LP, LONG POST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2020 @ 9:48 am

Detto altrimenti: dal mio profilo FB    (post 4121)

1 – ARRIDATECI LE SCUOLE DI PARTITO!

Non voglio infierire, ma … raga, per guidare un motorino ci vuole la patente, per guidare il paese no? E non va bene nemmeno se tu sei un prof universitario e/o un avvocato, figuriamoci se possono andare bene gli estratti sorte da 300 clik! La nostra è una democrazia parlamentare nella quale il potere “del” popolo si esprime attraverso partiti politici (art. 47 della Costituzione), arriva in Parlamento e quindi al Governo. Solo che da noi … be’, mi spiego con una storiella:

  • In Germania ci sono cose vietate e cose permesse.
  • In Inghilterra è tutto permesso tranne ciò che è vietato.
  • In Russia è tutto vietato tranne ciò che è permesso.
  • In Italia è permesso tutto, anche ciò che è vietato.

Da noi cosa? Un esempio: l’art. 47 della Costituzione prevede che i cittadini possano partecipare alla vita politica “attraverso partiti politici democraticamente organizzati”. Non sono previsti “movimenti” per di più organizzati in altro modo. Ecco perchè io, che non appartengo nè apparterrò mai a quel movimento, io sto “dalla parte di quella loro parte” che vorrebbe trasformarsi in “partito democraticamente organizzato”. Un partito organizzato … e che anche gli altri partiti si organizzino innanzi tutto rivitalizzando le Scuole di Formazione: non ci possiamo più permette l’improvvisazione. Il solo campo nel quale può esserci “improvvisazione” è quello della creatività lungimirante e organizzata a sistema. E qui o uno è coraggiosamente creativo di suo, ha una visione manageriale, d’insieme e sistemica di suo oppure non ci sono santi: non basterà nessuna Scuola di Partito. E’ un po’ come l’autorevolezza: o ce l’hai di tuo o nessuno te la può dare.

2 – HA NEVICATO!

Questa notte siamo passati da zona rossa a zona “bianca”! La neve rinnova e “rinneva”, coprendo di una bianca coltre le nostre paure: ricordate la pioggia che fece cessare la peste manzoniana? Non sarà certo questa nevicata a sconfiggere il virus, ma immaginare una cosa simile è già un sollievo. E “siccome che” mi sento risollevato, questa mattina penso positivo e pertanto il mio sarà un post costruens, un contributo positivo al nostro pensiero per una azione positiva. Mi piace pensare ad uno splendido obiettivo sociale e politico nel quale siano compiutamente realizzati tutti i princìpi della nostra Carta Costituzionale, la più bella del mondo. Dice … ma è un’utopia! Si amici, ma … badate: l’utopia è un traguardo semplicemente non ancora raggiunto! Utopia, il saggio-libro scritto intorno al 1500 da Thomas More, alias Tommaso Moro, alias San Tommaso Moro dal 1935. Mi permetto di dare un consiglio a chi non conoscesse autore e opera: prima leggete la vita di More, poi il suo libro. Un uomo coerente fino al sacrificio della vita, un libro, il suo, che più che indicare un modello politico, ci indica un metodo di fare politica e cioè che la Politica deve affrontare l’intero sistema – attuale nella prospettiva futura! – degli aspetti della vita dei cittadini, deve risolvere tutti i loro problemi, deve stimolarli, farli crescere innanzi tutto culturalmente, deve rispettare le loro diversità, le loro diverse aspirazioni, le loro scelte. Esattamente il contrario di una “politica cinese” tanto per fare un esempio, quella del pensiero unico di un capo a vita con il suo pensiero inserito nella costituzione: il massimo del populismo qualitativo condannato da Umberto Eco nel suo libro “Il fascismo eterno”. Dice … ma la Cina si avvia a superare l’economia USA. Certo a superare l’economia, come la Germania nazista aveva superato l’Europa e come la Cina stessa era ed è già almeno in parte “fermata” da un microscopico virus. Scrivo così sollecitato dalla nevicata e in risposta ad un commento ad uno post (due post fa), quello dell'”Arridateci le scuole di partito”, commento nel quale si auspica la cancellazione degli “inutili” partiti politici (previsti all’art. 47 della nostra Costituzione) inneggiando alla Cina nella quale i partiti politici non esistono e tutto “finziona” meglio. Per fortuna che un altro commentatore ha confermato questo concetto: è vero, in Cina tutto “finziona” meglio. Per finta, appunto.

