LA MIA PRIMA VOLTA DA CANDIDATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2020 @ 10:54 am

Detto altrimenti: questo èil mio post elettorale n. 1 – ne seguono altri (post 3945)

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Alle prossime comunali grazie se votate la lista +TRENTOVIVA a sostegno del candidato sindaco FRANCO IANESELLI, e grazie se indicate le tre preferenze ROBERTO SANI, ELISABETTA ZANELLA, RICCARDO LUCATTI

Buongiorno amiche ed amici, ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni comunali di Trento a fine settembre,perché
– desidero fornire alla comunità e ai giovani il contributo di esperienza di una vita spesa come top manager;
– voglio sostenere il candidato sindaco Franco Ianeselli.

La lista alla quale ho aderito  è “+ Trento Viva”, che raggruppa “Trento Viva” e “+ Europa” perché

  • localmente  fa riferimento ad una persona che ho visto impegnarsi per anni per il bene comune e con la quale ho “lavorato” per anni, oggi Sen.ce Donatella Conzatti;
  • a livello statale, fa capo ad una persona che ha fermato la marcia sovranista;
  • sono un europeista convinto;
  • il mio gruppo di appartenenza non mi ha mai chiesto di rinunciare alle mie idee: io sono un uomo libero;  “liberta è partecipazione”; quindi partecipo.

Le mie idee

  • sono laico (pluralista): accetto e rispetto le idee di tutti, purchè democratiche;
  • la democrazia in cui credo non è il potere dittatoriale di un moderno “democrator” (che due millenni fa esercitava il potere sul popolo), né lo strapotere del popolo (delle reti) al di fuori di una democrazia parlamentare;
  • sono contrario all’etica dei principi che conduce all’integralismo, come pure all’etica del risultato che conduce al cinismo;
  • sono favorevole ai compromessi virtuosi, quelli che per secoli hanno fatto la Storia;
  • sono contrario allo statalismo ed al liberismo sfrenati;
  • combatto la retorica strumentale, la demagogia, il populismo, il sovranismo;
  • sono favorevole al liberismo sociale, ovvero ad uno sviluppo che coinvolga e responsabilizzi il privato in un’ottica del superamento del semplice utile economico, bensì mirato al raggiungimento dell’utile sociale;
  • fornirò il mio contributo sulla base della mia esperienza umana e professionale, per avvicinare il settore pubblico e privato alla metodologia stile Adriano Olivetti – Pierluigi Celli e per trasformare la finanza e l’economia pubblica e privata in una finanza ed economia mista e soprattutto umana;
  • cerco di diffondere la cultura del potere unito sempre alla responsabilità;
  • da 40 anni credo e combatto in favore dell’Idea Europa, oggi più che mai indispensabile per essere uno degli Attori del mondo;
  • da anni opero nel sociale e pongo la Persona al di sopra di ogni altro valore;
  • sul lavoro, sono convinto che le persone si conoscano dalla loro storia più che dal loro curriculum, e che il primo fattore della produzione non sia il capitale né il lavoro, bensì la motivazione del lavoratore;
  • sono impegnato per la parità di genere;
  • difendo la natura e la bellezza;
  • dalla politica del futuro e del gerundio (farò, sto facendo) voglio che si passi alla Politica del presente e del passato prossimo (faccio, ho fatto);
  • mi batto per un linguaggio politico e di governo comprensibile da tutti e per una comunicazione per dati raggruppati e soprattutto significativi;
  • credo che l’ordine delle priorità debba essere costantemente aggiornato;
  • sono contrario alle “gestioni separate” degli investimenti, cioè a mantenere garantiti a certe specifiche destinazioni ricchi finanziamenti pluriennali a prescindere dal cambio delle priorità e dalla rarefazione delle risorse finanziarie..
Riccardo (classe ’44) A colloquio con Alexander Schuster (“classe” 42 anni di età!) di “+ Europa”: generazioni a confronto

