UN PROGETTO COMUNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2021 @ 4:20 am

Detto altrimenti: realizzato con l’apporto iniziale e duraturo di ognuno        (post 4128)

Prima Leopolda, io non c’ero anche perchè non ero (e non sono) di quel partito. Tuttavia, qualche sera dopo, in un circolo culturale trentino, una collega “culturale” che invece c’era stata, nel raccontarci brevemente e soprattutto incidentalmente quella sua esperienza, era visibilmente commossa per l’entusiasmo che aveva provato e che provava. Quella persona credeva in quel capo per la professionalità (politica) che aveva.

Anch’io da qualche anno ho un “capo“, ovvero una Persona alla quale mi riferisco politicamente dopo averla vista lavorare sul campo con competenza, professionalità, dedizione, impegno. Una persona verso la quale sono debitore di una quantità e qualità di impegno nella professione politica (politica alla greca, ovvero capacità di amministrare la cosa pubblica, quindi ciò che è anche mio) che quella Persona sta profondendo “anche da parte mia e per mio conto”.

Ciò non significa che io abbia “rinunciato” ad avere un pensiero mio, ad esprimerlo: basta leggere tanti miei post qui su FB a anche sul mio trentoblog.it/riccardolucatti per rendersene conto. Il fatto è che abbiamo molto in comune: soprattutto una vita di lavoro, la volontà di eliminare una retorica comunicativa usurata, la reciproca disponibilità al dialogo ed al confronto, il rispetto reciproco: da questo lavoro comune è nato un Progetto Comune.

Ho usato il termine “comune” non a caso. Mi spiego: il nostro Progetto è quello di una politica seria, impegnata, concreta, fatta di contenuti ragionati. Ed è “comune” in quanto è un Bene Comune ovvero un Bene REALIZZATO ATTIVAMENTE SIN DALL’INIZIO con l’apporto diretto e personale di ognuno di noi, non semplicemente un PROGETTO CONDIVISO PASSIVAMENTE da tutti noi che sarebbe, come una piazza, una scuola, una strada, soltanto un progetto/bene collettivo, pubblico, del pubblico.

L’apporto concettuale di ognuno quindi, non la semplice “adesione” al pensiero altrui. Infatti a mio modesto avviso (e se mi sbaglio mi corigerete!) la semplice adesione (o avversione) “a prescindere” ad un capo porta alla nascita di masse osannanti/condannanti una persona, cioè a quella massa informe che Umberto Eco definisce vittima del populismo qualitativo, cioè di una massa di persone soprattutto superficiali e distratte, private del pensiero personale, massa alla quale viene attribuita dal capo di turno la propria volontà, “contrabbandata” come volontà unica ed unitaria di quella massa.

Il concetto è espresso da Eco nel libro “Il fascismo eterno” scritto venti anni fa ma oggi più attuale che mai, oggi che questo stesso pericolo concettuale è espresso da frasi come “dobbiamo essere uniti, lavorare tutti nella stessa direzione, remare tutti insieme” al fine di eliminare il doveroso e legittimo confronto sui contenuti e azzerare l’intelligenza ed il contributo individuale e il dialogo. RECO …CONTE PLAN DOCET.

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