LE PAROLE DI RENZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2020 @ 7:07 am

Detto altrimenti: “Le parole vere che dicono senza bisogno di orpelli, sono quelle che un capo può spendere perchè la sua storia personale le legittima” – Queste sono Parole di Pier Luigi Celli (v. il suo libro due post fa) che io mi permetto di condividere in pieno.  (post 4105)

Renzi, e altri come lui sia pure su piani e in ambiti anche molto diversi, ha una storia. Non ce l’ha chi si trova in posizioni “superiori” per i meccanismi elettorali (e non voglio nominare un gruppo in particolare!) o organizzativi di sistemi, chi poi cerca di far prevalere gli organigrammi ai funzionigrammi, sacrificando i contributi migliori di chi una storia invece ce l’ha.

Renzi ha una Storia con la “S” maiuscola e sta sta operando quale minoranza all’interno della maggioranza di governo svolgendo due ruoli: 1) quello della cosidetta “opposizione” di governo, la quale sta omettendo di “opporsi” al tentativo di delegittimazione del Parlamento; 2) quello di “critica costruttiva”, quando cerca di indirizzare l’azione della maggioranza alla quale lui stesso appartiene, verso scelte concrete, specifiche, motivate, logiche, necessarie.

Il primo contributo di Renzi mi pare che sia quello di cercare di condurre il governo ad avere una visione d’insieme dei problemi e delle soluzioni. Un governo che invece ogni giorno si immerge sempre di più nelle onde incrociate (da vecchio velista: le più pericolose per la navigazione!) delle percezioni sensoriali di un mare in tempesta (i singoli bisogni e i singoli provvedimenti) e non riesce a salire in cima all’alta scogliera per avere di quel mare la necessaria visione d’insieme.

La controprova di ciò che affermo sta nel fatto che oggi a noi, Istituzione Cittadini, non è dato di capire appieno la situazione che ci coinvolge in quanto non siamo aggiornati – ad esempio – sull’andamento dell’indebitamento pubblico e sul suo piano di rientro; sul peso specifico di ogni singola decisione di intervento, sia quanto a risorse destitate rispetto al totale disponibile, sia quanto a risorse investite rispetto al totale necessario al settore interessato; sulla necessità del riordino delle priorità di spesa e di investimento; sulla concreta capacità di incassare i fondi UE (negli ultimi sei anni l’Italia è riuscita a spendere solo il 40% delle somme destinatele! Media UE 47%; Spagna 35%; Slovacchia 38%; Lussemburgo 68%; Irlanda 69%; Finlandia 77%).

Noi non la stiamo capendo, questa situazione, ma Mario Draghi sì ed ha lanciato un severo avvertimento che tuttavia non è stato raccolto da Giuseppi. E qui un’altra osservazione: la moneta (e la politica) cattiva scaccia quella buona.

Mentre scrivo mia moglie dorme ancora nella stanza accanto ed io non ho ancora sentito la radio nè letto i giornali: non conosco quindi l’esito della riunione di ieri sera fra Renzi e Giuseppi.