SCI DA GARA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2019 @ 7:35 pm

Detto altrimenti: sono realmente diversi …   (post 3715)

(Alcune note tecniche da chi tecnico dello sci non è. Evvabbè …)

Sci da gara. Tanti anni fa (20? 25?) ne ebbi un paio in regalo da un campione vero: erano Rossignol da slalom gigante, l. 2.05 (all’epoca lunghezza normale). La prima grande differenza rospetto a sci “normali”: erano molto faticosi da … portare a spalla dalla macchina fin sulla pista! Infatti erano molto “spessi”, pesanti, cioè robusti, per meglio rispondere alle forti sollecitazioni impresse da un campione in una gara. Io mi adattai subito a loro, salvo invidiare che già sciava con sci più corti, rastremati, che scodinzolava con estrema leggerezza! Negli anni li sostituii con un paio di Salomon “normali” l. 1,70, raggio di curvatura 15,5, che andavano benissimo. Dopo alcuni anni, l’anno scorso decisi di cambiarli solo perché un modello un po’ vecchiotto mi … invecchiava (ulteriormente) agli occhi di amici (e non)! Vado in negozio: un’occasione! Salomon Race in offerta! L. 1,70, raggio 15,00. Li prendo.

In cabinovia mi ritrovo con due ufficiali dei CC ed il loro maresciallo istruttore che – visti i miei sci – afferma: “Sono sci che denotano la bravura di chi li utilizza”. Ed io godutissimo, uao!  Ma … attenzione! Questi sci Formula Uno di oggi sono molto diversi dagli sci Formula Uno di ieri! E non per la maggiore velocità né per il raggio di curvatura, bensì per l’immediatezza con la quale rispondono al comando di “virata”. Mi spiego. A parte la qualità dei materiali, la loro diversa e studiata elasticità e tutte le altre diavolerie della tecnica, la novità prevalente è proprio la loro maggiore sensibilità del “volante” ai vostri comandi: è’ un po’ come guidare un’auto le cui ruote rispondano immediatamente ad un movimento anche solo millimetrico del volante. In tal modo, in una gara, ad ogni curva si risparmia qualche centesimo di secondo. Ciò è dovuto anche alla laminatura in punta e in coda, la quale sporge un po’ rispetto alla suoletta e anticipa la presa sulla neve. Poi c’e anche il grado-angolo di incidenza del piano che comprende la lamina ed il piano verticale della sponda laterale della suoletta: sci normali, 90° – Da anormali (da gara): 88 ° il che significa che la lamina nella parte esterna “punta verso il basso ” rispetto al piano suoletta. Il che comporta una maggiore rapidità di presa ed una maggiore tempestività di risposta. Ora, seguidate un’auto molto sportiva, dovete avere anche una presa perfetta delle mani sul volante: niente sudore nel palmo delle mani e quindi indossate i guanti. Lo stesso con questi sci: lo scarpone deve essere ben stretto e fare tutt’uno con piede, non ci deve essere alcun gioco fra piede e scarpone: sarebbe un po’ come accettare che il volante dell’auto sportiva slittasse un poco dalla presa delle vostre mani. Ma “siccome che” a “me non mi” interessa utilizzare questi aspetti anche perchè alla mia tenera età di quasi 76 anni non credo che mi ammetterebbero a partecipare ai campionati mondiali di sci, mi soffermo su qualche consiglio per utenti “normali” che vogliano utilizzare sci “anormali” come i miei.

E poi i Salomon Race sono belli, dello stesso colore della mia giacca! Qui ho ancora i vecchi sci. Le gambe troppo unite denunciano l’avanzata età dello sciatore!

Siccome la presa delle lamine è immediata, se avendo il monte a destra, in una curva a monte voi spigolate con lo sci a monte appena un po’ di più che con lo sci a valle, lo sci destro curva a monte ben più del sinistro,  le punte dei due sci si aprono, il peso si scarica istintivamente sullo sci a valle la cui lamina esterna fa subito il suo “dovere” e … blocca lo sci! Voi fate un volo a valle e vi rompete la testa dell’omero ed il trochite della spalla sinistra: a me è successo il 25 marzo 2019. Cinque settimane di immobilizzazione e due mesi di riabilitazione. “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.

Il “volo” è avvenuto nella curva a destra, prima della “x”

Adesso ho imparato: peso del corpo sempre in misura uguale su entrambi gli sci; uguale spigolatura di entrambi gli sci; se la neve non è ghiacciata li tengo tendenzialmente piatti (cioè, spigolo molto poco); infine scio con le braccia un po’ più avanti di come ero abituato, fino a sentire una maggiore pressione dello scarpone sullo stinco: in altre parole, anticipo un po’ io stesso la curva, per assecondare la loro volontà: la volontà dei miei sci.

Ecco, ora un tecnico vero dirà che ho fatto male a comperarli etc., ma ormai ce li ho e me li godo. Per essere più tranquillo poi ho fatto addolcire un poco il rush (lo spigolo delle lamine) sulle punte e sulle code: se dovessi sciare in una competizione mondiale perderei qualche centesimo di secondo ad ogni curva: evvabbè …

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P.S.: che poi in questi giorni in Paganella si stanno allenando le atlete che – sulla nostra pista “nera” – parteciperanno ai Campionati Europei femminili: alcune di loro hanno i Salomon Race, ma noto che sono più lunghi etc.: insomma, i miei sono “solo” da gara, i loro “veramente” da gara!

Buone sciate a tutte e a tutti!

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