FINANZA PER TUTTI – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2023 @ 7:29 am

Se siamo in ambito delle SpA, si tratta di movimenti di denaro frutto di utili o di perdite, ma sempre finanza è. Se una Spa ha iscritto a bilancio un bene a 100, ha bisogno di liquidità (di fare finanza) e il prezzo di mercato di quel bene è sceso a 70, la SpA lo venderà registrando una perdita economica di 30 che abbassa il valore del suo patrimonio,  ma avrà un incremento di finanza di 70.

Ora, gli enti pubblici non sono SpA, non puntano all’utile economico ma ad avere finanza per sostenere la propria struttura, per fornire sevizi ai cittadini ed anche per avviare e gestire alcune iniziative economiche. Il maggior esempio dello Stato imprenditore è stato l’IRI-Istituto per la Ricostruzione Industriale.

Oggi lo Stato si misura soprattutto su un dato patrimoniale (il debito pubblico); su un dato “industriale” il PIL-Prodotto interno lordo; sul rapporto debito/PIL; su un dato finanziario: il surplus o il deficit annuale della sua finanza: cioè a fine anno, è avanzata un po’ di finanza o ne sta mancando? Specchio di tutto ciò è lo spread, cioè l’andamento della differenza di valutazione dei nostri titoli pubblici rispetto a quelli della Germania: se lo spread sale, va male; se scende va bene.

Proviamo ad esaminare qualche singolo aspetto, ad esempio quello patrimoniale. Oltre al patrimonio passivo (il debito pubblico) lo Stato e gli altri Enti Pubblici hanno anche un patrimonio attivo, ad esempio una pluralità di immobili non utilizzati e non a reddito, per un valore di centinaia di miliardi. Al riguardo, una proposta che avanzo nel mio libro qui a fianco, è che lo il settore pubblico ponga in vendita questi cespiti come segue:

  • Attraverso un Fondo Immobiliare
  • a tranche limitate per non disturbare l’andamento del mercato immobiliare
  • anche a prezzo “sotto mercato”

e qui aggiungo: contro impegno dell’acquirente, garantito da fidejussione bancaria – a realizzare entro una certa data un investimento produttivo o funzionale.

Con il che, se lo Stato fosse una SpA (ma tale non è!) registrerebbe una perdita (prezzo ricavato inferiore al valore a bilancio o al prezzo di mercato). Non avendo rilevanza l’aspetto economico, lo Stato avrebbe invece molta finanza a disposizione per le sue esigenze e – ad esempio – non sarebbe costretto a finanziare con l’aumento del debito pubblico circa la metà di una legge finanziaria di 25 mildi.

f.to Riccardo Lucatti, candidato alle provinciali, responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO.