SCRIVE DONATELLA CONZATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2023 @ 10:04 am
  Care Amiche e Cari Amici, dopo un lungo percorso assieme è ora della scelta!
Mi fa davvero piacere chiedere la Tua fiducia con il voto di domenica 22 ottobre, per riprendere il Trentino per mano. Per scegliermi, barra il simbolo di ITALIA VIVA e scrivi il cognome CONZATTI.  Assieme a me potrai votare anche un uomo della lista scrivendo il suo cognome. Grazie, perchè il Trentino è una scelta seria
Donatella
 
Ti lascio in libero ascolto e lettura due delle mie ultime interviste:

    VIDEOINTERVISTA l’Adige
https://www.youtube.com/watch?v=Hq98pn1DoEM

    INTERVISTA su OPINIONE
Donatella Conzatti lei è la capolista della lista ITALIA VIVA a sostegno del candidato presidente Francesco Valduga. Andiamo subito al sodo, perché votare ITALIA VIVA?
ITALIA VIVA è un partito centrista, riformista e liberal, che proprio per questo si differenzia sia dalla destra sovranista che dalla sinistra populista e ideologica.
E la nostra squadra, che correrà al fianco del candidato Presidente Francesco Valduga (nella coalizione Alleanza Democratica e Autonomista), è fatta di donne e di uomini con solidi percorsi lavorativi ed esperienza nelle amministrazioni e nell’associazionismo, che hanno deciso di mettersi a disposizione di un’intera comunità con una SCELTA precisa, ovvero quella di costruire una proposta riformista e concreta per i nostri territori, senza paura e con uno sguardo al futuro che la nostra Provincia merita da tempo.
Con questo spirito siamo pronti a riprendere per mano il Trentino e ad accompagnarlo sulla strada migliore, una strada che secondo noi deve portare ad un Trentino più moderno, più paritario e più capace di gestire l’Autonomia.
 
Dunque una novità per il panorama politico provinciale. Mi dica tre priorità per il Trentino.
Sì, la vera novità. Anche perché siamo radicati sul territorio ma con una filiera istituzionale nel Parlamento nazionale ed europeo. Possiamo essere molto utili al Tentino.
Le priorità: modernità, parità e capacità di governo.
1) Sappiamo come costruire un Trentino moderno. Oggi abbiamo plurime urgenze: ambientali, energetiche, digitali, lavorative e abitative. Questioni non nuove ma che pesano in modo nuovo ed eccessivo sulla vita delle persone. Servono soluzioni moderne, coraggiose. E noi abbiamo sia le idee che il coraggio.
2) Vogliamo un Trentino paritario, dove la parità tra donne e uomini, in ogni campo della vita quotidiana, sia effettiva e concreta. Questo ha a che fare anche con il contrasto alla denatalità, alla povertà e alla bassa crescita economica, ma con la ferma volontà di fermare la violenza domestica e di genere contro le donne.
3)Vogliamo una classe dirigente trentina capace di governare l’Autonomia, cosa che in questi anni è decisamente mancata. Servono alcune precondizioni. Non candidare o almeno non far arrivare nei ruoli di grande responsabilità persone non pronte al ruolo, i problemi sono tanti e complessi tanto che possono sbagliare anche quelli che capiscono dove sono. Essere partito, le civiche mancano della filiera istituzionale per risolvere i problemi dell’Autonomia. Essere europeisti, la situazione geopolitica è tale per cui o l’Europa diventa quella di De Gasperi – federale, forte, dalla difesa comune, territorio di democrazia e rispetto delle libertà – o rischiamo di andare al traino di altre non democrazie emergenti. Per l’Autonomia e l’Europa la fase è da allarme rosso!
 
Quella della sanità è una delle tematiche più spinose in questa campagna elettorale. Qual è la vostra ricetta?
Per prima cosa va assunta una scelta strategica: la politica deve scegliere di tornare ad una sanità pubblica ed efficiente. La sanità privata lavorerà nell’ambito di una regia pubblica ed in convenzione.
In secondo luogo vanno affrontati i due problemi strutturali: abbiamo ottimi professionisti della sanità ma in numero sempre più scarso ed è pessima e datata l’organizzazione del sistema salute.
Il modello aziendale e di gestione dei servizi deve essere ripensato secondo tre direttrici: prevenzione (meglio prevenire che curare dicevano le nonne!), medicina territoriale, case della comunità e ospedali di alta specializzazione. L’approccio dovrebbe essere quello della medicina personalizzata e di genere, cioè di una presa in carico a tutto tondo del paziente.
La presenza di operatori specializzati ed in numero adeguato può essere invece affrontata attivando le specializzazioni post laurea con relative borse di studio provinciali. Per fare questo serve con urgenza l’Ospedale universitario di Trento e Rovereto ma anche la Cittadella della Vita integrando specializzazioni mediche, a lauree infermieristiche, corsi di formazione per i diversi operatori e la ricerca. È appunto un disegno strategico che va deciso, finanziato e realizzato con coerenza secondo un preciso cronoprogramma.
I percorsi di carriera e gli stipendi di medici e degli operatori devono essere adeguati ai migliori standard europei.
Visti i recenti fatti di cronaca va data grande attenzione al benessere fisico e mentale sui luoghi di lavoro.
 
