PANDEMIA E QUESTIONE DI GENERE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2020 @ 3:22 pm

Detto altrimenti: il genere è doppio (maschile e femminile), la razza è unica (umana): ma possiamo anche parlare di un unico  “genere umano” (post 3944)

Nel corso del 2019 ben 37.611 neo mamme hanno abbandonato il lavoro per l’impossibilità di conciliarlo con la vita famigliare, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente.  Di quanto si incrementerà questo dato nel 2020? Ma c’è anche molto altro …

Sto leggendo i contenuti, anzi imparando da questi, di un articolo di mio figlio Edoardo (semiologo e media specialist del Gruppo Hera, Bologna) pubblicato su indiscreto.org.- Molti i richiami ivi esposti. Provo ad elencarne alcuni:

  • la pandemia ha riconfigurato le agende di tutti gli attori, sviando l’attenzione dal problema del cambiamento climatico.
  • Occorre sfruttare i bassi tassi di interesse per rilanciare investimenti in infrastrutture Climate-resilient.
  • La pandemia non può essere una scusa per rallentare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili e sicuri.
  • Non possiamo pretendere di gestire il rischio senza affrontarne le cause economiche, politiche, sociali, antropologiche: ad esempio, l’industrializzazione intensiva degli allevamenti è la principale causa dell’apparizione e propagazione di malattie zootecniche trasmesse dagli animali agli esseri umani.
  • Esiste un nesso di causa ed effetto fra l’insorgenza delle pandemie e la compromissione dei più fondamentali equilibri ambientali (fra il 2011 ed il 2017 L’OMS aveva già registrato circa 1500 eventi epidemici nel mondo).
  • I risarcimenti economici a seguito di violenze alla natura e al clima non pareggiano mai in prospettiva i danni arrecati.
  • La pandemia attuale si propaga facilmente in un mondo fortemente interconnesso, con andamento non lineare, con effetto moltiplicatore: essa non è un esempio, è un inizio.
  • Non basta l’intervento finanziario (UE 2400 miliardi; commissione Ue 750 mildi) di cui 170 all’Italia (il commissario UE all’Economia, Paolo Gentiloni, insiste a che questi fondi siano spesi entro il 2022): occorre passare dalla società del sintono a quella della profilassi.
  • Occorre una grande rivoluzione culturale, alimentata da un linguaggio semplice che veicoli l’adesione ad un modello di vita, di democrazia e di sviluppo diverso. Occorre interpretare la salute del singolo come un fatto sociale.

Quando il figlio supera (abbondantemente) il padre …