L’ERASMUS DELLA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Agosto, 2019 @ 8:27 am

Detto altrimenti: quando Fiab incontra Fiab   (post 3643)

FIAB- Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ogni città ha la sua Fiab e quando un gruppo va a pedalare in “città altrui”, chiede e riceve dalla consorella le “guide indiane locali”, reciprocamente. Così è stato anche per Fiab Monfalcone nella tre giorni sul Lago di Garda e dintorni. A dire il vero il gruppo non era molto numeroso, ma … come si dice: pochi e buoni! Buoni … ottimi, direi, i Magnifici Quattro: la presidente Helga, Flaviano, Vivi e Dolly. E noi? Noi 2 X 4, cioè due guide per loro quattro: Claudio Colbacchini ed il sottoscritto. Il nome della escursione? “5 Laghi:  Loppio, Garda, Toblino, S. Massenza, Cavedine” (che poi S. Massenza l’abbiamo saltato per via della congestione ciclistica sul sentierino che dal Ristorante Lago di Toblino portava a quella meta, evvabbè …).

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Le anse dell’Adige poco prima di Domegliara

Per mia semplicità, utilizzo il resoconto in prima persona, tratto dalla bozza redatta dagli amici Veneti per reclamizzare l’evento sulla traccia che io stesso a tal fine avevo fornito loro. Sul testo ho inserito le variazioni e gli arricchimenti intervenuti in corso d’opera.

Inizia

Galeas per montes conducendo: commemorazione

Venerdì 23 agosto. Arrivo dei Magnifici Quattro alla stazione FS di Rovereto alle ore 12.07 dove incontriamo le nostre guide Fiab Trento  Riccardo (335 5487516) e Claudio  (329 5464618). Breve pedalata su pista ciclabile di 4 km, durante la quale superiamo il ponte delle Zigherane (1) e notiamo l’imbocco della galleria Adige-Garda (2) per lo smaltimento delle piene del fiume. Raggiungiamo Mori Stazione FS.

Sosta durante la discesa verso il Garda

Per ciclabile e quindi SP poco frequentata, le salitelle per raggiungere la quota di Mori paese. Indi, traversata la SP, si costeggia per ciclabile (Bicigrill) il Lago di Loppio (biotopo) (3). Indi si scavalca (salitella) il Passo S. Giovanni e in piacevole discesa per belle strade poderali si aggira, lasciandoselo a destra, il paese di Nago. Indi visita al suo centro storico e al Castel Penede (4) con splendida vista lago.

Si scavalca un ripido strappo (150 m al 10-16%) e si plana per 2,5 km sulla lungo la ripida discesona ciclabile cementata sul parco delle Busatte di Torbole e quindi per SP poco frequentata su Torbole (casa di Goethe (5) , edificio dogana austriaca (6) ), con vista splendida sul Lago e incrocio con la strada che i Veneziani – accorsi in aiuto della loro alleata Brescia assediata dai Milanesi – utilizzarono nel 1439-1441 per portare le loro galee sul lago e sconfiggere i Rivani e i loro alleati  Milanesi e Genovesi (“Galeas per montes conducendo” (7). In quel caso i Genovesi le hanno prese, ma le avevano suonate ai Veneziani anni prima all’isola di Curzola (evvabbè, un po’ per uno!).

Da Torbole, ciclabile lungolago verso Riva del Garda (8). Arrivati alla foce del Sarca si gira a destra verso nord e sempre per ciclabile si arriva ad Arco (9) e a Bolognano, Hotel il Vigneto. Totale 30 Km da Rovereto. Il tempo di percorrenza dipende molto dalle soste per fotografie!

Aperitivo con doni

Sera: prima di cena aperitivo in casa di Riccardo con consegna di un magnifico dono a Riccardo: una bottiglia magnum di ottimo vino SONTIUM, vino ottenuto da un’attenta selezione dei più vecchi vigneti di Pinot Bianco, Friulano, Malvasia e una piccola parte di Traminer Aromatico, vino che racconta la storia di un territorio attraversato dallo smerando SONTIUM, nome latino del fiume Isonzo. Ma non basta: la bottiglia è dipinta a mano (smalto su vetro) da Helga, con la dedica e la rappresentazione di una foto di Riccardo rappresentante la sua bici sul Lago di Cavedine. Indi cena sulla terrazzina a lago della Fraglia Vela Riva a Riva del Garda, con le le prelibatezze dell’ottimo Chef Riccardo Rodi.

