CARO DRAGHI TI SCRIVO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2021 @ 8:10 am

Detto altrimenti: così mi sfogo un po’ … (post 4578)

… in merito ad un mio pallino: e cioè che si inizi da subito a pensare e ad organizzare la ripresa del controllo dell’enorme debito pubblico, in modo che – fra l’altro – non si arrivi al punto di dovere colpire gli Italiani con una forte tassa patrimoniale.

Il mio primo pensiero va all’opportunità che lo Stato emetta Titoli Irredimibili di Rendita non-di-debito, in sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito in scadenza, oltre a nuove emissioni. Ciò diminuirebbe il livello del debito pubblico ed aumenterebbe la liquidità del Tesoro per investimenti produttivi. Il maggiore esborso per lo Stato a fronte del maggiore rendimento di questi titoli sarebbe ben più che compensato dai fortissimi minori esborsi in linea capitale. Gli Irredimibili di Stato, in quanto tali, sarebbero tassati al 12,5%, potendo quindi essere competitivi – anche a rendimenti lordi inferiori – rispetto agli Irredimibili privati (delle banche).

Un caso recente: il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso due tranche di propri irredimibili al 5,5% (ovviamente tassati al 26%) ed ha ricevuto richieste per 6,5 miliardi!! Poi si scopre che quella banca è la principale finanziatrice della costruzione di una enorme centrale a carbone nei Balcani. Morale: per questa via le banche italiane drenano il risparmio italiano e dirottano verso investimenti all’estero (a pensar male …).

Inoltre, ove lo Stato non emettesse propri Irredimibili, potrebbe accadere che le emissioni dei titoli redimibili (di debito) del Tesoro subissero una forte concorrenza da parte delle emissioni di Irredimibili bancari.

Il concetto di irredimibilità potrebbe essere esteso anche a livello UE ( e tu sapresti bene quali corde toccare!) e a livello locale, per quanto riguarda le emissioni di BOC, BOP e BOR, Buoni Ordinari Comunali, Provinciali e Regionali oggi emissibili ex art. 35 L. 23.12.1994, già ora con durata superiore ai 5 anni -non è stabilita la durata massima!) – destinabili solo ad investimenti e convertibili nelle azioni delle relativa SpA di scopo. E allora, perchè no?

Altro intervento che auspico è la creazione di un Fondo Immobiliare per la vendita a tranche annuali dell’enorme patrimonio immobiliare dello Stato, dei Ministeri (Difesa) e degli Enti Territoriali Locali, oggi non a reddito. Si tratta di alune centinaia di miliardi che potrebbero esere recuperati.

Caro Draghi, tu sei tu ed io sono nessuno. Per carità, sono ben conscio dell’enorme, infinito abisso culturale e di esperienza che ci separa, ma che vuoi: io sono una goccia e cerco di fare il mio dovere di goccia (pensante).

Grazie che di sei. Un tuo fun, coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia Mista voluto da Italia Viva Trentino, Trento.