VENTI DONNE AI MARGINI DELLA CITTA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Ottobre, 2025 @ 2:08 pmCosì titola oggi a pagina 22 il “mio” quotidiano locale, “ilT” nel senso che venti donne – anche se con un lavoro, sia pure minimo – ogni notte dormono per strada. NOS PUDEAT, si dice in latino: vergognamoci!
Ma chi, … dice taluno, anche io? Mica sono io che ci devo pensare .. la Provincia, la Caritas … il Comune … Eh già, è comodo possiamo cavarcela così!
Taluno dice che si tratterebbe dei 1500 posti di accoglienza che – su decisione della Provincia – sono stati dimezzati, perché “il Trentino era troppo accogliente e provocava l’effetto richiamo”. Anche questa motivazione non regge, si spiega nell’articolo, perché da anni il numero della Persone in arrivo è costante.
Il problema è stato reso ancora più grave dalle ulteriori decisioni della Provincia che ha concentrato sulla Città capoluogo tutti gli immigrati, prima dislocati in varie località delle valli (“dove pure ci sono comunità disponibili ad attivarsi”) e che ha rimandato a Roma i denari già ricevuti per pagare insegnanti trentini che insegnassero loro la nostra lingua.
E che dire degli ampi spazi vuoti per mancanza di vocazioni nelle molte parrocchie o seminari? Dice … ma cosa fai Riccardo, tiri in ballo la religione? No, rispondo, non potrei né sarei capace di coinvolgere la nostra Religione (che è soprattutto Creazione e Resurrezione), bensì mi richiamo al suo primo insegnamento: amare il prossimo, anche se arriva da lontano, anche se non parla ancora la tua lingua, anche se … (completi ognuno la frase). Dice … ma se mancano sacerdoti e ognuno di quelli esistenti deve officiare in più parrocchie. Dico: appunto! E poi ci sono le associazioni laiche del volontariato che potrebbero garantire in una certa misura il servizio necessario … o no?
E allora? innanzi tutto un “bravo” al giornalista Simone Casciano e al giornale che ha dedicato un’intera pagina al problema. Ma … come risolverlo?
La Provincia ha esercitato un potere, ma non si sente responsabile delle conseguenze, anzi, pare che si aspetti un “bravo”.
Dice … se non ci pensa la Provincia, ci deve pensare il Comune.
E ci risiamo con la politica dello scaricabarile! Ma allora, chi è responsabile? Direi chi non si oppone a questo modo di governare il territorio e le Persone: e il primo modo di fare opposizione è di non consentire che potere e responsabilità facciamo capo a soggetti diversi.
Ci deve pensare il Comune? Va bene, ma allora – quanto meno! – che il Comune riceva (da una Provincia che ha chiuso il bilancio con un avanzo miliardario) i mezzi finanziari necessari allo scopo.
Il problema può e deve essere risolto all’interno della riforma del rapporto di autonomia fra la Provincia e la sua città capoluogo, città che di fatto è già una città metropolitana, la quale, se non altro – oltre che al tema della gestione delle alle Persone di cui sto trattando – ogni giorno somma ai suoi 120.000 cittadini residenti un ugual numero di lavoratori pendolari: ma questa è un’altra storia.
esta comunque quel “nos pudeat!” all’inizio del post.


















