ASTENSIONISMO SICILIANO E TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2012 @ 7:35 am

Detto altrimenti: elezioni siciliane e quelle per la Presidenza delle Comunità di Valle Trentine (CDV) e successivo referendum.

La forte percentuale di astensionismo riscontrata nelle recenti elezioni regionali sicule mi ha riportato alla memoria quella, analoga, che si riscontrò in occasione dell’elezione dei presidenti delle Comunità di Valle Trentine. Qui da noi (da noi, uso questa espressione perchè sto scrivendo all’interno di “Trento” blog) oggi molti criticano l’istituzione Comunità di Valle, in quanto ente non in grado di svolgere concretamente il ruolo di “capofila” delle mansioni intercomunali che la Provincia Autonoma sta delegando e “riunioni di Comuni, coordinati dalla rispettiva Comunità di Valle”.

Io mi permetto di sottoporre all’attenzione del lettore alcune sottolineature

A) A favore delle CDV:

1. Il loro nome. Piuttosto che “Provincia Autonoma di Trento” mi piace pensare di vivere all’interno della “Unione delle Comunità Autonome delle Valli Trentine”.
2. I “vecchi” Comprensori non si sono attivati abbastanza? Da sempre, e in ogni campo, se un sistema non funziona, è meglio creare un nuovo sistema e sostituirlo al vecchio, piuttosto che cercare di correggere il vecchio.
3. Nelle CDV sarà trasferito personale provinciale.
4. La creazione delle CDV può indurre molti Comuni a fondersi.
5. Il referendum abrogativo/confermativo delle CDV ha confermato le CDV. Quindi … “Deus vult, Dio lo vuole!”

B) Nel senso che forse si sarebbe potuto operare meglio:

1. Forse, prima di istituire le CDV si sarebbe potuta allargare la politica provinciale di finanziamento e di incentivazione di operazioni di accorpamento di funzioni comunali, come è stato per le Polizie Locali, alcune delle quali, fondendosi, sono diventate Polizia Locale Intercomunale. L’incentivo avrebbe potuto essere esteso con gli stessi meccanismi anche in favore della riunificazione delle società comunali della mobilità e della sosta, tanto per fare un esempio.
2. Forse, si sarebbe potuto predefinire meglio le competenze e la dotazione finanziaria delle CDV.
3. Non si vede  trasferimento di personale dalla provincia alle CDV.
4. Forse alla guida delle CDV non avrebbero dovuto essere ammessi “anche” i Sindaci dei Comuni interessati, ma “solo” i Sindaci.
5. Referendum abrogativo? Fallito solo per il meccanismo del “quorum”, ma la stragrande maggioranza dei votanti (100.000 su 110.000 …ricordo bene?) si espressa contro le CDV. Quindi … “Deus non vult, Dio non lo vuole!”

Riflessioni finali

Forse … forse se si fosse attuato quanto sub lettera “B” numeri 2, 3 e 4, l’assenteismo alle votazioni per l’elezione dei presidenti delle CDV e al successivo referendum abrogativo/confermativo sarebbe stato minore e quindi la situazione che ne sarebbe scaturita avrebbe avuto una maggiore valenza politica.

Nelle fasi di crescita, si decentra. In quelle di recessione, si accentra. Questa è una regola universalmente sperimentata e accettata. Noi stiamo vivendo una fase di recessione. Orbene, la CDV rappresenta sicuramente un tentativo di accentramento rispetto a ciascun singolo Comune. Rispetto alla provincia, è un accentramento o un decentramento?

P.s.: sono uscito di casa. Ho comperato il giornale (l’Adige). Leggo “Rivolta dei Comuni. La Provincia: Occorre dare più spazio ai Sindaci in merito alle gestioni associate”. In tal senso iniziavo ad esprimermi dal mio post del 21 dicembre 2011 (cfr. ivi )