Helga & Riccardo, con il “dipinto di…vino”!
La mia foto del Lago di Cavedine presa a modello per il dipinto

Sabato 24 agosto: colazione alle 07,30. Per SP, dall’Hotel si raggiunge facilmente la ciclabile sinistra Sarca Arco – Ceniga Ponte Romano – Dro – Centrale di Fies – 200 m al 20% – Pietramurata – Sarche (fino a Drò nessuna difficoltà. Dopo qualche salitella e il citato strappo al 20%).

Lungo il Sarca verso Dro, la squadra al completo

Da Sarche per marciapiedi e sentiero pianeggiante in 2,5 km si raggiungono i due laghi di Toblino (10) e S. Massenza (11)  (nostro capolinea). Si ritorna S.Massenza-Sarche e procedendo da nord a sud per la SP 14 pianeggiante assai poco frequentata che corre a fianco del fiume Sarca si raggiunge località Pergolese e il Lago di Cavedine  (12) (bar – ristoro). Si prosegue costeggiando la parte sud del lago e con salitella di 1,5 km al 3% si scollina in zona “Marocche” (13) (i massi erratici citati da Dante come la “ruina”). Discesina sulla sp 14 e discesone veloce su SP 84 fino a Dro-Cenica. Prima di Dro, strade poderali sulla sinistra fino ad Arco-Riva-Bolognano. Tot. Km 65.

Coniglio e vino Schiava al “Marosi” di Bolognano

Sera: cena all’agritur Marosi di Bolognano. Qui gli amici Veneti hanno scoperto ed apprezzato il vino trentino Schiava! Un successone!

In partenza da Bolognano. I segreti delle braccia alzate: diminuiscono la pancia degli uomini; innalzano il seno delle donne. A tutti: fanno sparire le “ali di pollo” sotto le braccia!!

Domenica 25 agosto: colazione ore 07,30 e partenza in bici ad ore 08,00. Carico delle bici su due auto e trasferimento alla stazione FS di Mori.

Acqua a Borghetto

Attenzione: se facciamo finire la pedalata a Borghetto, si recupera tempo e si può prevedere che la mattina, prima di andare da Riva a Torbole etc., si vada a Riva e si salga la strada del Ponale (15 bis): 3 km sterrati (6 a/r) con splendida vista sul lago.

Furto d’uva Schiava lungo la <valle dell’Adige

Da Mori ciclabile pianeggiante con un’unica salitella, sosta per un toast al Bicigrill Ruotalibera, cippo di confine Impero d’Austria-Regno d’Italia (16 ) e per un totale di  25 km fino a Borghetto all’Adige (dove purtroppo non possiamo pranzare per l’assenza per ferie del Presidente – Cuoco della Pro Loco Ademio Amadori, peccato! Sarebbe stato un vero evento: sarà per la prossima volta).  Sempre accompagnati da Riccardo e Fausto, con altri 25 km di brevi saliscendi raggiungiamo Domegliara FS per goderci la ciclabile lungo le splendide anse del fiume Adige (17).

Raggiungiamo Domegliara in anticipo sulla tabella di marcia e ci imbarchiamo sul treno del ritorno ad ore 16,00. Idem le nostre guide:, saluti da un marciapiede all’altro! Riccardo e Claudio prendono un treno che non ferma a Mori ma li porta a Rovereto. Da qui in bici fino a Mori dove caricano le bici sulle due auto e vanno a ristorarsi al Ristorante Moja di Borgo Sacco di Rovereto. Per finire, note e poesie sul Lago di Garda (18)

