POLITICA, FINANZA, POTERE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2020 @ 7:14 am

Detto altrimenti: Non tutti i mali (Covid19) vengono per nuocere        (post 3840)

In attesa di ospitare la risposta di Gianluigi De Marchi all’invito che gli ho rivolto di approfondire gli effetti dei titoli irredimibili sul sistema bancario, anticipo qui la conclusione alla quale sono pervenuto e che troverete in coda al post: “Occorre valutare se iniziare con una progressiva conversione degli attuali titoli italiani di debito pubblico a scadenza verso titoli italiani irredimibili”

Gianluigi De Marchi

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In recenti post abbiamo scritto (“abbiamo” non è un pluralis maiestatis: è che siamo stati in due a scrivere: Gianluigi De Marchi ed io) di titoli di debito pubblico irredimibili quale rimedio finanziario ai danni economici del male Covid19. In questi giorni stiamo aspettando (“stiamo” noi tutti cittadini d’Europa) di vedere se l’UE sarà ancora tale o se avrà perso quella “U”, rimanendo solo “Europa”, ovvero solo un’espressione geografica rispetto al resto del mondo: espressione geografica, come il Metternich (Cancelliere di Stato austriaco dal 1821 al 1848) definiva l’Italia rispetto all’impero Austro-Ungarico.

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Ma procediamo con ordine. Gustavo Zagrebelsky, alla pagina 8 del libro “La maschera democratica dell’oligachia” scritto insieme a Luciano Canfora e Geminello Preterosssi (Laterza, 2014-2020) sottolinea come “in altri tempi potere e denaro fossero mezzi, non fini della politica. La politica serviva ad altre cose, per esempio a rovesciare i rapporti di classe o a equilibrarli, a promuovere la cultura, ad alleanze e guerre di espansione… etc. Oggi la politica spesso falsamente democratica bensì di fatto oligarchica è concentrazione del potere e denaro reciprocamente collegati come fini e non più mezzi”.

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1935: 42 mildi di lire, letteralmente “bruciati” in sottoscrizione!

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UE democratica o oligarchica? Oggi, 2020, ci troviamo di fronte alla prova del nove: infatti l’UE è chiamata a scegliere se emettere compatta gli Eurobond Irredimibili per salvare se stessa o se invece prevarrà l’interesse di pochi (oligoi) paesi “forti” a non emetterli per accattivarsi i voti dei propri elettori e quindi il potere di manovrare il denaro ai fini interni. Salvare o condannare se stessa, un po’ come – un tempo – civilizzare un altro Stato (in questo caso: un altra “se stessa”) e nel far ciò tornare ad essere la Politica che considera il denaro come un mezzo; oppure se ricercare i “propri” voti dello stato di appartenenza, e quindi il potere statale interno. In altre parole: Politica o politica? Le lettere maiuscole e minuscole non sono utilizzate a caso!. Ecco perché affermo che non tutti i mali (il Covid19) vengono per nuocere: perché finalmente costringe tutti ad uscire allo scoperto,  a scoprire le carte.

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In Italia, i bond irredimibili = cancellano il debito e lo sostituiscono con un flusso (swap): migliorano il rapporto deficit-PIL, il rating, lo spead, la liquidità 

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Questo post è solo una “puntata” dell’intero argomento: leggete i precednti e il prossimo.  Infatti vi trovere ulteriori nie riflesisoni e i ragionamenti che ho sollecitato a Gianluigi De Marchi circa i possibili effetti sul sistema bancario italiano e europeo della emissione di bond e/o Eurobond irredimibili. Infatti sempre di denaro si tratta, di denaro che si genera con il lavoro di ogni cittadino europeo e che viene incanalato in una serie di ruscelli-poi fiumi-poi mari-poi oceani diversi: risparmio depositato in banca; somme versate al fisco e quindi in parte all’UE; somme destinate a investimenti produttivi; denaro speso in consumi; produzione o acquisto di armi; etc..

In particolare; (risparmio – banche/Stato – investimenti) oppure (risparmio – UE – investimenti?)

Per capirsi: mio nonno paterno abitava a S. Angelo in Colle, una frazione di Montalcino (Siena). Oltre al bell’orto sotto casa, disponeva, come tutti gli altri Santangiolesi, di un orto più grande in località Il Quercione, un km fuori paese, orti che il Comune aveva messo gratuitamente a disposizione di ogni cittadino. Il terreno era in leggera discesa e dalla parte superiore scaturiva una sorgente d’acqua, una piccola vena che scendeva dal contiguo “monte” che poi era un colle (Montalcino). Da questa sorgente si dipanava una serie di piccoli canaletti di terra attraverso i quali ognuno dirottava il flusso dell’acqua a secondo della necessità verso questa o quella parte del proprio o dell’altrui minuscolo appezzamento. E noi bimbi ci si divertiva ad erigere minuscole dighe di terra per incanalare l’acqua a nostro divertimento. Solo che oggi, con il denaro UE, non è un gioco!

S.Angelo in Colle (SI)

Ecco, ora bisogna decidere quali “dighe” erigere per regolare i flussi del denaro europeo: se verso un solo orto o se verso gli orti di tutti, oppure – esiste anche una terza soluzione – se lasciare che il flusso si disperda verso paradisi fiscali UE o extra UE. Aspetto quindi di pubblicare qui di seguito il contributo di Gianluigi De Marchi.

Anticipo sin d’ora la traccia del mio contributo: occorre ragionare sul quadruplice rapporto irredimibili italiani e UE con la banche italiane e UE. Inoltre sulla possibilità di iniziare con la conversione progressiva di parte degli attuali titoli italiani a scadenza in italiani irredimibili.

(continua alla prossima puntata, cioè al post successivo)

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