Salari bassi, poche opportunità e cervelli in fuga, quali sono le leve capaci di invertire questo trend negativo?
Parlare di lavoro significa parlare del presente e del futuro del Trentino e come ITALIA VIVA crediamo nelle opportunità di un mercato dinamico, competitivo ma sostenibile.
La sostenibilità secondo noi deve esserci certamente dal punto di vista reddituale, sappiamo che i salari in Trentino sono molto più bassi rispetto all’Alto Adige e rispetto al resto d’Italia e questo è un indicatore preoccupante perché vuol dire che il nostro tessuto non è abbastanza dinamico, non è abbastanza innovativo e quindi non ha margini aziendali per avere degli stipendi in linea con gli altri territori. Dunque è urgente che la Provincia investa e stimoli di più la ricerca, l’internalizzazione, le trasformazioni 4.0, sulle certificazioni aziendali, sulla formazione di lavoratori ed imprenditori. Vuol dire estendere la contrattazione collettiva anche quella territoriale ed aziendale.
Inoltre la sostenibilità deve riguardare la qualità del lavoro, con ambienti di lavoro che tutelino la salute fisica e psichica delle lavoratrici e dei lavoratori, e che offrano percorsi di carriera gratificanti anche per i giovani e per le donne.
Un altro aspetto che riguarda la sostenibilità, è quello della formazione e della produttività. Farà la differenza la capacità di lavoratori, collaboratori e delle aziende pubbliche e private di lavorare assieme per un nuovo piano di trasformazioni: sulla formazione, sulla digitalizzazione, sulla qualità del lavoro e sull’innovazione anche dei prodotti e dei servizi.
Per farla breve, il nostro obiettivo è quello di aumentare i salari, migliorare la qualità e le condizioni nei luoghi di lavoro e creare più opportunità nella nostra Provincia e lo possiamo fare investendo sulle trasformazioni e sulla formazione.
 
Lei è stata Vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio al Senato e quindi ha toccato con mano la situazione drammatica in cui versa il nostro Paese. Cosa si può fare di più e cosa si può fare meglio in Trentino?
Sì, esattamente. La situazione è molto grave. Il fenomeno ha raggiunto una dimensione tali – una donna uccisa ogni due giorni circa – da essere imperativo mettere in campo al più presto tutti gli interventi ed i finanziamenti previsti dalla Legge nazionale che ha ratificato la Convenzione di Istanbul.
Secondo i dati ISTAT, ci sono oltre sette milioni di donne che nel corso della loro vita subiscono una qualche forma di violenza: intimidazioni, segregazioni, violenza psicologica, economica, percosse, minacce, violenza fisica, femminicidio. Inoltre va evidenziato che la maggior parte degli episodi di violenza ha natura “domestica”, cioè è agita da uomini con i quali la donna ha o ha avuto una qualche relazione personale, parentale, di conoscenza.
E questi numeri ci dicono che dobbiamo e possiamo fare di più e sappiamo anche cosa fare: prevenzione, protezione, politiche e punizioni in caso di condanne.
La Provincia autonoma di Trento, con la sua potestà legislativa e le risorse, può fare molto anche più del nazionale. Ma negli ultimi 5 anni il (non) governo delle destre ha tolto anche ciò che c’era e che funzionava bene, penso alla inerzia della Cabina di regia provinciale sulla violenza, penso alla cancellazione dei corsi di educazione al rispetto nelle scuole, penso al definanziamento del Centri di rieducazione degli uomini maltrattanti.
Ho molto contrastato queste loro decisioni sbagliate perché erano tutti interventi previsti proprio dalla Convenzione di Istanbul e dalla legge nazionale.
Per il futuro oltre a ripristinare tali interventi vanno finanziate e realizzate nuove Case rifugio e nuovi Centri antiviolenza, perché purtroppo non ne abbiamo abbastanza.
Come emerge chiaramente, c’è bisogno di azioni concrete per contrastare la violenza ed è per questo che come Italia Viva abbiamo presentato la Strategia provinciale per fermare la violenza contro le donne, un insieme integrato di interventi per il contrasto alla violenza che, insieme alla nostra Strategia provinciale per la parità di genere, può davvero fare la differenza nel quotidiano per liberare le donne dalla violenza, per salvare loro la vita e per mettere le donne nelle condizioni di realizzare liberamente il loro percorso di studio, di lavoro e di vita.
 
Ultima domanda, perché votare Donatella Conzatti?
Perché ho maturato esperienze tali da poter essere utile al Trentino. Nel mio lavoro al Senato ho risolto problemi annosi per il Trentino: con la Legge per il rinnovo della concessione autostradale A22, con la modifica dello Statuto d’autonomia che ha prorogato la durata delle concessioni idroelettriche, la norma per la sterilizzazione dei minori gettiti derivanti dalla prima parte della riforma fiscale (quella del premier Draghi). Mi rendo conto che questi temi non arrivano alla pancia delle persone, ma arrivano direttamente nei portafogli di ciascuno di noi! Sono riforme che fanno la differenza tra un Trentino forte ed uno che perde pezzi strategici di autonomia. La differenza tra esistere e non esistere.
Poi mi sono occupata di violenza, di disuguaglianze e ho visto come si possono fare le cose meglio di come le facciamo.
Mi rendo ben conto che oggi in politica in troppi scelgono non in base a ciò che i politici hanno dimostrato di saper fare ma paradossalmente scelgono in base alla sensazione del momento o alla simpatia. Sotto questo profilo posso dire di essere una donna gentile, empatica ma anche riservata e forse severa. Tanto che le amiche, quelle vere, mi suggeriscono: “Sorridi!! Sai che alle donne l’essere forti non viene perdonato”! Un po’ le ascolto e un po’ alzo le spalle, perché non sono mai riuscita a fare nulla che andasse contro la necessità di essere prima di ogni cosa coerente con le idee in cui credo.