UNIONE EUROPEA, PREMIO NOBEL PER LA PACE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2012 @ 6:06 pm

Detto altrimenti: si, vabbè. Ma però … (“ma però” non si dice, lo so, lo so …)

Ma però. E’ pur vero che gli antichi Romani dicevano “Si vis pacem para bellum”, se vuoi la pace, preparati alla guerra. E anche noi Italiani, di armi ne produciamo e ne vendiamo, come no? Ma , direte voi, arifacce co ‘sto latinorum! Ma che volete, mi viene così …che colpa ne ho …

Paul Samuelson, economista statunitense

Para bellum … ma oggi i tempi sono cambiati. No, non nel senso che noi siamo più saggi … ma nel senso che il moderno imperialismo si è ormai esaurito (per fortuna). Nel senso che le ex colonie portoghesi si stanno comperando i pacchetti azionari di maggioranza delle principali società del Portogallo. Nel senso che bestie che popolano le foreste africane non sono più “feroci”, ucciderle è reato e non procurarsi la “gloria” (si fa per dire!) di un trofeo. Nel senso che le risorse naturali stanno esaurendosi. Nel senso che il sud e l’oriente del mondo stanno riguadagnando lo spazio che noi, nordisti occidentali abbiamo loro sottratto da secoli e per secoli. Queste sono le guerre che dobbiamo prepararci ad affrontare. Non quelle “vecchie”, che richiedevano cannoni. Oggi abbiamo bisogni di più burro e di meno cannoni (P. Samuelson, Trattato di Economia politica).
Quindi il Nobel per la pace non lo darei a chi non fa guerre “vecchie, di vecchio tipo”, ma a chi evita “guerre nuove, di nuovo tipo”. Già, anche perché le guerre vecchie possono nascere anche dalle sconfitte delle guerre nuove.

Immigrati, carcerati, giovani e non giovani disoccupati, interi popoli privati dei diritti civili, eguaglianza dei sessi, tolleranza religiosa, redistribuzione delle risorse, rispetto per l’ambiente, riequilibrio fra la rigenerazione delle risorse naturali e il loro utilizzo, riaffermazione di principi morali fondamentali, libertà di pensiero e della sua espressione, ridefinizione delle priorità, giustizia efficace in tempi brevi, lotta alla corruzione ed alla evasione fiscale, lotta alla mala finanza, lotta alla criminalità super organizzata, lotta alla corruzione, etc.. Queste sono le battaglie da vincere affinchè non si scatenino guerre, ma affinchè si “scateni la pace”. Essere premiati perché si è cercato di evitare guerre “vecchie”? Forse è un po’ poco …comunque “megiu che ninte”, meglio che niente. Questo non è latinorum, è dialetto genovese!

P.S.: Nobel per la pace all’UE? Se non altro, comunque, sono contento per Altiero Spinelli!