ISTITUZIONI: TALVOLTA ARROGANTI SINO ALL’INVEROSIMILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2012 @ 12:10 pm

Detto altrimenti: per fortuna solo talvolta … per fortuna la maggior parte di esse non è così…

RAI 3 – 22 ottobre 2012, prima serata. Trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”. Parla Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa. Mostra un video.

Un sacerdote parla di fronte ad una tavolata di “autorità”. Con voce calma e toni assolutamente rispettosi illustra una situazione di grave pericolo sociale rispetto alla quale chiede di essere aiutato, rispetto alla quale chiede che venga posto rimedio da parte delle autorità. Nel far questo cita un suo incontro con “la signora”, e la indica. Infatti la signora era seduta al tavolo delle autorità. Il sacerdote viene interrotto bruscamente da un’altra autorità, che si leva in piedi e gridando, riprende il parroco: ma come si permette di chiamare signora la signora prefetto? E’ un prefetto, lei ha insultato l’istituzione, anzi tutte le istituzioni etc. etc. con toni sempre più accesi, gridando. Il povero parroco ammutolisce. Si guarda intorno sperduto, incredulo, quasi a domandare agli astanti cosa stia succedendo. Fine del video.

Cosa sta succedendo? E’ la domanda che ci poniamo tutti. La signora in questione non si era offesa né sconvolta, ascoltava in silenzio le ragioni del parroco. L’intervento di quel “signore” è da condannare sotto ogni profilo. Le cosiddette autorità sono tali in quanto al servizio della gente, non per umiliarla, aggredirla, insultarla. Mantenere quel signore al suo posto sarebbe come mantenere un pedofilo alla gestione di un asilo. Entrambi sono assolutamente inadeguati al ruolo.

E poi, diciamola tutta. Quell’autorità gridante era:

Un inferiore della signora, ed allora la sua è una captazio benevolentiae fuori luogo anche perchè la sua (di lui) capa sarebbe stata ben in grado – se solo l’avesso voluto - di replicare da sola. Quindi con il suo (suus, di lui medesimo) intervento ha preteso di sostituirsi a lei, colmando una sua  (eius, di lei) pretesa lacuna.

Un pari grado della signora, ed allora è anche un maschilista, finto galantuomo, perchè con il suo (suus, vedi sopra) intervento segnala l’incapacità della collega di  sesso “debole” di auto-gestire la propria eventuale replica (della serie: “Guarda, impara, ti insegno io come si fa”).

Un superiore della signora: men che meno! “Pensa un po’ ho dovuto scomodarmi io per difenderti visto che tu non sei capace di difendere te stessa e le istituzioni, visto che tu permetti che le istituzioni vengano offese!”