TIR- TITOLI IRREDIMIBILI DI RENDITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Luglio, 2020 @ 5:36 am

(v. post elettorale n 1, precedente)

Detto altrimenti: tanto tuonò che piovve!      (post elettorale n. 2, n. 3946)

Alle prossime comunali grazie se votate la lista +TRENTOVIVA a sostegno del candidato sindaco FRANCO IANESELLI, e grazie se indicate le tre preferenze ROBERTO SANI, ELISABETTA ZANELLA, RICCARDO LUCATTI

Io, candidato alle prossime “comunali” perchè voglio sostenere il candidato sindaco Franco Ianeselli.

.

Da mesi, da parte di aderenti al nostro gruppo Trento Viva (v. il libro di Riccardo Lucatti al quale ha collaborato Gianluigi De Marchi : “Ricostruire la Finanza – Riflessioni e proposte per l’emergenza”) è stata lanciata l’idea che enti pubblici di ogni livello, locale, statale e UE possano ridare vita ad emissioni di Titoli Irredimibili di Rendita e non di Debito, sottoscrivibili da chiunque, con un rendimento rivedibile ad un  livello interessante, cioè ad un livello superiore a quello riservato ai BOC – Buoni Ordinario Comunali, i quali possono fruttare fino ad un punto oltre i titoli redimibili dello Stato. Fiscalmente i TIR dovrebbero essere soggetti ad una tassazione pari a quella oggi riservata ai BOC (12,50%).

.

Su questa scia da parte di alcune forze politiche sono emerse alcune proposte a nostro avviso assolutamente non condivisibili, quale quella di emettere titoli irredimibili riservati a sottoscrittori italiani (“patriottici”) ed esentasse. Simili emissioni scontenterebbero i sottoscrittori stranieri, ridurrebbero il flusso dei sottoscrittori e, all’interno del paese, tenderebbero a prosciugare i conti correnti bancari mettendo in crisi il nostro sistema bancario.

Sull’argomento – fra le tante – sui TIR sono emerse altre due considerazioni: una – contraria – da parte di Maria Cammarata su la Voce del 23 giugno, che avverte che “secondo lo schema contabile UE ESA par. 5.90 e 5.96, questo titoli sono da considerarsi di debito” e quindi se emessi ad esempio in sostituzione volontaria di tranche di titoli redimibili, non comporterebbero la diminuzione del livello dell’indebitamento pubblico.

L’altra – favorevole – da parte dell’ ex ministro Tria che sul Foglio del 4 luglio  afferma come  “sia arrivato il momento di cambiare il modello stesso di finanziamento della spesa pubblica, basato esclusivamente sul debito … e che occorra che i cittadini entrino in partecipazione con lo stato per finanziarne l’attività … sottoscrivendo titoli irredimibili con cedole indicizzate al PIL nominale  invece che a tassi di rendimento fissi”.

Al che ci permettiamo di rispondere

– ad entrambi, che siamo lieti che la nostra iniziativa abbia aperto il dibattito su una tecnica che sembrava sopita ma che invece oggi merita la massima attenzione.
– A Maria Cammarata che panta rei, tutto scorre, e che se de iure condito questi titoli sarebbero di debito, nulla vieta che de iure condendo, alla luce delle nuove emergenze e necessità, possano ben essere riclassificati per quello che sono, cioè per un non-debito, trattandosi tecnicamente di uno swap finanziario: l’investitore riceve una rendita maggiore e in cambio concede che il capitale non sia recuperabile da parte dell’Ente pubblico emittente, bensì dal mercato, anche borsistico.
– All’ex Ministro Tria: noi stessi abbiamo sempre pensato a rendimenti rivedibili, quindi su questo principio siamo assolutamente d’accordo: il rendimento deve rimanere interessante nel tempo per entrambe le parti in causa.

La nostra conclusione? Che si dovrebbe proporre all’UE la modifica della classificazione ESA ed iniziare comunque ad emettere gradualmente  TIR-Titoli Irredimibili di Rendita sottoscrivibili da investitori italiani ed esteri, in sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito in scadenza, ad un rendimento rivedibile, parametrato ad un indice previsto in crescita.

Condividiamo poi totalmente il concetto sottolineato da Tria, e cioè che i cittadini – detentori di una ricchezza finanziaria tripla rispetto al nostro debito pubblico – debbano iniziare a “entrare in partecipazione con lo Stato …” senza bisogno di ricorrere ad alcuna patrimoniale, aggiungiamo noi.Infatti, il nostro Gruppo di Lavoro “Trento Intraprendente” sta elaborando la proposta di emissione di BOC da parte della città di Trento e/o di BOP – Buoni Ordinari Provinciali (da parte della Provincia) secondo la previsione dell’attuale L. 23.12.1994 n. 724 art. 35. con obbligazioni convertibili in azioni della costituenda SpA di scopo per la realizzazione della Funivia Trento-Bondone.

Riccardo Lucatti – Gianni Jacucci

Gianni Jacucci, Roma 1943, laureato in Fisica nel 1967 con 110 e lode presso l’Istituto Guglielmo Marconi dell’Universita’ degli Studi di Roma, ricercatore del CNR dal 1971 al 1986, con esperienza all’Università di Parigi e di Urbana Illinois USA, professore ordinario presso la Universita’ degli Studi di Trento dal 1986 al 2009, prima a Scienze cattedra in Fisica, poi a Ingegneria cattedra in Informatica, poi a Sociologia cattedra in Organizzazione; a Trento ha fondato assieme a colleghi il Laboratorio di Ingegneria Informatica, il Diploma Universitario in Ingegneria Informatica, la Laurea Specialistica in Lavoro Organizzazione e Sistemi Informativi, il Dottorato Internazionale in Information Systems and Organizations; ha coordinato e partecipato ad una ventina di progetti europei di ricerca ed altrettanti corsi di formazione del fondo sociale europeo; ha istituito e gestito per una decina d’anni uno sportello tecnologico per le imprese; ha pubblicato un centinaio di articoli su riviste specializzate; attualmente a riposo dall’Universita’, tiene tuttora un corso presso Scienze Cognitive a Rovereto, sull’Intervento organizzativo per l’adozione dei sistemi socio tecnici.

.