QUELLI CHE ….. cercano di analizzare i contenuti nascosti “dentro le notizie”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2012 @ 8:00 am

Detto altrimenti: pensieri in libertà, che taluno magari vorrebbe … ai “domiciliari”

Pagare o non pagare (le tasse)? Questo è il dilemma …

Tanti, tanti anni fa. A Teheran. Stavo cercando di operare attraverso una SpA di mia costituzione a maggioranza azionaria italiana (cioè mia) e minoranza iraniana. L’ambasciatore Cottafavi mi aveva fatto i complimenti: infatti era la prima SpA nella quale gli Iraniani avevano accettato questo rapporto di forze (azionarie). Chiesi ad un primario avvocato tributarista del luogo come ci si dovesse comportare per assolvere ai doveri fiscali. Mi rispose: “Il problema non è come pagare le tasse, ma come non pagarle”. La frase mi sorprese e mi sconvolse tanto che mi è rimasta impressa sino ad oggi. Ed allora ecco, …

… come non pagare le tasse

Chi percepisce un reddito fisso è avvantaggiato, in quanto per lui il problema non si pone nemmeno! Che fortuna! Quanti pensieri in meno! Una vecchia canzone trasmessa alla radio negli anni ’50 recitava: “La vita è bella, te la devi goder. Se non hai nulla, non hai pure i pensier. Al chiar di luna è bello sognar e se amaro è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar”. Ma torniamo al tema. Per non pagare le tasse ci sono quattro diversi modi: legali, apparentemente legali, illegali, illegalissimi. Eccoli:
1) Utilizzare legittimamente al meglio le leggi esistenti. Questa non è evasione né elusione fiscale. Ci fu un tempo in cui la legge italiana, in caso di fusioni fra due diverse SpA, autorizzava l’utilizzo delle molte perdite di una società per compensare gli utili dell’altra, con il risultato che non emergendo utili non maturavano imposte in capo alla società che risultava dalla fusione delle due SpA citate. Questo è l’unico modo legale.
2) Costituire una SpA a S. Marino (o in altri luoghi similari), sulla quale fare transitare le fatture di acquisto della propria SpA italiana, e, variando opportunamente i prezzi delle merci, fare in modo che l’utile si formi in capo alla SpA sanmarinese, dove esso è tassato molto meno che in Italia. Questo sistema è apparentemente legale.
3) Fare in modo che l’utile  sia distribuito frazionatamente su più persone, magari anche sui propri figli: invece di maturare in capo ad una unica persona fisica,: in tal modo si applicano aliquote inferiori e si “eludono” la tasse corrispondenti alle aliquote superiori. Anche questo sistema “appare” legale.
4) Falsificare i bilanci, tanto non è più un reato … al fine di lasciare nella SpA maggiori disponibilità finanziarie per effettuare maggiori investimenti nella stessa SpA. Questo sistema è illegale, ma almeno …
5) Eludere o evadere il fisco in qualunque modo, ma per di più dirottando in conti “neri” le disponibilità finanziarie “risparmiate”. Questo sistema è “illegalissimo” perché con le “disponibilità in nero” si può sviare il normale corso delle cose (stavo per scrivere “della democrazia”). Questo è il particolare che si trascura quando da parte di taluno si afferma che (trasmissione RAI 3 “Ballarò” di ieri sera) “quella sentenza è assurda: infatti, come si può pensare che una persona che paga 300 milioni all’anno di tasse si sia data da fare per eludere la misera somma di 2 milioni”. Ma io  mi permetto di osservare:  occorre esaminare cosa si fa poi di quei 2 milioni … Questo sistema è illegalissimo.

Le parole sono macigni (Don Milani, “Lettera ad una professoressa”). E anche i milioni di euro erogati con leggerezza, mi permetto di aggiungere …

Un nostro ministro dice : “I giovani in cerca di lavoro non devono essere ciusi”. Ciusi, forse dall’inglese to choose, scegliere, cioè non devono pretendere di fare troppi distinguo, di avere troppe possibilità di scelta, ma devono accettare di buon grado qualsiasi lavoro.

Un altro ministro ha un figlio, il quale di parole non ne ha dette, non è stato ciuso. In silenzio ha intascato 3,6 milioni di euro quale buonuscita per essere stato direttore generale di una primaria compagnia di assicurazioni per solo poco più di un anno. Si dice: ma così stabiliva il contratto, è una accordo fra privati, quindi per quanto riguarda i loro rapporti è legge.

Si, dico io, ma questi costi si scaricano sui premi assicurativi che tutti noi paghiamo ed allora è inutile che lo Stato cerchi di calmierare le tariffe anche rispetto ai costi delle compagnie se poi i costi galoppano incontrollati a briglia sciolta. E poi, oggi, è anche una questione morale …

 

Grecia

Ne ho scritto nel mio post di ieri. Già tanti anni fa (35, ricordo perfettamente) in Grecia occorreva dimostrare al fisco come avevi potuto permetterti di acquistare un’auto. Cioè, già da molti anni v’era attenzione a che non si operasse con fondi neri. Ed oggi? Oggi in Grecia si arresta chi denuncia la violazione delle leggi e costituisce fondi in Svizzera, piuttosto che chi quelle leggi le ha violate. Oh tempora, oh mores!

 

Tremitalia (sic, Tremitalia)

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Nei post del 16 maggi e del 5 giugno, cercando molto umilmente di imitare tale D’Annunzio, assai più esperto creatore di neologismi più di qualunque altro al mondo,  creai questo nuovo termine “Tremitalia”, con riferimento al “tremore” (ovviamente la mia era una voluta esagerazione) che ci assale di fronte a irrisolte e contraddittorie soluzioni tariffarie e del servizio in genere, nel senso che ci sarebbe stato da “tremare” ove ci si fosse voluti districare fra gli orari e le tariffe della citata società. Oggi il tremore è interno a quella società, infatti, “pare” che gli agenti della Squadra mobile di Firenze e del compartimento Polfer della Toscana abbiano eseguito 27 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di imprenditori e funzionari di Trenitalia, ritenuti responsabili di aver inquinato e truccato il sistema di appalti di Trenitalia Spa. Tra i reati contestati, corruzione, abuso d’ufficio e accesso abusivo alle banche dati riservate di Trenitalia. Le misure sono state eseguire in 13 province, tra le quali Milano, Torino, Pordenone, Prato, Firenze, Verona, Genova, Napoli e Bari. Nord, Centro e Sud: par condicio rispettata! Comunque l’intervento lo stavamo aspettando, sin dai tempi delle “lenzuola d’oro”, ricordate?

Sicilia

Riduzione della spesa pubblica. Una frase del nuovo Presidente Crocetta (Trasmissione RAI “Ballarò” citata): “Non può essere che un Consigliere regionale guadagni meno di un Direttore Generale”. A parte che “chi lo ha detto?”, l’affermazione non è condivisibile. Infatti il primo è un amministratore pubblico eletto, operante non a tempo pieno, il quale può avere o non avere deleghe. Il secondo è un dipendente a tempo pieno con deleghe e precisi, complessi doveri operativi e gravi responsabilità previste anche dal Codice Civile. Pertanto l’affermazione del neo Presidente della Regione Sicilia è fuorviante. Si tratta infatti di un messaggio quasi subliminale, di una affermazione fatta “per inciso” (che purtroppo nessuno ha ribattuto in corso di trasmissione) e che – consciamente o inconsciamente – tende a sviare la mente dell’ascoltatore e di ogni cittadino dall’esame di cosa ci sia “dentro di essa”. Ecco il punto. Andiamo “dentro le cose”, andiamo a scoprire il significato più reale delle affermazioni e delle decisioni altrui. Ed anche delle nostre, ci mancherebbe altro.