ASPETTI GESTIONALI DELLA REALIZZANDA CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2023 @ 4:32 pm

In precedenti sedi e tempi mi sono occupato di tre aspetti del progetto: il finanziamento e la doppia funzione “urbana” e strategica dell’opera. Oggi mi soffermo sul problema della sua gestione.

Esistono varie soluzioni per gestire il Servizio Pubblico Locale: in economia, vale a dire direttamente dagli uffici comunali, tramite SpA a totale capitale pubblico (la cosiddetta SpA in house), tramite SpA miste pubblico-private e, infine, tramite SpA private vincitrici di gara.

Ora, il servizio di gestione di una Cabinovia è di natura “economica”: in questo senso esso dev’essere organizzato con gli strumenti propri dell’economia. A tale scopo risultano strutturalmente inadeguati soggetti quali gli uffici comunali e le SpA in house, le quali altro non sono che uffici comunali, sia pure in veste diversa: in queste ultime, infatti, il potere, incardinato in commissioni esterne alla SpA,  è tendenzialmente separato dalla responsabilità che resta in capo agli organi societari: separazione che non ha mai prodotto risultati utili in una SpA “vera”.

Si potrebbe quindi pensare che la soluzione ottimale risieda nelle SpA private vincitrici di gara. Certo l’idea è legittima. Tuttavia, il Servizio Pubblico Locale – pur essendo economico – non ha finalità esclusivamente economiche, e quindi una scelta orientata in toto al privato potrebbe rivelarsi non del tutto soddisfacente. Si osservi infatti che nel caso di una SpA privata vincitrice di gara, il privato resta l’unico detentore del know-how gestionale del Servizio e della Società, né è suo interesse condividerlo. C’è di più: il privato tende a esigere dal Comune impegni tariffari a lungo termine. Ora, tali impegni costituiscono un vincolo pesante per l’amministrazione comunale: da un lato, il Comune vede ridursi il proprio potere sovrano di gestire elasticamente il territorio; dall’altro lato, viene meno la possibilità di organizzare ulteriori investimenti in infrastrutture armonizzati con politiche di concessione e tariffarie via via ritenute più opportune. In breve, una SpA privata vincitrice di gara fa passare il Comune in seconda fila. E i cittadini, che sono la prima ragione del Comune, non devono mai passare in seconda fila.

Resta, quindi, la SpA mista pubblico privata, la quale soddisfa tutte le esigenze citate e pertanto si configura come la soluzione ottimale. Sicuramente anche una SpA mista ha bisogno di alcuni accorgimenti per funzionare al meglio e assolvere così al dovere che le spetta nei confronti dei cittadini: anzitutto, essa deve poter contare su un efficiente flusso di “informazioni”, che vada dal Comune e verso il Comune, dall’utenza e verso l’utenza, ma ancora più indispensabile è un corretto sistema di “comunicazioni” sia con il Comune che con l’utenza. Quando si parla di comunicazione, lo si fa spesso a sproposito, in quanto si confonde la comunicazione con l’informazione. Restiamo invece fedeli all’etimo latino della parola: comunicazione, cioè, come communis actio, come confronto dialettico, strumento di lavoro, di ricerca e di ottenimento del consenso. Comunicare, quindi, non è qualcosa che si fa “se avanza tempo”, “dopo aver lavorato”. Comunicare è – già in se stesso – il vero lavoro di chi gestisce un Servizio Pubblico Locale.

Del resto, lo stesso Consiglio di Stato (Sez. II°, parere n. 456/maggio 2007) afferma che “imporre al privato la partecipazione ad una società mista serve a rafforzare l’influenza dell’Ente Locale aumentandone la capacità di indirizzo, gestionale e di controllo dall’interno della sua stessa società”.

E i privati? Restano quindi esclusi? No, essi sono chiamati a lavorare insieme al Comune all’interno di Società miste, e non al posto del Comune o, quel che è peggio, talvolta anche contro il Comune intendendosi questa contrapposizione come la quella fra il loro interesse al guadagno e l’interesse del Comune alla fornitura ottimale del Servizio Pubblico Locale.