NOTE

Domegliara: saluti dal binario 3 al binario 1
  • 1 – Ponte delle zigherane (sigaraie) – La Manifattura Tabacchi Rovereto iniziò la sua attività attorno alla metà del 1854. Verso la fine del ‘900 arrivò ad occupare oltre mille operai, per lo più donne (chiamate zigherane), le quali cominciarono, pochi anni dopo l’apertura della fabbrica, ad autotassarsi per costruire un ponte sul torrente Leno al fine di ridurre sensibilmente il percorso che dovevano affrontare giornalmente per raggiungere la fabbrica. In seguito iniziarono a battersi per ottenere il primo asilo nido aziendale del Trentino che venne inaugurato nel 1924.
… e dal binario 1 al binario 3!
  • 2 – Galleria Adige-Garda – La galleria Adige-Garda è un canale scolmatore artificiale che scorre interamente in una galleria lunga circa 10 km, il cui scavo iniziò nel 1939 e fu terminato nel 1959. Consente a parte delle acque del fiume Adige di defluire nel lago di Garda e viene utilizzato solo in caso di pericolo di inondazioni nel Basso Trentino e Alto Veronese.
  • 3 – Lago di LoppioÄppl-See, Löppel-See o Loppl-See in tedesco,  Lac de Lopi in dialetto trentino, si trova a 224 di altitudine. La zona, lunga 1,870 kmq –  larga 0,480 km – profonda 4 m, con una superficie di 600.000 m². Ora non è più un lago, se non in occasione di anni particolarmente piovosi, ma rimane un’importante zona umida (biotopo). Nel 1439 il lago di Loppio fu teatro di una delle più grandi imprese di ingegneria militare quando la Repubblica di Venezia vi fece transitare un gran numero di navi, in quella che è passata alla storia come Galeas per montes conducendo. Dopo il disastro ambientale di 50 anni fa (fu prosciugato nel 1956 e mai più riempito in seguito allo sprofondamento delle falde freatiche durante i lavori per la costruzione della galleria Adige-Garda)  l’ambiente si è consolidato divenendo palude ed è frequentemente invaso da abbondanti quantità di acqua. Il biotopo  è  conosciuto anche come importante sito archeologico: infatti fin dal 1900 sono state segnalate testimonianze che documentano la presenza di antichi abitanti sull’isola di S. Andrea, situata nel sito di ricerca: frammenti di vasellame di età romana e resti di una sepoltura con corredo funebre. L’isola è stata denominata anche Isola Clotilde dai soldati italiani della prima guerra mondiale, i quali la fortificarono.
  • 4 – Castel Penede – Il castello sorge su uno sperone roccioso che domina la parte settentrionale del lago di Garda. Le prime notizie del castello medievale risalgono al 1210 quando fu assegnato alla famiglia dei Conti d’Arco che ne mantennero il possesso anche sotto il dominio degli Scaligeri e dei Visconti. Nel 1438 fu conquistato dalle truppe del capitano di ventura Gattamelata, e entrò quindi a far parte dei domini di  Venezia. Conquista importantissima perché pochi mesi dopo, all’inizio del 1439, fu trasportata sotto le sue mura nella valle di Santa Lucia la flotta veneziana. Tale impresa fu nota con il nome Galeas per montes conducendo. Nel 1509 gli Asburgo lo riconquistarono e lo riconsegnarono ai Conti d’Arco. Nel 1703, come molti altri castelli della zona, fu distrutto dalle truppe del generale francese Vendome (che distrusse anche il bastione veneziano  sopra il Porto Catena di Riva del Garda). Durante la prima guerra mondiale nel castello furono costruite trincee austriache e vi venne installata una postazione d’artiglieria.
  • 5 – Casa di Goethe – Goethe, nel suo Viaggio in Italia, soggiornò a Torbole. Nella sua poesia Mignon scrive: “

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei andare!

Conosci tu la casa? Sulle colonne il tetto posa,
La grande sala splende, scintillano le stanze,
Alte mi guardano le marmoree effigi:
Che ti hanno fatto, o mia povera bambina?
La conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O mio protettore, con te vorrei andare.

Conosci tu il monte e l’impervio sentiero?
Il mulo nella nebbia cerca la sua strada,
Nelle grotte s’annida l’antica stirpe dei draghi,
La roccia precipita e sopra lei l’ondata:
Lo conosci?
Laggiù! Laggiù,
Porta la nostra strada, andiamo o padre mio!

