ACQUA PUBBLICA O PRIVATA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2019 @ 4:50 pm


Detto altrimenti e meglio: acqua si o acqua no?       (post 3551)

Un disegno di legge (dep. Federica Daga) del 23 marzo 2018: “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque”.

L’acqua? Deve essere pubblica, cribbio! “Ecchè, vogliamo che il privato speculi e si arricchisca assetandoci?” Ecco la risposta di pancia ad una promessa demagogica (demagogia? V. post precedente). Già, perché il problema è che l’acqua comincia a mancare, anche qui da noi: il 2019 mostra un – 40% rispetto al 2018, solo per citare un dato: inoltre a terreni secchi e rigidi  corrispondono maggiori rotture della rete di distribuzione. Oggi il ciclo dell’acqua è gestito da spa regionali o interregionali a maggioranza azionaria pubblica. Quindi vi è anche un apporto di capitale privato, e poi si sa quelle le Spa “devono” fare utili. “Ecco, caro blogger, l’hai detto: utili alle nostre spalle! Quindi ben venga una legge che moderi la politica tariffaria, degli ammortamenti e del risultato (utile) di bilancio”.

Eh già, caro lettore, ma per avere l’acqua in casa occorre finanziare e compiere le seguenti fasi “di servizio”:

  • ricerca e captazione delle fonti idriche;
  • potabilizzazione;
  • ricerca delle perdite e distribuzione;
  • sistema fognario;
  • depurazione;
  • reimmissione nell’ambiente;
  • manutenzione degli impianti.

Quindi il problema non è pubblico / privato, ma economico funzionale / o no, ragion per la quale 1) il sistema tariffario; 2) il sistema di pianificazione pluriennale; 3)  le politiche gestionali e 4) le politiche di bilancio devono essere tali da attrarre (e remunerare) i capitali necessari. Siamo certi che senza una remunerazione equa, il capitale privato e pubblico arrivi? Siamo certi che il pubblico abbia da solo la capacità ed i denari per far fronte a questa situazione che ormai è di emergenza? A mio avviso il sistema migliore è misto pubblico-privato, a condizioni economiche che siano attrattive degli investimenti necessari.

Concludo con l’auspicio che la nuova legge tenga conto di quanto sopra. Infine, a quanti vorrebbero che l’acqua fosse pubblica ricordo che l’acqua è già pubblica: ciò non contrasta con il fatto che i relativi investimenti e servizi, come in ogni altra impresa, debbano essere remunerati.