IL TEMPO TROPPO BREVE – IL POTERE TROPPO CONCENTRATO – CONTE V. RENZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2021 @ 9:17 am

Detto altrimenti: Conte v. Renzi    (post 4538)

(Conte va contro Renzi, difensore della Democrazia Rappresentativa Parlamentare, contro la democrazia diretta da Conte o da chi per lui. Non viceversa)

Non si legge più, non si ragiona più, non dialoga più. Siamo passati dai libri e dalle riunioni ai webseminar e ai social i quali per di più si “accorciano” sempre di più a loro volta. Prevale il messaggio immagine, lo slogan, la frase ad effetto; prevale l’azione per l’azione; prevale il lui sì che agisce; prevalgono gli “effettologi” alla vaff o all’abbiamo eliminato la povertà; prevale come sono bravo io con i miei DPCM; prevale come siamo bravi a dare i balocchi a tutti, in questo nuovo PDB-Paese Dei Balocchi che sta per ricevere una dote di 300 miliardi.

E invece io, in luogo dei DPCM e del PDB io vorrei la DRP ovvero la Democrazia (realmente) Rappresentativa (realmente) Parlamentare.

Ci ha provato Renzi. Vediamo un po’ se riesco a spiegarmi. Facciamo che … (ricordate come dicevamo da bambini? Facciamo che io ero … che tu eri … assegnati i ruoli ad ognuno, il gioco poteva iniziare) facciamo che ci troviamo a governare una grande SPA, la quale sta per ricevere un prestito enorme (300 miliardi) ad un tasso estremamente basso, tal che anche se semplicemente reinvestisse quella somma in banca, avrebbe un utile economico.

Gli azionisti (fuori dell’immagine, i cittadini) hanno l’esigenza di un dividendo immediato (le misure di ristoro) e che la SpA si consolidi per il futuro (investimenti in nuove iniziative produttive): pertanto stabiliscono questi obiettivi nel corso della loro Assemblea (elezioni politiche). A questo punto la palla passa nelle mani del CDA-Consiglio di Amministrazione (il governo) che però non si è dotato di un AD- Amministratore Delegato (come invece si è interpretato l’attuale PCDM-Presidente del Consiglio dei Ministri. L’azione del CDA (e del governo) quindi dovrebbe essere “collegiale” e la volontà che ne esce non dovrebbe essere quella di uno o di una sola parte dei suoi componenti, bensì quella dell’intero ente collegiale.

E invece il Presidente (del CDA e del CDM) se ne occupa in separata sede, continuando a rimandare la risposta alla richiesta di coinvolgimento di alcuni membri del CDA. Alla fine, quando sta per scadere il termine per l’accettazione del prestito, dice: “Dovete votare concordi quello che ho deciso io: vorrete mica privare la SpA di questo beneficio?”

La cosa non va bene a quei consiglieri (ministri) ai quali è stato impedito di fare il proprio dovere (dare il loro apporto costruttivo). Va meglio per gli Azionisti (i cittadini) i quali sono informati solo con messaggi da tempo breve e che inoltre nella maggior parte dei casi non sono nemmeno in grado di capire il tecnocratese che viene usato per dare loro anche quel poco di informazione.

Il tecnocratese: una dittatura di fatto creata dai tecnocrati e dalla politica tecnocratica. Infatti, i suoi contenuti non sono comprensibili e quindi l’attività di chi governa non è controllabile da parte degli azionisti (i cittadini). Di fatto queste azioni si concretano in un “agire segreto”, mentre la caratteristica di una democrazia è che non ci debbano essere segreti. E i segreti ci sono sia quando le azioni sono nascoste, sia quando sono esposte in modo incomprensibile o solo all’ultimo momento, cioè quando è rimasto segreto anche solo il modo attraverso il quale sono maturate.

A parte l’inadeguatezza dei contenuti maturati “segretamente”, questa è la prima battaglia che Renzi sta combattendo, in difesa della DRP-Democrazia Rappresentativa Parlamentare. Ed è Conte che va contro Renzi, difensore della Democrazia Rappresentativa Parlamentare contro la democrazia diretta da Conte o da chi per lui.


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