MIA LETTERA ODIERNA AL QUOTINIANO TRENTINO “ilT”USCITA DELL’AUTOSTRADA VALDASTICO A TRENTO SUD?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2025 @ 9:14 am

Egregio Direttore, ancora nell’estate scorsa il Suo giornale ha ospitato due miei contributi sulla necessità di riformare il Rapporto di Autonomia fra la Provincia e il Comune Capoluogo e di ciò La ringrazio. In quegli scritti mi riferivo a come la Provincia riservi a se stessa il potere e lasci che la responsabilità ricada su altri, in particolare sul citato Comune: sono questi i casi della gestione degli immigrati; della sicurezza cittadina; dell’utilizzo e dell’inutilizzo di vaste aree cittadine; della congestione del traffico urbano in coincidenza dei movimenti della “seconda popolazione” del Capoluogo: quella dei lavoratori pendolari.

Leggo oggi che la Provincia sta ipotizzando di far “uscire” l’autostrada Valdastico a Trento sud, senza averlo non dico concordato ma nemmeno discusso con il Sindaco.

Vede, Direttore, io ho lavorato una vita a capo di aziende o di funzioni centrali di grandi holding e mi sorge spontaneo un primo parallelismo: la provincia si comporta come una Holding operativa la quale “fa le cose” al posto delle sue società possedute. Ora, se questo comportamento si può in parte giustificare nei confronti delle SpA (Comuni) minori, non è accettabile nei confronti della sua maggiore SpA (il Comune Capoluogo) che si fatto è già una città metropolitana, nei confronti della quale dovrebbe invece funzionare soprattutto come “holding finanziaria pura”.Mi conceda un secondo parallelismo: quando si tratta di discutere con Roma sulle modalità del rinnovo della concessione della gestione dell’A22, mi pare che la nostra provincia si muova al contrario: lascia che a trattare sia quella di Bolzano, salvo poi, nel caso dell’auspicato successo (concessione rinnovata in capo alla nostra Autobrennero SpA secondo la procedura del PF, come a suo tempo ottenuto dalle parlamentari Senatrice Donatella Conzatti e deputata Raffaella Paita), fare scattare l’ “Effetto Borsalino”, ovvero mettere (anche) il proprio cappello sul lavoro altrui.

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