  • 6 – Dogana austriaca – Edificata ai primi del ‘700, è uno degli scorci più caratteristici del lago.
  • 7 – Galeas per montes conducendo Ne abbiamo già parlato. La prima volta i Veneziani persero la battaglia navale perché non conoscevano il regime di venti (“Vento”, il famoso Balinot/Sarca/Peler – da nord la mattina e “Ora” da sud da mezzogiorno in poi; il fortissimo Vento Ponale; il Foen; la Vineza). La seconda volta – ammaestratisi – sconfissero la flotta rivana-milanese-genovese e si impadronirono della città, costruendo sopra il porto il famoso bastione. Tutte le dominazioni di Riva del Garda, che iniziarono con i Ligures, sono riportare su una lapide presso l’entrata della casa comunale.
  • 8 – Riva del Garda – Inizialmente raggiunta da nord, altrimenti l’avrebbero chiamata Riva del Trentino! Senza tracciarne la storia, solo due parole: la città romana si trova a nord delle mura romane, in un’area più arretrata rispetto all’attuale riva del lago, che era paludosa. Le successive inondazioni colmarono quell’area e la città medievale – attuale centro storico – si sviluppò a sud di quelle stesse mura. Subito a nord delle mura, durante la realizzazione di un parcheggio interrato, vennero alla luce le Terme Romane.
  • 9 – Arco – “Capitale” rivierasca dell’Impero Austroungarico. Una mia poesia:

Arco

L’impero / ha teso il suo arco / a scagliare / saette di pietra / nei fianchi bagnati / del Sarca. / Ghibellina / la rocca / troneggia la storia. / Strapiombi di forze / graffiano il cielo / che vedi / dal lago lontano / e sposano / in duomo di pietra / le palme africane danzanti.

Das Reich / hat seinen Bogen gespannt / um Blitze aus Stein / zu schleudern / in die nassen Flanken / der Sarca. / Ghibellinisch / die Burg / beherrscht de Geschichte. / Felsueberhaengende Kraefte / zeichen den Himmel / den di siehst / von fernen See / und vermaehlen sich / in der Kathedrale  aus Stein / mit den tanzenden afrikanischen Palmen.

  • 10 – Lago di Toblino, Castel Toblino. Il lago, una delle perle del Trentino. Il Castello, raro esempio di castello lacustre. Fin dal 1100 il castello fu proprietà di vassalli del Principe Vescovo di Trento., fra i quali i principi vescovi Clesio e Madruzzo. Nel XVI secolo divenne sede periferica della corte trentina. Qui si incontrarono i legati pontifici giunti a Trento per il Concilio di Trento. Nell’aprile de 1848 fu assediato dai Corpo Volontari Lombardi nel tentativo di marciare sulla città di Trento. Il castello deve la sua fama anche alle numerose leggende che ha suscitato. Secondo una di queste, di origine letteraria e non nata dalla fantasia popolare, Toblino sarebbe stato nel XVII secolo  luogo di delizie per la bella Claudia con Carlo Emanuele Madruzzoprincipe vescovo di Trento e ultimo dei Madruzzo. Risultate vane le suppliche al Papa onde ottenere lo scioglimento dei voti sacerdotali, il prelato si sarebbe abbandonato ad una peccaminosa relazione con Claudia. La suddetta relazione fu scelta da Benito Mussolini come soggetto del suo romanzo storico “L’amante del Cardinale. Claudia Particella“, scritto nel 1910.
  • 11 – Lago di S. Massenza – Bello anche se non quanto Toblino. Sulla sponda settentrionale del lago sorge la centrale idroelettrica di Santa Massenza che sfrutta le acque del Lago di Molveno del Lago Ponte Pià.  Fu costruita nel 1951 ed è la più potente del Trentino con una potenza di 350 MW e una produzione annua di 760 GWh.
  • 12 – Lago di Cavedine – Bello, ottimo punto di ristoro gestito dall’amico architetto Andrea Danielli.
  • 13 – All’interno delle marocche ci sono impronte fossili di dinosauri, ma non possiamo andare a vederle, sono fuori portata di mano. Ruina dantesca causata da “sostegno manco”, cioè dal ritirarsi dei ghiacciai.
  •  14 – Il ponte romano sul Sarca in realtà è sul percorso romano, ma è stato costruito nel 1700 and still going strong. Dal ponte si tuffano nel Sarca giovani audaci. Da qui si diparte verso nord una impegnativa pista per mtb fino a Pietramurata, e verso sud la semiciclabile che percorreremo fino ad Arco (sponda destra del fiume – La ciclabile corre lungo la sponda sinistra).
  • 15 – La salita sulla cosiddetta “Vecchia Nago”, solo auto autorizzate, pendenza10% -15 …%,  si spinge! Panorama splendido. Si arriva a Nago dove inizia una salita pedalabile fino a scavalcare, per poderali e ciclabili, il Passo S. Giovanni. Indi discesa e pianura fino a Mori.

