RIFORME PENSIONISTICHE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Dicembre, 2019 @ 8:09 am

Detto altrimenti: Francia-Italia        (post 3725)

Qui da noi l’attenzione è soprattutto rivolta sulla “quantità” di anni di età e di contribuzione. In Francia si sta scioperando contro l’abolizione delle 40 categorie “speciali” di sistemi pensionistici: eclatante è la protesta delle ballerine dell’Opera che vogliono continuare a poter andare in pensione a circa 40 anni d’età, considerato che il loro lavoro-formazione inizia in età giovanissima e che – ovviamente – non si può pretendere che una ballerina classica “lavori” fino a 65 anni d’età.  Ma non voglio entrare nel merito delle questioni, bensì nel metodo.

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Quanto alla Francia concordo con le ballerine, in quanto il metodo dell’intervento lineare appare palesemente iniquo nei loro confronti. Qui da noi mi chiedo: ci siamo posti il problema del censimento di tutti i regimi pensionistici “speciali”, quanto alla diversa età del pensionamento e al diverso livello delle pensioni nelle singole “gestioni separate”? L’altro giorno ero in seggiovia con un neopensionato di 60 anni, ex lavoratore in un sindacato. Un mio amico velista proveniente da un corpo militarizzato è in pensione dall’età di 55 anni; dieci anni fa, con il regime pre-Fornero, io andai in pensione a 65 anni d’età ed oltre 35 di contributi. Come Socrate (qui a fianco) io so di non sapere: quindi domando.

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