Dice … ma votare chi? Ecco la mia storia: Genova 3 febbraio 1944, laurea in legge, sposato con Maria Teresa, due figli, tre spledide nipotine . Già istruttore sezionale di alpinismo, Sottotenente (ora Tenente!) nella Brigata Alpina Tridentina. Dirigente d’azienda a trent’anni, ho operato come top manager in aziende pubbliche e private, italiane, estere e trentine, industriali, commerciali, di servizi, ingegneristiche e finanziarie. Attualmente in pensione, sono attivo in associazioni sportive, culturali e del sociale. Sono Presidente dell’Associazione Restart Trentino; partecipo a gruppi di lettura, pratico la vela agonistica, lo sci da discesa, tanta bicicletta e sono un blogger instancabile. Amo i fiori e gli animali. Abito a Trento in Viale Trieste 13, scala D, terzo piano tel. e fax 0461 982454 – cell. 335 54875116 – riccardo.lucatti@hotmail.it – Presto aprirò un mio profilo su FB.

Dice … ma votare cosa? sì a Trento Funivia del Bondone, da realizzarsi con una SpA mista pubblico-privata, inserita in un progetto che faccia di Trento capoluogo Bikeland; sì a Trento città della Bellezza; sì a Trento sempre più intermodale, con una Valdastico completata ; sì a Trento Autonomia, che decida in prprio sugli investimenti su Trento; sì a Trento capitale del Concilio di ieri e Trento conciliatrice delle diversità di oggi; sì a Trento sociale accogliente verso tutti; sì a Trento cultura, città nella quale la scuola non dia solo capacità ma anche conoscenza; sì a Trento attraente per i giovani e assistente per gli anziani; sì a Trento anello interculturale fra nord e sud; sì a Trento città UE; sì a Trento parità di genere; sì a Trento little but great; sì a Trento “finanziaria”.

Per chiarimenti telefonatemi al 335 5487516 o scrivetemi a riccardo.lucatti@hotmail.it – A mia volta, per quanto possibile, cercherò di contattarvi io stesso singolarmente. Se condividete le mie idee, vi chiedo di votarmi. In ogni caso, parliamone. Molto presto aprirò un profilo su FB. Vi ringrazio.

Trento “finanziaria”, un approfondimento: oggi ho spedito questo mio intervento ad un quotidiano locale …

TITOLI DI DEBITO O DI RENDITA

Sono balzati recentemente alla ribalta i BOC-Buoni Ordinari Comunali e i Titoli Irredimibili di Rendita. Parliamone un po’. I BOC sono titoli di debito – ovvero redimibili – emessi dal Comune secondo l’art. 35 della L. 724 del 23.12.94 con durata non inferiore a cinque anni, il cui ricavato è utilizzabile solo per investimenti, aventi un rendimento per l’investitore fino ad 1 punto superiore al rendimento dei titoli di debito di Stato (quindi oggi potrebbero rendere 3,4%) ed un regime fiscale ridotto al 12,50%. Questi titoli sono convertibili nelle azioni delle società di scopo pubblico-private create per la realizzazione dei relativi investimenti. Questo strumento sarà oggetto della mia proposta quale candidato di Trento Viva alle prossime elezioni comunali, in quanto tende a trasformare il capitale privato degli investitori da capitale di credito in capitale di rischio, cioè in azioni di SpA e a convogliare le risorse finanziarie private raccolte dal settore pubblico verso investimenti anzichè verso la spesa corrente di geestione.

