non la “realtà politica”!

Di fronte ad un articolo che nella sostanza è diffamatorio o quanto meno ingiustamente denigratorio (il confine è assai labile) anche se nella forma non appare legalmente perseguibile, tre sono i consigli che l’interessato usualmente riceve: “Devi rispondere, precisare, puntualizzare, non puoi tacere …”. Il secondo: “Lascia perdere, non replicare, è quello che vogliono, non finirebbe mai … la gente dopo due giorni avrà dimenticato…”. Il terzo: “Replica, ed esigi che alla replica, ai sensi della legge sulla stampa, sia data la stessa evidenza”. Quando mai! Provateci un po’ voi ad impedire che il senso della replica non sia “gestito” ad arte! Basta inserire le foto giuste, intervenire sul titolo, sul formato, sui caratteri di stampa, sulla posizione nella pagina, basta non pubblicare per intero la replica … ci sono molti modi per far apparire che si rispetta la legge, mentre invece si aggiunge un carico di briscola!

La seconda domanda. Nei due sensi. Un giorno, un giornalista inglese, alla nostra TV, disse: “Quello che conta è poter fare all’intervistato la seconda domanda, dopo che ha risposto o ha eluso la prima”. Concordo. Lo stesso vale per l’intervistato o il citato in un articolo. Anch’egli dovrebbe poter fare la seconda replica, dopo che è stato “attaccato” sulla stampa. Ma così non la si finirebbe più, direte voi. Anche questo è vero. Ma se un giornale pubblica regolarmente una sua rubrichetta, ad esempio dal titolo “Pane al pane …”, sarebbe corretto che a fianco riservasse lo spazio per le risposte in una seconda rubrichetta dal titolo “… e vino al vino”, per le eventuali repliche.

Comunque: evviva la stampa, evviva i mass media, evviva l’informazione! Guai se mancassero: saremmo in dittatura! Solo che mi auguro che anche in questo caso l’IT, Information Technology diventi ICT, Information Comunication Technology, cioè che la “tecnologia giornalistica“ sia sempre di più anche di “comunicazione”, cioè di “azione comune” con l’intervistato o con il soggetto oggetto dell’articolo. E che i fatti siano sempre separati dalle opinioni. E’ chiedere troppo? Ma a questo punto devo stare attento io stesso: sono o non sono diventato anch’io una sorta di giornalista, con i miei 220 articoli “postati” cioè scritti sul mio blog in sette mesi, con le connesse 70.000 visite? Senza contare altri 150 articoli pubblicati dalla stampa durante la mia vita lavorativa …