Una vita (racconto)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2022 @ 5:18 pm

La sua vita era cominciata altrove e altrove si era svolta, come la solita pellicola di un film, e non era un romanzo: era una vita come tante altre. O come poche altre. Comunque, sicuramente come altre.

Prima occasione. Aveva indirettamente conosciuto la Regione Trentino Alto Adige sin da quando era poco più che infante, qui fari non potest, cioè quando ancora non aveva imparato a parlare. Sì, perche sua mamma, classe 1904, nativa di Agrigento, insegnante, si era trasferita a Bolzano e si era innamorata del Sud Tirol, forse perché vi aveva conosciuto un alunno un po’ speciale, un brigadiere dei Carabinieri al qual dava lezioni private per il superamento di esami che poi egli superò. La mamma si innamorò anche del brigadiere. Poco dopo si sposarono. E la mamma gli parlava molto dell’Alpe di Siusi e della Val di Non. Verso la fine della guerra, il babbo, Maresciallo CC, si rifiutò di prestare servizio sotto i tedeschi e si fece due anni di campo, in Germania. Tutto è bene quel che finisce bene: rientrò, liberato dagli Americani. I coniugi ai loro nel frattempo tre  maschietti diedero, fra gli altri giocattolini, dei piccoli album sulle cui pagine, abbastanza spesse, erano ritagliati incavi entri cui i bambini dovevano incastrare la raffigurazione in cartoncino di una stella alpina, di una mucca, di una pastorella con il suo bravo secchio di latte appena munto. Erano tavole dipinte a colori tenui, morbidi, sfumati. Sullo sfondo del disegno, il Rosengarten, per metà innevato e per metà rosa, al tramonto. Fra i piedi della contadinella, chiazze di neve, erbetta, ranuncoli.

Seconda ocacsione. Il secondo approccio Riccardo lo ebbe da diciassettenne, quando accompagnò la mamma in un viaggio a Bolzano, a trovare la zia, ragioniera presso la locale amministrazione provinciale. Apotheke, cosa vuol dire? Raffeisen, chi era costui? In effetti alcuni anni dopo avrebbe “scoperto” trattarsi di un personaggio importante che nella Germania del dopoguerra istituì le prime Casse Rurali per aiutare le persone più bisognose.

Terza occasione. I Maresciallo venne trasferito da Genova, la città ove aveva organizzato la sua vita e la sua famiglia, a Cles, capitale dell’Anaunia (Val di Non). Riccardo era al primo anno d’università. Un fratello al terzo, un altro fratello frequentava le scuole medie. Si trasferì solo il babbo e la famiglia lo raggiungeva per le feste e per le vacanze estive. Durante una di queste vacanze, che videro i due fratelli maggiori scorazzare in auto da Cles a Cavareno, per via che quel paese era molto più di villeggiatura che non Cles, irruppero nella vita di Riccardo le Dolomiti. Accadde così. I due fratelli maggiori vennero invitati a fare il giro della via ferrata delle Bocchette, nelle Dolomiti di Brenta. Salire da Vallesinella, poco distante da Madonna di Campiglio, con la nebbia, e dalla nebbia vedere spuntare, anzi, improvvisamente vedere galleggiare la cima del Crozzon di Brenta, dipinto a pastello di rosa tenue, ai primi raggi del sole … “intender non lo può chi non lo prova”. Un colpo di fulmine. Rientrato a Genova, subito due corsi di alpinismo alla Scuola di Alpinismo Bartolomeo Figari del CAI – Sezione Ligure, indi promosso istruttore sezionale. In due anni.

Quarta occasione fu poi la consuetudine familiare di trascorrere le vacanze estive in quel di Cavareno, da dove Riccardo partiva per settimane di alpinismo sulle Dolomiti di Brenta e sulla Pale di S. Martino.

Quinta occasione. Laureato, servizio militare. Era stato Sergente Allievo Ufficiale di Complemento in provincia di Torino nella Brigata Alpina Taurinense. il Piemonte avrebbe potuto ospitarlo anche da ufficiale. No. Riccardo, chiese Merano, ma non vi era alcun posto vacante. lo assegnarono in Alto Adige, vicino a Bressanone, alla Tridentina.

Sesta occasione. Gli anni passano. Riccardo lavora a Milano. Lo cercano, gli offrono un lavoro a Trento, accetta, trentacinque anni fa e adesso ne sta per compiere 79! Nel frattempo ha frequentato e frequenta il Trentino in bici, a vela e con gli sci. Alpinismo no, non più, perché il migliore alpinista è quello che … invecchia!

Riccardo, lui la sua patria or è (anche) dove si vive!

A 22 anni, dopo la scalata della via Videsot alla Cima Margherita, in Brenta
A 65 anni, dopo la “scalata” Trento-Bondone
Sull’Alto Garda Trentino, sempre
A 77 anni, in Paganella