DAI GIORNALI STAMPATI ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Settembre, 2025 @ 6:18 am

Leggo a pagina 3 de “ilT” di oggi nella rubrica “Opinioni” un contributo a firma dell’architetto Maurizio Tomazzoni dal titolo “L’intelligenza artificiale sfuggita di mano” (v. foto). Concordo con le sue perplessità e mi permetto di citare una mia lettera da me inviata a quello stesso giornale il 28 agosto scorso.

Inizia

Grazie giornalisti dei giornali stampati, grazie perché ci inducete a “toccare con mano” (è proprio il caso di dire così!) la narrazione di ciò che accade; grazie perché, partendo dalle notizie, voi dedicate tempo alla loro “narrazione” e fate sì che alla sua lettura e comprensione anche noi lettori si dedichi tempo.

Il tempo è galantuomo, si usa dire, ma il tempo del nostro tempo è troppo veloce, non ha tempo di essere galantuomo! Infatti ci sorprende, non ci lascia il tempo di riflettere: è tempo che noi ci si renda conto della trappola che tendono questi nostri nuovi “Tempi moderni”.

Nel film di Charlie Chaplin la vittima era l’operario costretto a rispondere in tempo reale allo scorrere veloce della catena di montaggio. Oggi le vittime siamo noi, condotti a rispondere in tempo (troppo) reale allo scorrere (troppo) veloce della catena di montaggio di notizie senza narrazione.

Noi diversamente giovani, noi nati nel secolo scorso (io sono un “mod. 1944”), abbiamo conosciuto il prima e il dopo del nostro tempo. Ma i giovani d’oggi non possono valutare l’evoluzione (forse dovrei dire l’involuzione) in atto e rischiano di essere vittime di ciò che è stato prodotto, ad esempio vittime dell’intelligenza artificiale, il cui utilizzo a mio avviso dovrebbe essere sottoposto all’ottenimento di un particolare “porto d’armi”. Fuori dalla mia provocazione, la politica si è posto questo problema?

La Storia ci insegna che nell’antichità un famoso filosofo fu condannato a morte perché con i suoi discorsi avrebbe corrotto i giovani: al che mi domando, quanto può “corrompere” l’intelligenza naturale dei giovani l’uso incontrollato dell’ intelligenza artificiale? La storia dovrebbe essere maestra di vita e della politica, ma già il Manzoni in quel suo romanzetto ove si tratta di promessi sposi faceva dire al suo personaggio Don Ferrante:  “Ma cos’è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada, e per conseguenza butta via i suoi passi; come la politica senza la storia è uno che cammina senza guida.”

Finisce

Riccardo Lucatti – Trento