ARISTOFANE, “UCCELLI”: UNA COMMEDIA GRECA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2012 @ 5:15 pm

Detto altrimenti: Graecia capta ferum victorem cepit…

Quinto Orazio Flacco

… ovvero “la Grecia, conquistata, conquistò il feroce vincitore” (Orazio, Epist.. Il, 1, 156). La frase prosegue con “et artes intulit agresti Latio”. Traduciamo: “… e portò le arti  nel Lazio agreste”. Detto altrimenti: Roma conquistò la Grecia con le armi, ma questa con le sue lettere e la sua arte riuscì ad incivilire il feroce e rozzo conquistatore. La locuzione si cita per esaltare la potenza e l’efficacia delle belle lettere, dell’arte, degli studi nel processo di civilizzazione dei popoli.

E’ di questi giorni la ripresa della lettura dei classici presso la Biblioteca Comunale di Trento, sotto la guida della Professoressa Maria Lia Guardini. Ed è il turno della commedia. La tragedia greca … bè, sarebbe parso troppo di malaugurio … ne riparleremo in altra occasione.

Aristofane

La commedia. Ve ne ho già parlato il 9 ottobre scorso. Il nostro “compito a casa” per la prossima riunione sono i primi 800 versi della commedia “Uccelli” di Aristofane. Io li ho letti. Anzi, tutti, fino alla fine. Cosa ne ho tratto? L’attualità della commedia, allora come oggi. In allora i protagonisti volevano abbandonare la città, in quanto affollata da troppi processi, per fondare una società nuova, pura, serena. Poi, già che c’erano, la trasformano in una società amorale, commerciale e del potere. Amorale, in quanto basata sul sovvertimento delle regole prima vigenti, anzi, sul sovvertimento di ogni regola e basta. Commerciale, in quanto intermediaria fra la città vecchia (terrena) e quella degli Dei, attraverso l’esazione di un balzello, una sorta di vecchia Imposta Generale sulle Entrate (ricordate i caselli rossi del “dazio” d’una volta? Se  non vi fosse andata bene, la succesione dei ricorsi del contenzioso sarebbe stata Sindaco-Prefetto-Ministro, cfr. mio esame di Scienza delle Finanze e Diritto Tributario, Genova 1963, Prof. Viktor Uckmar), IGE, dicevo,  sul passaggio delle offerte votive dalla terra agli Dei. Del potere, in quanto in grado di indirizzare il corso degli eventi umani e dei fenomeni naturali.

Ma l’ “oggi”? Che c’azzecca l’oggi? E’ che anche oggi, spesso, molti di noi sognano (appunto, sognano) una “città” (civitas, civiltà) nuova, libera (ancorchè non immorale e/o amorale, ci mancherebbe altro!) Ma poi …  v’è chi, facendo leva su tali istanze, pretende di condurci (condurre noi, ovvero gli uccelli della commedia, appunto, in ispecie non certo aquile bensì …”merli”!) verso un modello di potere, commerciale e – già che ci siamo, amorale (saltando la fase dell’immoralità, così facciamo prima). E il nostro sogno originario resta tale, come era all’origine, cioè … senza seguito!. Ma non disperate. La vita è un divenire. Tutto scorre, panta rei. Il passato non esiste più. Il presente è passato o è attesa del futuro. Il futuro? Bè, vedremo … nel frattempo quindi non dobbiamo pretendere di “ottenere oggi un risultato, nel tempo presente”, quanto piuttosto “che la strada intrapresa sia quella giusta”.

Breve interruzione per … i consigli sugli acquisti

Un pensiero moderno, anzi attuale: “frapporsi?”. Forse … frapporsi fra il flusso delle imposte riscosse e i destinari di troppa quotaparte di esse, cioè la politica, i superstipendi, i superbenefit, i super investimenti inutili, etc. Frapporsi fra la terra e il moderno Olimpo di privilegi fuori scala o di investimenti non più prioritari. Ma a quest’ultimo riguardo, si sa … noblesse oblige! Se non comperiamo (ecco gli acquisti!) novanta cacciabombardieri  F35 a 120 milioni di euro ciascuno, se non completiamo l’inutile TAV, cosa mai penseranno di noi … gli altri (paesi)?

Riprendiamo il programma

Olimpo? Già … torniamo alla Grecia. Paese di navigatori (e armatori); primeggia a livello mondiale (alternandosi con Spagna e Italia) nella produzione dell’olio di oliva; assolutamente fra i primi posti in quanto a capacità di attrarre turismo; clima favorevole … densità della popolazione non eccessiva, storia, tradizioni e cultura millenarie …Cosa le è successo per essersi ridotta nelle attuali condizioni? Chi ne è responsabile? Io non ho una risposta. Se l’avete voi, vi prego, scrivetemi.

Io dico solo che , in ogni caso, la nostra civiltà, la nostra cultura ha un enorme debito di riconoscenza verso il mondo greco. Il nostro pensiero, la nostra filo-sofia (filosofo, filos tes sofès, amico del sapere) ci deriva dalla Grecia. Dobbiamo fare in modo che resti all’interno del consesso europeo. Altro che abbandonarla! Sarebbe un po’ come abbandonare le nostre stesse origini, come abbandonare i nostri vecchi genitori e nonni …” perché sono malati”.

Che altro dire? Forza Grecia!