In parallelo si è molto discusso di un’altra caratteristica dei titoli pubblici, ovvero della loro possibile irredimibilità: sono titoli irredimibili quelli rispetto ai quali l’Ente emittente è impegnato solo al pagamento degli interessi ma non alla restituzione del capitale, mantenendo l’opzione al loro riscatto. Si tratta di uno swap, uno scambio: l’investitore riceve un rendimento maggiore (oggi potrebbe essere intorno al 4%, con formula rivedibile ad esempio ogni 5 anni) e in cambio concede che il rimborso del capitale non gli sia dovuto dall’ente emittente bensì dalla vendita dei suoi titoli nella borsa valori. Sono evidenti i vantaggi per le due parti in causa: l’una riceve una rendita maggiore; l’altra non è tenuta ai rilevanti esborsi in linea capitale ed inoltre può annoverare queste emissioni al di fuori del computo del livello del proprio indebitamento. I TIR-Titoli Irredimibili Rendita potrebbero iniziare ad essere emessi in Italia gradualmente, in sostituzione volontaria delle tranche di titoli redimibili in scadenza. Successivamente nuove emissioni potrebbero essere collocate tramite le banche, le quali percepirebbero una loro commissione ma soprattutto – contribuendo ad avviare la trattazione in borsa dei titoli in questione – si “sdebiterebbero” verso il sistema pubblico degli aiuti ricevuti a sanatoria della loro mala finanza del recente passato.

Recentemente su questa idea, riportata all’attenzione da un libro di Riccardo Lucatti, al quale ha collaborato Gianluigi De Marchi “Ricostruire la Finanza – Riflessioni e proposte sull’emergenza”, si è inserita la proposta di far emettere dallo Stato Titoli prima a lunga scadenza (quindi redimibili) poi senza scadenza (irredimibili) con due particolarità: riservati agli investitori italiani (“patriottici”) ed esentasse. Al che osservo quanto segue:

  • escludere gli investitori stranieri significherebbe rinunciare ad un importante flusso di investimenti esteri, e “scontentare” chi da anni e per anni ha contribuito al buon esito delle aste dei nostri titoli pubblici di debito; inoltre significa scavare un solco fra l’Italia e l’UE con una finanza che divide anzichè colmarlo con una finanza che unisce;
  • se poi queste emissioni riservate fossero per di più esentate da ogni forma di tassazione, esse attrarrebbero a sé i depositi bancari, mettendo in crisi il nostro sistema bancario.

A livello UE, ove questi titoli Rendita a livello UE fossero emessi anche solo da una parte degli stati, essi attrarrebbero a se’ gli investimenti della finanza privata anche degli stati non partecipanti all’emissione. Sarebbero quindi uno stimolo all’emissione di Bond UE (Irredimibili) da parte di tutti i paesi UE.

La conclusione: di ogni iniziativa occorre aver chiaro l’obiettivo dell’agire e la ratio, ovvero la ragione dell’agire. L’obiettivo è procurare agli Enti pubblici il denaro necessario alla realizzazione degli investimenti necessari a riconvertire lo sviluppo verso il nuovo modello che ci è imposto “anche” dal dopo pandemia, diminuendo al contempo il prprio debito; la ratio che induce ad utilizzare questi strumenti è l’opportunità di attivare l’enorme disponibilità finanziaria privata (in Italia tre volte superiore al livello del debito pubblico!) verso scopi pubblici senza imporre alcuna tassa patrimoniale, bensì su base volontaria e la necessità di avvicinarci sempre di più all’UE anziché prenderne le distanze.

Finisce

Al momento di andare in stampa di apprende …

Nato nel 1971, non ha potuto vivere il tempo della “lira funesta che infiniti addusse lutti agl’Italiani!

… che il sindaco di Verona starebbe per lanciare un referendum per “l’uscita della città dall’UE”. Al riguardo ricordo a tutte e a tutti cosa successe alla nostra lira negli anni ’70, dopo la cessazione degli accordi di Bretton Woods del 1945 che avevano istituito il sistema dei cambi fissi. Fino ad allora, il dollaro USA era agganciato all’oro (35 USDollari l’oncia e un dollaro ci costava 625 lire. Da quel monento in Italia ci fu una forte svalutazione; una rigida stretta creditizia e valutaria; i tassi bancari nominali supoerarono il 25% (costo effettivo annuo anche oltre il 35%); gli importatori dovevano pagare le loro importazioni obbligatoriamente a debito di conti di finanziamento in divisa estera e versare a Bankitalia in un conto infruttifero bloccato per sei mesi la metà di quegli importi. Ma … già, nel 1970 molti dei politici sovranisti attuali non erano ancora nati. Evvabbè, chissà che leggendo queste righe, non ci riflettano un po’ …

