RAZZISMO OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2020 @ 3:22 pm

Detto altrimenti: continua la mia “cavalcata” attraverso il Libro di Norberto Bobbio “Elogio della mitezza” Ed. Il Saggiatore.          (post 3747)

Con l’auspicio che lo comperiate, questo Libro (la maiuscola non è usata a caso!)

Dalla puntata (post) precedente (“Il pregiudizio”), oggi scrivo (io) e leggete (voi) del razzismo. Bobbio (pagg. 103-114) inizia con un’osservazione di fondo: “Nel secolo scorso le migrazioni andavano verso paesi poco popolati (USA, Argentina, Australia). Oggi verso paesi già sovrappopolati: da qui più facile l’insorgere di fenomeni di razzismo”.

Il pregiudizio razzista è articolato e monotono, ovvero africani come i nostri meridionali:

  • generalmente: “Hanno più difetti che pregi”;
  • culturalmente: “Hanno cultura differente” (e se mai sarebbe un arricchimento! N.d.r.);
  • economicamente: “Sono scansafatiche”;
  • personalmente: “Sono maleducati”.

La base mentale del razzismo è l’etnocentrismo ed in ispecie l’eurocentrismo, che pretende di elevare a valori assoluti i nostri valori assolutamente relativi.

Banalizzo: esiste anche l’auto-centrismo, nel senso che quando siamo nella nostra auto(mobile) bloccati in un ingorgo cittadino, ce la prendiamo con tutti gli altri: contro di loro che generano l’ingorgo. Noi no, noi siamo le loro vittime, noi siamo smaterializzati, la nostra auto non contribuisce a creare quell’intasamento: noi abbiamo il “diritto assoluto” allo spazio libero. Noi si. Gli altri no. (Questa è tutta mia, Bobbio non c’entra, per carità, non coinvolgiamolo in queste divagazioni!)

 Esiste poi una forma mitigata di eurocentrismo: i nostri valori non sono assoluti, ma ognuno si tenga i suoi (cosiddetto relativismo culturale): questa forma non produce avversione, ma solo separazione.

Gli stadi di evoluzione del razzismo si sviluppano in successione: dileggio verbale (“Terroni!”); evitamento: “Io ti evito”; discriminazione: “Tu non hai uguali diritti”; segregazione: “Devi stare nel ghetto”; aggressione: “Ti anniento”. All’inizio di tratta di razzismo spontaneo. Poi, negli ultimi stadi, il razzismo diventa ideologia: “Le razze sono tante e diverse; la mia è superiore alla tua: io posso/devo educarti e/o posso/devo dominarti”.

Il razzismo si combatte:

  1. Con un’educazione orientata verso valori universali (Cristianesimo; Kant; Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo);
  2. con la democrazia: democrazia e razzismo sono incompatibili in quanto la democrazia si ispira a principi universali ed è inclusiva perché non può rinunciare ad essere una società aperta;
  3. con l’azione del volontariato sociale.

(continua)

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