ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Aprile, 2019 @ 12:26 pm

Detto altrimenti: la serata di ieri       (post 3554)

Questo è un post in contumacia in quanto io non ero presente alla serata del nostro circolo culturale privato per via di quanto “accidentalmente” narrato in alcuni post precedenti. Inoltre è un post scritto a (un solo) braccio, cioè con il solo braccio destro che usare l’altro è già tanto se riesco a schiacciare i tasti delle maiuscole e della punteggiatura.

Prima parte della serata: chitarra, tromba e voci di Genio & Co, Patrick, Flavio, Sandra, Giovanna, …. (aspetto che mi comunichino i nomi degli altri artisti!), in “OMAGGIO A LUCIO BATTISTI”.

Dieci pezzi famosi fra i quali i giocherelloni hanno inserito a mo’ di pesce d’aprile un brano di un altro cantautore! Insomma, mi dicono successo da standing ovation!

Dopo la consueta pausa gastroastromica …

… seconda parte della serata, dedicata alla follia nell’arte, cioè alla dissertazione di Umberto Sancarlo su  “ARTE E FOLLIA”. A questo riguardo ecco qui si seguito l’estratto scritto e inviatomi da Umberto:

Inizia

Gli effetti di gravi ‘malattie mentali’ spesso alterano le ‘capacità percettive ed emotive’ dell’artista e possono influire sulla sua espressione pittorica. Tutto ciò affiora nei quadri di alcuni grandi pittori in momenti particolari della loro vita. Ho presentato le opere di alcuni artisti famosi che hanno sofferto di disturbi mentali e poi ho fatto alcune considerazioni sul rapporto tra arte e malattia mentale. L’artista che è considerato oggi “il pittore malato” per eccellenza è Vincent van Gogh (1853-1890). La natura della sua malattia, che si manifestò prima dei trent’anni, è stata oggetto di numerose interpretazioni diagnostiche, fondate soprattutto sulle numerose lettere che Van Gogh stesso scrisse al fratello Theo. Notte stellata (realizzato durante il ricovero di Saint Remy, in Provenza). Campo di grano, realizzato 2 giorni prima di suicidarsi. In questi due quadri non è rappresentata una natura serena ma viene espresso il “male di vivere”. E’ evidente la perturbazione della psiche dell’autore che si trasmette nei quadri. Si ritiene fosse affetto da una forma di schizofrenia. l’urlo, di Edvard Munch (Norvegia, 1863-1944). Il contenuto dell’opera raffigura un uomo che si rifiuta di sentire il suo stesso urlo di dolore. Il dramma che vive il personaggio sembra riverberarsi sull’intero paesaggio.  Convergenza, di Jackson Pollock (USA, 1912-1956). Quest’artista è considerato l’emblema del ‘genio maledetto’ del secolo scorso. Conflitto e morte, di Antonio Ligabue (Reggio Emilia, 1899-1965). Ligabue narra il conflitto, la violenza e l’angoscia eterna della morte, attraverso l’atto violento. Il disturbo mentale può contribuire ad una maggiore creatività artistica? Queste sono le due posizioni prevalenti: SI, la “follia” può, in alcuni casi, favorire una “geniale” creatività artistica. NO, la creatività è una ‘realtà psichica’, la malattia mentale è un’altra cosa. Tra l’una e l’altra non c’è alcun nesso causale, nel senso che non è la tendenza a sviluppare una patologia mentale a rendere creativa una persona.

Finisce

Scialla raga, la spalla me la sono rotta sul serio, magari fosse un pesce d’aprile!

Che altro dirvi, se non di fare un po’ di compagnia a questo vostro mal-sinistro  blogger,  mal-sinistro perché sono ferito alla spalla sinistra, quindi non sono mal-destro! (ah ..ah … che monade che ci si inventa pur di passare il tempo!). Come fare? Innanzi tutto leggendo i miei post: vi sentirò tutti più presenti, grazie.