SUPER SANITA’ TRENTINA, SUBITO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2025 @ 6:22 amNon so se nel progetto del nuovo ospedale rientrino anche alloggi per accompagnatori di pazienti “fuori sede” sottoposti a cure specialistiche di lunga durata, ma anche se così fosse, il problema della sistemazione di quelle persone si pone già adesso, cioè molti anni prima della prevista data di attivazione di tali eventuali strutture, le quali invece sono necessarie già adesso.
Un esempio. A Trento, in Via Al Desert, da dieci anni abbiamo uno dei pochissimi Centri nazionali di Protonterapia, se non il migliore: gli altri sono Pavia, Milano e parzialmente a Trapani. Si tratta di un’ottima struttura, moderna e molto bene organizzata e funzionante: l’unica carenza è forse l’esiguo numero del personale medico, infermieristico e tecnico, ma questa è un’altra storia.
La protonterapia consiste in cicli fino ad oltre 30 applicazioni radiologiche di 25 minuti circa cadauna in altrettante giornate lavorative consecutive. Ora accade che non tutti i pazienti abitino nei pressi del Centro: anche per un residente nella nostra Provincia la terapia può comportare altrettanti viaggi giornalieri di oltre 150 km fra andata e ritorno. Vi sono poi pazienti non residenti: a me risulta ad esempio, che una famiglia viaggi quotidianamente da Merano a Trento ed un’altra, proveniente dalla Sardegna, abbia preso in affitto un appartamento per oltre un mese. Come far fronte a queste esigenze? Vengo all’idea-proposta.
Nell’immediate vicinanze del Centro si trovano ampie aree ex-militari inutilizzate, la cui gestione sembra essere affidata alla Provincia in accordo con gli Enti romani competenti: il Comune potrebbe proporre alla Provincia di concordare con gli Enti romani l’immediato affidamento della gestione di queste aree direttamente al Comune, il quale si farebbe carico della progettazione, realizzazione e gestione del nuovo sistema di accoglienza, con copertura finanziaria da parte della Provincia.
Mi si dice che sul tema generale esistono lodevoli Tavoli di Lavoro “misti” fra il settore pubblico ed associazioni private: ben vengano, e nulla tolgono alla possibilità che sto proponendo in parallelo. Infatti, io credo che sia diritto-dovere del Comune Capoluogo, Primo Ente Originario, non solo proporre ciò che può realizzare direttamente, ma che possa e debba anche attivare eventuali inerzie degli Enti successivi, in questo caso della Provincia e degli Enti romani: infatti, si tratta di attivare tempestivamente risorse di fatto oggi “inerti” (le citate aree ex militari abbandonate) e di dare immediate risposte concrete a problemi attuali e concreti.
In altre parole, occorre una riforma del sistema di approccio al problema.
Riccardo Lucatti, Italia Viva, attuale fruitore di quella struttura, il quale risiede a soli 2 km dal citato Centro di cura.


















