UN ESEMPIO CONCRETO DI FINANZA POSSIBILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2020 @ 12:57 pm

Detto altrimenti: quando la flessibilità è sostanza       (post 3868)

In molti post recenti sto patrocinando l’emissione di titoli di debito pubblico irredimibili, e non è finita … Oggi voglio parlarvi della flessibilità. Innanzi tutto di quella del cervello. E vi racconto un episodio di finanza vissuta (da me).

Seconda metà degli anni ’70. A Torino, 36enne, ero a capo della Direzione Finanza Italia della Stet-Società Finanziaria telefonica per Azioni, la maggiore società finanziaria del paese. La SIP, nostra maggiore società controllata, aveva le tariffe bloccate ed aveva interrotto gli acquisti dalla sua corrispondente consorella industriale, nostra controllata, la Italtel, la quale aveva accumulato un magazzino merci pari al fatturato di un anno (!). Eravamo in presenza di una feroce stretta creditizia e valutaria.  Come Capogruppo avevamo come compito primario quello di procurare al Gruppo il necessario credito bancario.

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Omnibus”, operazione finanziaria con entrata e uscita per tutti.

Uno dei tanti interventi fu il seguente (ideato e realizzato da vostro blogger). Le banche potevano prestarci denaro solo a breve termine. Noi avevamo bisogno di denaro a medio/lungo termine.  Io misi insieme un gruppo di banche che erogarono, ognuna, alcuni miliardi di prestito con durata sei mesi. Dopo di che invitai altre banche ad erogare a loro volta altre quote semestrali, all’inizio di ogni mese successivo. In parallelo chiesi ed ottenni dalla Banca Popolare di Milano (Vice Direttore Generale, Rag. Rizzo) un affidamento a medio lungo termine, nel senso che la banca sarebbe intervenuta con sue erogazioni a saldo ove l’ammontare erogato a rotazione dalle altre banche fosse sceso sotto un certo livello (20 miliardi). In tal modo le banche erogavano “a breve”; noi disponevamo di un credito a medio/lungo termine; la linea di credito della Banca Popolare di Milano era solo di firma non di cassa e comunque non fu mai attivata per cassa. Battezzai l’operazione “Omnibus”.

Foto esposta nella biblioteca del suo Comune d’origine (Ternengo, Biella)

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Quando la proposi in Stet, il mio capo era il dr. Ruggero Cengo Romano, persona purtroppo  scomparsa diciannove anni fa e che io continuo a ricordare e a stimare come il mio terzo genitore, tanto mi ha fatto crescere sul piano umano e professionale! All’inizio il dr. Cengo era era contrario all’idea, che comunque io sviluppai ugualmente nonostante questo suo parere. Alla fine, dopo il successo dell’operazione, mi fece i complimenti, a modo suo – era una persona molto “dura” – ma me li fece: colpendosi il palmo della mano sinistra con le nocche della mano destra e accennando un lievissimo sorriso, mi disse: “Ma lo sa che lei, dottore, ha una testa …”. Molto dura, intendeva.

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Cengo lasciò in testamento la sua cospicua eredità alla Parrocchia ed al Comune di Ternengo (Biella), il suo paese d’origine.

Sarà forse da questa mia esperienza che mi è rinata la voglia di cimentarmi con la finanza necessaria oggi, in particolare con la proposta di sollecitare l’ emissione di una serie successiva di titoli di debito pubblico irredimibili(cfr. i molti post in materia). Sarà forse per questo che non demordo …

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