APRIRE, O NON APRIRE, QUESTO E’ IL PROBLEMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2020 @ 6:04 am

Detto altrimenti: e non ce lo facciamo dire dagli Inglesi … !      (post 3879)

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To open, or not to open, that is the question:
whether ‘tis nobler in the mind to suffer
the slings and arrows of outrageous Covid19,
or to take arms against a sea of troubles
and by opposing, end them and open.

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Primo maggio, Festa del Lavoro. E allora riprendiamo a lavorare: gradualmente, con estrema prudenza ma riprendiamo a lavorare

Il DPCM “vi consente” …

“Il valore assoluto da difendere prioritariamente è la salute dei cittadini” afferma il  Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Salute che poi è “la vita”, perché di Covid19 si muore. Su questo altare pare sacrificare ogni altro ragionamento. Questo principio sembra essere per lui  inderogabile. Lui è uomo di princìpi che agisce sulla base della sua etica: l’etica dei princìpi, la quale però – se non temperata – conduce all’ integralismo. In altre parole: tutto ciò che è “lineare” (riduzione delle tasse; nuove tasse; chiusure totali; aperture totali, etc,) è facile da essere attuato e fortemente ingiusto. La difficoltà sta nell’esaminare le diverse realtà e nell’assumersi la responsabilità di decisioni articolate. La difficoltà e l’abilità stanno nel contemperare fra di loro princìpi diversi: uno sicuramente quello difeso da Conte; fra gli altri, vi è quanto meno la disperazione di chi vede distruggere la fonte del proprio reddito, il risultato di una vita di lavoro, il proprio futuro.

E poi … difendere la vita dei cittadini, non consentire loro che mettano a rischio la vita propria e quella altrui … impedire che corrano rischi micidiali … va bene, certo. Ma analoga attenzione non è posta per evitare le continue morti sul lavoro; i continui femminicidi nonostante le ripetute denunce delle donne; le morti per tumori generate dalla diossina nella terra dei fuochi, dall’amianto piemontese o da quello dell’Ilva. E allora? Due pesi e due misure? 

“Il valore assoluto da difendere prioritariamente è la salute dei cittadini”. Frase detta con tono ultimativo, di chi non ammette repliche, con lo sguardo serio e preoccupato del buon padre di famiglia che io so quello che di deve fare che ne volete sapere voi voglio vedere chi si azzarda a dire il contrario. E invece questo  tono-non-neutro è un  tono sbagliato: nessuno di noi né “di lui” ha la verità vera in tasca, in testa, in bocca. Evviva il dubbio, evviva la diversità di idee, evviva il laicismo (= pluralità): bando alla sacralità anche solo dei toni!

Benissimo quindi ha fatto Matteo Renzi a evidenziare la dicotomia fra cittadini  garantiti e cittadini non garantiti: i garantiti, (senatori in testa; stipendiati e pensionati “sicuri”; persone con ampie scorte di denaro, n.d.r.) e i non garantiti (tutti coloro che dal blocco delle attività stanno perdendo il lavoro, il reddito, il futuro). I parlamentari sono tanti, i senatori anche, tutti hanno diritto di parlare quindi i tempi dei loro interventi sono contingentati.  Al senatore Renzi hanno dato, come a tutti gli altri, 10 minuti, nei quali non ha potuto dire tutto quello che ci sarebbe stato da dire, come per esempio che Conte non ha fatto il minimo accenno alla sofferenza dei bambini; alla situazione delle mamme lavoratrici che con la chiusura delle scuole rischiano di dovere abbandonare il proprio lavoro; di come si accinge a gestire l’enorme indebitamento che si sta creando; alla necessità di rivedere le priorità di spesa.

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Sulla parte “finanza” ieri spiegavo ad un amico l’utilità dei titoli di debito pubblico irredimibili. Mi ha controbattuto che “…però si è esposti al rischio di non trovare in borsa un compratore, quando uno volesse vendere i propri”. Gli ho risposto: “Allora tieni stretti i tuoi che ti rendono l’1% di interesse e sui quali hai avuto una svalutazione del 30%. E poi quel mercato potrebbe essere avviato dalle stesse banche, se non altro per rendere al sistema almeno parte dei rilevanti aiuti pubblici che hanno ricevuto”. (Trovate il libro in Amazon o presso di me, scontato al 335 5487516).

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Adesso gli propongo gli “italiani” esentasse …

In serata poi, accendo la TV a caso e incappo in Salvini che propone “titoli di debito pubblico italiani per gli italiani, esentasse”. E bravo, mi dico! Così facendo 1) ci si preclude il contributo dei sottoscrittori esteri; 2) non si abbatte il debito pubblico; 3) si drenano violentemente i depositi bancari mettendo in crisi l’intero sistema bancario; 4) senza la raccolta, le banche non potranno fare credito alle imprese e alle famiglie; 5) si crea un “paradiso fiscale interno” a vantaggio di chi ha denari da investire e a danno di chi non ne ha e quindi non può beneficiare di questa detassazione. Mi sembra che possa bastare … non vorrei infierire!

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