(15 bis) Strada del Ponale – Sterrato in salita (attenzione ai bikers in discesa) con vista a strapiombo sul lago: una delle perle rivane. Per agevolare i pedalatori e farli salire leggeri, uno di noi può restare a livello lago e custodire i bagagli. Da non perdere! Non è ripidissima, ma chi non se la sente può farne un pezzo a piedi.

  • \16 – Cippo di confine. Un pezzo di storia. Borghetto all’Adige è l’ultimo avamposto trentino prima di entrare in .. Italia! Una volta Borghetto era un piccolo porto con tanto di ormeggi e traghetto. Oggi è un paese amico, grazie al sodalizio con la locale Pro Loco. Stazione FS, spesso con macchietta biglietti rotta.
  • 17 – Anse dell’Adige. Da Borghetto 20 km di ciclabile con alcuni saliscendi per godere di anse fa-vo-lo-se. L’ingresso in Domegliara è normale, su ciclabile “pedemontana”. A Domegliara biglietto FS alla macchinetta automatica (obbligatorio).
  • Poesie. Virgilio, Georgiche II vv. 149-150: “Cosa dovrei dire dei laghi così belli? Di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare?” Anne lacus tantos, te Lario, maxime teque, fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino? E Catullo, di Sirmione, perla delle isole e delle penisole: pene insularum insularumque ocelleDante: 1) Suso in Italia bella giace un laco / a piè de l’alpe che serra Lamagna /  sovra Tiralli ch’a nome Benaco – 2) Luogo è nel mezzo là ove il trentino / pastore (vescovo, n.d.r.) e quel di Brescia / e ‘l veronese segnar poria /  se fesse quel cammino. – 3)  Siede Peschiera bello e forte arnese / a fronteggiar Bresciani e Bergamaschi / ove la ripa in fondo più discese. / Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che in grembo a Benaco star non può / e fassi fiume giù pe verdi paschi. / E come l’acqua a corre mette co’ / non più Benaco ma Mencio si chiama / sino a Governol dove cade in Po. Esiste una mia (di Riccardo) “Fraglina Commedia” di 1500 versi endecasillabi: Inferno sul Garda; Purgatorio in Val di Non; Paradiso nel Paradiso Autonomo di Trento. Ma questa è un’altra storia.

PROGETTI PER IL FUTURO

  1. Ritorno dei Veneti in Trentino per
  2. Salita da Riva del Garda al Passo del Ballino e giro del Maso Limarò (e-bike o buon allenamento!);
  3. salita ciclabile Riva del Garda-Lago di Ledro e giro del lago (e-bike o ottimo allenamento!);
  4. salita Bosco caproni, Braia, Drena, Valle dei Laghi, Cavedine, Lago di Cavedine (e-bike o ottimo allenamento!);
  5. pista lungo Lago di Garda da Capo Tempesta a Ceniga (a/r 90 km); non adatta a gruppi numerosi, nè in piena estate);
  6. da Capo Tempesta a Peschiera – Sirmione km 70 e ritorno a casa in treno (non adatta a gruppi numerosi nè in piena estate);
  7. etc., etc., etc..
  8. Viaggio dei Trentini nelle terre dell’Isonzo.

VIVA LA BICI, VIVA LA FIAB!

THE END (per ora!)

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