MOBILITA’ IN TRENTINO – Prima puntata: la sosta delle auto, magari attivando le Comunità di Valle

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2012 @ 3:45 pm

Prima puntata? Già perché in post separati ed eventualmente anche in modo “raggruppato” tratterò per alcuni singoli aspetti i seguenti diversi tipi di mobilità:

Costruzione di un parcheggio interrato

1. delle auto sul territorio provinciale (prima puntata, cioè questa)
2. pedonale all’interno della città 3..dei lavoratori pendolari
4. autostradale
5. ferroviaria
6. intermodale
7. aerea
8. sciatoria
9. ciclistica
10. velica

Le auto passano il 90% della loro vita ferme, posteggiate …

… quindi, apparentemente in modo paradossale, se vuoi muoverti bene, devi potere disporre di ottimo sistemi di sosta e parcheggio. E’ un po’ come il vecchio si vis pacem para bellum …

… ed allora parliamo dei sistemi della sosta e del parcheggio!

Al riguardo, anche qui il primo problema – nella maggior parte dei casi – non è la costruzione di nuove strutture di parcheggio – peraltro talvolta necessarie – o l’ampliamento indiscriminato delle aree di sosta a pagamento su strada, ma è un corretto sistema di informazione interattiva fra un sistema centralizzato delle infrastrutture esistenti e l’utenza, oltre che l’adozione di una politica tariffaria ragionata.

Il che spesso non avviene, quindi abbiamo spazio per operare, per migliorare. Due esempi? In un Comune il Sindaco “ordina” alla propria società comunale della mobilità di rendere gratuita la prima ora di sosta all’interno di un importante e centrale parcheggio interrato, senza tener conto che i ricavi della società derivano soprattutto dalla prima ora di sosta. Oppure, una società della mobilità impianta lungo le strade di accesso alla città cartelli elettronici per indicare la disponibilità dei posti auto solo nelle “proprie” strutture e non anche in quelle gestite da altri ma ugualmente importanti per l’utenza soprattutto turistica, per di più senza indicare la via di accesso e la distanza delle strutture da ogni cartello indicatore.

Sono stato recentemente in Veneto (5 milioni di abitanti), a Milano (1,7 milioni), a Roma (2,7 milioni) e a Parigi (2,2 milioni)

Parigi: accesso ad una stazione del metro

In Veneto ogni pochi km entri in un Comune diverso, ognuno dei quali ha tariffe della sosta diverse e parcometri diversi. A Milano e a Roma, l’80% dei parcheggi è sulla superficie ed il 20% interrato. A Parigi, il contrario! A Parigi, vi sono 16 linee di metropolitana, molte di bus, una funicolare (Montmartre). Tutto utilizzabile con un unico biglietto o abbonamento (per 3 giorni ho speso solo €21,5!). A Parigi, la massa della popolazione e dei turisti utilizza mezzi pubblici. Sulle strade non ho visto alcun ingorgo (!) il che significa che se vuoi puoi anche utilizzare la tua auto o il taxi senza passare mezza giornata bloccato nel traffico.

E in Trentino? Attivare le Comunità di Valle per servizi comunali della mobilità accorpati in un unico servizio intercomunale?

Â

Infatti anche qui da noi abbiamo tanti Comuni, tante tariffe, tanti soggetti gestori. A causa della recessione, stiamo assistendo ad un sempre minor utilizzo delle aree blu di sosta di superficie, i cui ricavi sostengono l’equilibrio economico dei sistemi in struttura e potrebbero cofinanziare la realizzazione di nuove strutture interrate. Diminuiscono i ricavi del servizio. Quindi occorre diminuire i costi e nello stesso tempo razionalizzare l’organizzazione del servizio offerto all’utenza residente e turistica, evitando di aumentare i costosi investimenti in nuove strutture. Vengo al dunque. Quanti siamo qui in Trentino? Poco più di 500.000. Circa il doppio nell’intera regione. Orbene, a vantaggio dell’intera popolazione provinciale e a vantaggio dei suoi turisti (ma il discorso può essere automaticamente esteso alla regione) ecco la …

… prima fase del progetto

A livello provinciale/regionale si può organizzare un unico sistema di bigliettazione, nel senso di creare biglietti e tessere utilizzabili da residenti e turisti anche a tarfiffe differenziate, indifferentemente in qualunque area di sosta o struttura di sosta e parcheggio della provincia, assistendo il tutto attraverso un unico Gruppo di Acquisto Centralizzato delle apparecchiature ed un unico sistema centralizzato di telegestione, telecontrollo e assistenza tecnica, il quale gestisca anche l’indirizzamento delle auto verso le più idonee aree di sosta. Tutto ciò lasciando ciascun Comune e ciascuna società privata del settore libera di stabilire le proprie tariffe e garantendo a tutti la massima sicurezza nella trasparenza e legalità (fiscale) nella gestione del denaro contante!

I vantaggi della soluzione proposta

Un centrale di telegestione e telecontrollo

Risparmio nell’acquisto delle apparecchiature; minori costi gestionali; minori investimenti in nuove infrastrutture; maggiore comodità nell’uso del servizio per residenti e turisti; migliore efficacia del servizio; minore traffico indotto dalla ricerca del posteggio; migliore immagine del territorio trasmessa all’esterno; massima garanzia del rispetto delle prescrizioni fiscali.

Già, perché accade anche questo … non qui in Trentino, per carità … Io stesso ho avuto modo di constatare in una grande città di altra regione nemmeno confinante con la nostra, chiamato come fui da quel Sindaco a “fare pulizia”, come molta parte dell’incasso della sosta non fosse registrato, “ a vantaggio” della creazione da parte del gestore di fondi neri.

Seconda fase del progetto

Â

E dopo che questo nuovo Sistema Pubblico sia stato attivato, magari sotto forma di SpA intercomunale, la SpA stessa – dopo che sia stata legata ai Comuni Azionisti da solidi contratti di gestione – potrebbe essere privatizzata in senso anglosassone del termine e cioè potrebbe essere venduta ai cittadini della provincia/regione e non ad un imprenditore. Infatti “privatizzare” in inglese (e in americano) si traduce con “to go public” cioè, andare verso il pubblico. In tal modo essa, società locale, avvalendosi del collegamento alla rete in fibre ottiche o internet, essendo interamenre privata, potrebbe liberamente operare anche fuori provincia/regione, stipulando contratti di gestione anche con realtà esterne, aumentando in tal modo il proprio fatturato ed utile a vantaggio del proprio territorio e dei propri azionisti d’origine e attuali (ad azionariato diffuso), cioè sempre a vantaggio di soggetti locali.

E le Comunità di Valle, che c’azzeccano?

C’azzeccano … c’azzeccano … magari facendosi pre-coagulatori dei “propri” Comuni … Soprattutto se ora – come sta avvenendo per le provincie nazionali – pare che a gestirle saranno i Sindaci dei Comuni partecipanti.

E quindi, e poi, ed allora …

E quindi, se non ora, quando? E poi, perché no? Ed allora, mi permetto di sollecitare commenti, critiche, opinioni diverse, condivisioni. Grazie.