INCONTRI: PIERGIORGIO SESTER

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Giugno, 2020 @ 4:20 pm

Detto altrimenti: un amico nella Cooperazione        (post 3943)

1873-1895

1870 – Impero Austro Ungarico. Si era all’apice della fase del cosiddetto Grunderzeit, periodo di forti speculazioni, enfasi della new economy, sulla scia dello sviluppo delle reti ferroviarie europee. Le società ferroviarie prosperavano, idem le società dell’indotto, la gente si indebitava per comperare azioni e poi rivenderle con forti utili. Fino al crack del 10 maggio 1873, il giorno d’inizio della Grande Deflazione, quando ci si accorse che “il re era nudo!”. L’abuso del ricorso al credito fra l’altro aveva generato la mancanza di credito disponibile per le imprese. Si era generata una ricchezza fittizia. Le stesse banche si erano lasciate trascinare verso il facile guadagno, basato su finanza pura, su progetti fondati sulla sabbia.  Le imprese senza credito ridussero la produzione, licenziarono. Il reddito dei lavoratori diminuì. Idem i consumi. La più colpita fu l’edilizia. La gente cercò di tornare alla terra, in campagna, ma la campagna era stata automatizzata e non assorbì mano d’opera. Ecco l’emigrazione come unica via si salvezza. Forte esodo verso il sud ed il nord America. Negli anni dal 1850 al 1874 Vienna rilasciò 4061 passaporti per gli USA. Nel solo 1875 ne rilasciò 4.974 di cui 97,2% ai soli Trentini.

In quegli stessi anni, in Trentino Don Lorenzo Guetti, sul modello delle Reiffeisen tedesche, fonda la Cooperazione trentina per il perseguimento del Bene Comune, ovvero quel bene realizzato con l’apporto diretto sin dall’inizio di tutti. Per capirsi una scuola, una via, una piazza, un ponte sono beni pubblici, collettivi: non “Beni Comuni” (a parte il Ponte delle Zigherane a Borgo Sacco, costruito con i denari delle zigheraie, le operaie della manifattura  tabacchi). Ed ecco il mio interesse ad entrare un po’ più a fondo nel settore, approfittando della conoscenza di Piergiorgio, un amico Vice Presidente della Cooperativa Green Blok e già una volta candidato alla Presidenza della Federazione Trentina della Cooperazione, il quale ha accettato di essere intervistato. Infatti è candidato all’Assemblea elettiva che dovrà provvedere all’elezione delle cariche nel luglio prossimo.

Piergiorgio, cosa ti ha spinto a renderti disponibile a questo impegno?

Vedi, Riccardo, innanzi tutto grazie per l’ospitalità che alle mie idee dai sul tuo blog. Cosa mi ha spinto? Il fatto chenegli ultimi due anni dentro la Federazione abbiamo assistito ad un dissanguamento di energie e all’impossibilità di affermare una visione strategica del futuro basata sulla riaffermazione dei nostri valori iniziali.

Ok, questa la motivazione di fondo, ma … la scintilla?

E’ stato il virus che si sta portando via parte della generazione che ci ha garantito il mondo che conoscevamo e che era della solidarietà, della fraternità, della condivisione delle responsabilità, del sacrificio e dell’amore per la democrazia. Ora saranno possibili nuove tensioni sociali ed economiche e ulteriori squilibri tra generazioni, nel mondo del lavoro, della disparità di genere e tra aree geografiche e dobbiamo interrogarci su come operare per contrastare ulteriori disuguaglianze.

Mi puoi indicare alcuni fra i punti del tuo programma, le tue idee, insomma, in merito ai molti aspetti che sono comunque da affrontare?

Certo, con piacere. Ecco alcuni punti del mio pensiero-programma

Democrazia. Riaffermare e vivere in concretezza il principio di democrazia e partecipazione anche e soprattutto all’interno di tutti i nostri organismi e nelle modalità pratiche con le quali regolamentiamo la nostra vita associativa. Infatti purtroppo nel mondo si annuncia un deficit di democrazia e l’Europa deve decidere se combattere ed avere un ruolo o se abdicare ai nazionalismi e sovranismi di varia specie.

Salute, assistenza e sicurezza. La salute ed i servizi alle persone ed ai più deboli, con il rafforzamento della presenza territoriale grazie alla capillarità della diffusione delle realtà cooperative ma anche tramite sinergie con tutto il terzo settore ed il sistema delle imprese, oltre al raccordo con le istituzioni. Sino ad oggi pensavano che in casa di riposo i nostri anziani fossero sicuri, ma questa vicenda ci deve insegnare qualcosa che ci permetta di migliorare preparazione, formazione a tutela dei lavoratori e degli ospiti.

Le nuove tecnologie. La diffusione e l’impiego delle nuove tecnologie, con l’obiettivo che non diventino occasione di nuove povertà, discriminazione e carenza di opportunità per quanti non vi possono accedere. Credo che, come tutti hanno potuto avere, nello scorso secolo, una cassetta delle lettere sotto casa, così dovranno avere una cassetta virtuale e i devices necessari per le diverse attività a distanza, che sempre più si diffonderanno, dalle banche, all’istruzione, agli ordini per la spesa, ecc..

Logistica, filiere e reti. Servirà un impegno forte in termini di costruzione di piattaforme fisiche e virtuali per la gestione della solidarietà e della socialità e dei fabbisogni anche minimi, con un’attenzione straordinaria all’organizzazione di una nuova logistica sia nei trasporti che nel supporto alla mobilità delle merci, per consegna e ritiro. Creare delle filiere corte per la gestione dei servizi ma dall’altra parte allungare le reti di collaborazione tra le imprese, favorendo il raccordo tra le regioni ed i territori alpini. Dopo la poco edificante esperienza degli stati generali della montagna, sarebbe tempo di pensare a degli stati generali delle regioni alpine. Filiere corte e condivisione delle competenze anche per il miglioramento e la valorizzazione delle produzioni locali ma anche capacità di affrontare un mercato globale, garantendo anche attraverso il trasferimento delle conoscenze ed il controllo degli standard quanto prodotto o fornito da altri territori, non solo quindi made in Trentino, ma prodotto secondo la qualità trentina.

Organizzazione del lavoro e nuove abitabilità. abbiamo tutti imparato ad usare meglio le tecnologie a nostra disposizione, anche per organizzare delle riunioni a più voci o condividere dei documenti di lavoro e scoperto che molte volte ci eravamo sobbarcati inutili e pesanti spostamenti. Abbiamo compreso che forse si può migliorare efficacia del lavoro, ridurre rischio di incidenti e migliorare l’impatto sull’ambiente anche lavorando dalla nostra sede o da casa. Abbiamo anche capito che le nuove tendenze nell’organizzazione del lavoro, che hanno avuto una accelerazione da questa vicenda, porteranno ad una alternanza tra sede lavorativa e propria abitazione, ma anche che le abitazioni attuali sono inadeguate ad ospitare più persone impegnate in attività a distanza.

Grazie, Piergorgio, mi dispiace chiuderla qui, ma sai … i nostri post non devono essere più lunghi di tanto. L’augurio che faccio a te ma soprattutto ad ognuno di noi è che questi temi superino il livello della informazione e della comunicazione per raggiungere quello del dialogo: infatti solo con un dialogo costruttivo si contribuisce, da parte di tutti coloro che dialogano, alla costruzione del Bene Comune.