NOI LA VOGLIAMO CALDA E SUBITO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Ottobre, 2012 @ 8:55 am

... a figassa zeneize, la   focaccia genovese

Detto altrimenti: oltre cinquanta anni fa, a Genova …

… a Genova, vedemmo le strade tappezzate da enormi manifesti, enigmatici, con questa scritta: “Noi la vogliamo calda e subito”. Molti pensarono alla focaccia genovese, buona sempre, ottima appena sfornata. Tuttavia i più maliziosi, fra i quali io stesso  poco più che diciottenne, qualche bella e sana risatina se la fecero. Vuoi vedere che in Comune c’è qualche mattacchione, un eterno goliarda che vuole smentire la fama di genovesi troppo seri, lavoratori musoni, chiusi in se stessi, poco comunicativi e poco spiritosi?

Poi, riflettendo, in attesa che il mistero venisse svelato – come poi accadde dopo alcuni mesi di messaggi criptati – feci una analisi più seria del messaggio. “Noi la vogliamo…”. Noi vogliamo? Voi chi? Voi uomini? O solo una parte di essi? E gli altri? E poi, “l’erba voglio non nasce nemmeno nel giardino del re”, almeno così mi avevano insegnato da bambino. Forse sarebbe stato meglio quantomeno scrivere “Calda e subito? Certo, per tutti”. Ma probabilmente il messaggio avrebbe colpito di meno di quanto fece.

Don Milani in “Lettera ad una professoressa” fra l’altro scrisse “le parole sono macigni”. Condivido in pieno, anche se Don Milani, un vero “gigante” del pensiero ( e dell’azione!) non ha certo bisogno della condivisione di un piccolo nano (sempre del pensiero e dell’azione, perchè per il resto, grazie a Dio, nonostante l’età continuo ad essere alto 1,78. Almeno questo!). E poi mi scuso se avvicino Don Milani alla banalità del discorso che sto imbastendo. Ma ricordare quella Persona non fa mai male …

Il mistero delle parole. Fu svelato mesi dopo questi prolungati “bombardamenti”. Si trattava dell’acqua che la nuova rete cittadina di metano avrebbe garantito alla cittadinanza, a tutta la cittadinanza, calda e subito. Appunto.

Ieri sera sono stato in Piazza Dante, a Trento, alla manifestazione di un gruppo di volontariato, per sollecitare la soluzione del problema delle notti dei senza tetto, che dovrebbero essere calde da subito. Una manifestazione per sollecitare le Autorità … ecco, “Autorità“, questo termine stona, le Autorità non dovrebbero porsi in alto, sopra la gente, ma in basso, per servire la gente. Come fece Gesù che  “senza dimora” ci nacque! Ma questa è un’altra storia …

Questo, per Lui, sarà letto e dimora, dimora e letto

“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, mentre a Roma di discute (se mandare o meno un esercito in suo aiuto), l’alleata città di Sagunto viene espugnata (dai Cartaginesi). Mentre (a Roma e) a Trento si discute, la temperatura notturna scende. Ieri sera solo a +10 gradi, ma presto sotto lo zero. E nel frattempo esistono centinaia di posti letto caldi e vuoti, cioè inutilizzati. Talvolta si obietta che quella tale struttura non può essere utilizzata perché “non è a norma”. Ma in caso di calamità naturali e di emergenze, legittimamente si supera ogni prescrizione.

E poi, “Si, qui abbiamo una struttura … ma quell’altro Ente ne ha una migliore, chiedete a loro, confrontiamo … e poi mi è giunta voce sì, che si potrebbe utilizzare quell’altra ancora, …” Io dico che “me par na talianada”, per dirla in dialetto trentino! Che ci vuole? Basta (voler) dare centralità al problema e fare un rapidissimo censimento delle unità disponibili per il ricovero notturno e impostare un semplicissimo sistema su di un foglio excell! Via … e lo stesso dicasi per la disponibilità dei volontari. Il problema, di volta in volta, va risolto in tempo reale, come reale è il bisogno di chi una dimora non ha (dimora, di casa manco a parlarne!), nemmeno per la sola notte invernale.

Noi. Tutti noi. La vogliamo calda e subito. La notte. Non per noi. per LORO