Nel frattempo, ci siamo incontrato con il “nostro” candidato sibdaco Franco Ianeselli. Così commenta il Dolomiti:

TRENTO. Mentre la destra ancora litiga sul tenere o meno come candidato sindaco Alessandro Baracetti e sono sempre più insistenti le voci che vedrebbero l’avvocato, sul quale aveva puntato Bisesti a inizio anno, scaricato anche dalla stessa Lega (comunque andrà a finire questa vicenda è stata davvero una brutta pagina di politica con una persona messa in discussione per mesi e ”colpita” ai fianchi da quelli che sarebbero dovuti essere i suoi stessi sostenitori) il centrosinistra prosegue il suo percorso per costruire un programma chiaro e condiviso da tutta la coalizione. 

Schuster, Sani, Ianeselli

E così ieri sera il candidato sindaco Franco Ianeselli ha incontrato i candidati di  +Trento Viva che gli ha consegnato il suo programma e spiegato principi e speranze. ”La nostra è una casa giovane, innovativa, femminista e attenta all’ambiente si legge nel documento stilato dal movimento – dove si lanciano idee per la città di Trento, la Provincia di Trento, il nostro stare in Europa nel prossimo decennio. Per una politica viva, fatta di passioni e di partecipazione. Donne e uomini devono avere in concreto eguali diritti e medesimi doveri. Per questo motivo ci vogliamo impegnare a promuovere costantemente sia i diritti delle donne che dei giovani nel lavoro, nella vita sociale e nella partecipazione politica. Ogni nostro organismo politico è costruito sul principio sia della parità di genere che di generazione”. 

‘Vogliamo – proseguono – che i giovani siano protagonisti delle scelte fondamentali del paese. Sentiamo la responsabilità di un patto tra generazioni. I nostri punti di riferimento sono la Costituzione repubblicana e antifascista, la Carta dei Diritti fondamentali dell’UE, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la consapevolezza scientifica della crisi climatica che sta sconvolgendo il pianeta. Poniamo, quindi, la persona al centro della nostra azione politica. Ci ispiriamo a un umanesimo integrale, fondato su rispetto, giustizia e uguaglianza e valorizzazione delle diversità. L’inviolabilità dell’identità, la tutela dei dati personali e la dignità delle persone sono il fondamento del patto di cittadinanza. Crediamo nel principio di solidarietà: nessuno deve rimanere solo di fronte alle sfide della vita e tutti devono poter sviluppare il proprio potenziale umano, valorizzando i meriti e garantendo pari opportunità”. 

Io sono fuori campo, ma a sinsitra quella mezza birra e la pizza che fanno capolino sono le mie!

+Trento Viva prosegue spiegando che l’impegno è quello di realizzare in concreto questi principi soprattutto per chi è più svantaggiato, a partire dalle persone con disabilità e da quelle che non si riconoscono nei canoni e nei ruoli della famiglia “tradizionale”, consapevoli che ciò è garanzia della piena cittadinanza per tutte e tutti. ”Non rinunceremo mai a difendere lo stato liberale – continuano – garante delle libertà di tutti e di ciascuno: stato laico, inclusivo e fondato sulla divisione dei poteri. Ci sentiamo parte di una comunità in cui i diritti vanno sempre associati ai doveri, nel solco dello spirito costituzionale. Responsabilità e impegno sono valori irrinunciabili. Ciascuno di noi deve contribuire al bene comune secondo le proprie possibilità e capacità. Sosteniamo l’innovazione, promuovendo l’adeguamento costante delle competenze individuali e proteggendo le persone con un sistema di welfare generativo, che aiuti gli individui e le famiglie, investa sulle nuove generazioni e dia sicurezze ai più indifesi, per una società solida e solidale. Crediamo nel valore dell’impegno solidaristico e nel principio di sussidiarietà. Contrastiamo il nazionalismo, il sovranismo, il protezionismo, l’assistenzialismo, la paura dell’altro”.