3 – A COSA STO PENSANDO? Alla CONFERENZA STAMPA DI MATTEO RENZI DI IEIR SERA!

 Un vero general manager della politica, anzi, di più, un Presidente Amministratore Delegato che cerca di fare crescere i giovani dirigenti neo promossi (e voglio essere generoso!) che ha intorno! Questo è il miglior complimento e riconoscimento che gli posso fare io che ho passato una vita a dirigere SpA d’ogni tipo, finanziarie e operative, italiane dd estere, grandi e piccole. Fra la ricchezza dei suoi contenuti, quattro in particolare: ha invitato quei “dirigenti” 1) a leggersi tutto il loro Recovery Plan, prima di avere la pretesa di proporlo! 2) a notare che in quanto il loro piano prevede di generare un incremento del PIL del solo 2% (a fronte di una precedente perdita del 10%) ed un aumento dell’occupazione al Sud inferiore all’1% … be’, in quanto tale se non altro per questo è un piano “suscettibile di ulteriori miglioramenti” (per usare un eufemismo ); 3) a notare che un piano che dedica solo 2 mildi e mezza paginetta ai giovani non è un piano per lo sviluppo futuro del Paese. 4) che non si cresce riducendo dell’ 1% il costo dei vecchi investimenti in corso, ma facendone di nuovi, produttivi (in primis sulla cultura!)

4 – LA POLITICA SECONDO MATTEO

Dicono che governare uno Stato o una città non sia come governare una SpA e semplificano il concetto con la frase “gubernar non es asfaltar”. E invece le due attività di governo sono sempre più simili: infatti la SpA non può più avere come obiettivo predominante (se non esclusivo) l’utile economico e il risultato finanziario (e di ciò parlerò in altra apposita sede); nè il governo della cosa pubblica può ormai prescindere dal risultato economico e finanziario, se non altro per abbattere il debito pubblico accumulato (pari al 160% del PIL in Italia). Ecco che ieri, ascoltando l’ottima conferenza stampa di Matteo Renzi, mi è parso di ascoltare la relazione programmatica di un Presidente Amministratore Delegato di una enorme Gruppo Industriale all’Assemblea dei propri Azionisti. E se io fossi stato uno dei giornalisti inviati all’evento (o un azionista di quel gruppo) , la domanda che avrei fatto a Renzi sarebbe stata la seguente: “Non crede lei che sarebbe necessario già da ora esaminare la prospettiva che lo Stato emetta serie di Titoli Irredimibili di Rendita non di debito, per contribuire anche per questa via a ridurre il debito pubblico, aumentando al contempo la sua disponibilità finanziaria?” E nell’articolo di stampa che avrei pubblicato per il mio giornale avrei evidenziato un secondo concetto: che l’avventura che ha portato al governo persone improvvisate e prive della necessaria esperienza politica, le quali si trovano a gestire molti problemi con molte soluzioni parziali, scoordinate e senza una visione d’insieme e di futuro, ecco … quella loro avventura rischia di diventare una disavventura per il Paese.

5 – UN NUOVO MINCULPOP

A parte la maliziosa assonanza con una frase che oggi vorrebbe indicare che si sta prendendo … in giro il popolo, la sigla rappresentava il Ministero (fascista, n.d.r.) per la cultura (rectius: discultura, n.d.r.) popolare: il duce al lavoro anche di notte (“Lasciate accesa la luce del suo studio, che si veda dalla strada quanto lavora!”); il duce al lavoro nei campi a trebbiare (“Buona la prima! Ora tutti a pranzo!”), il duce con i marinai a cazzare una vela; etc.. Oggi la cinematografia della comunicazione è maturata ma il significato (deviante, n.d.r.) è immutato: l’uomo di (del) Governo sempre assorto, con i suoi bei fogli sempre in mano, passo deciso, frettoloso di chi non ha tempo da perdere perchè sta risolvendo i nostri problemi: infatti gli stessi filmati, assai ben riusciti secondo i canoni di un novello Minculpop, vengono riproposti, sempre uguali (e qui casca l’asino!) a diversi giorni di distanza, come per attualizzare in un tempo infinito quegli “istanti perenni”.