INFORMAZIONE, AZIONE, GOVERNO DELLA NAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2012 @ 7:12 am

Detto altrimenti: Condomìnio Italia, i tuoi “Condòmini” siamo tutti noi! Andiamo all’Assemblea Condominiale, cioè non disertiamo le urne, andiamo a votare!

L’Italia è un condominio grande, molto più grande di questo

Un condominio. Assemblea condominiale. L’Amministratore propone la nomina del Presidente e del Segretario della riunione,. L’Assemblea li nomina. I due condomini accettano, ma restano seduti in platea. L’Amministratore non fa una piega. Seduto in cattedra, inizia a parlare nella prospettiva di gestire egli stesso l’intera riunione, per di più verbalizzando egli stesso, man mano, quello che viene detto. Io lo interrompo. Chiedo e ottengo che “in cattedra” si sieda il Presidente nominato dall’Assemblea di Condomini e che sia lui a gestire l’Assemblea, dando la parola a chi vuole intervenire, chiedendo all’Amministratore di esporre la sua relazione e le sue proposte, etc. Inoltre chiedo ed ottengo che il verbale sia redatto dal Segretario della riunione. Eh, altrimenti se le dice, se le suona e se le canta tutto da solo!

Quindi esamino la sua proposta di intervento straordinario (al tetto del palazzo) e chiedo che ne presenti anche altre, alternative, per lasciare a noi Condomini la scelta fra le tante diverse possibilità. La discussione è rimandata all’assemblea successiva, nel corso della quale i Condomini decidono il da farsi e stabiliscono la remunerazione annuale dell’Amministratore.

L’Italia è nostra. Noi tutti, ognuno di noi, è “proprietario dell’Italia, di questo bellissimo Condominio. Ogni tanto ci riuniamo e nominiamo l’Amministratore del Condominio. Soltanto che, poiché il “palazzo” è grande, ne nominiamo più d’uno. Eccoli, i nostri Amministratori. Ora accade che costoro pretendano di stabilire loro stessi il loro compenso.

E poi, accade anche che essi ci presentino “una” lista delle cose da fare, “una” lista delle priorità, ma non “la” lista completa delle cose da fare né “la” lista completa delle priorità. Ecco, forse quando leggeranno queste righe, capiranno: a noi Cittadini, a noi Condomini, a noi proprietari del condominio Italia, non serve “una” lista di interventi, ma “la” lista di tutti gli interventi, non “una”  priorità ma “la” priorità migliore concordata.

Scusate se ritorno su questo tema. L’Italia non sta crescendo. Meno imprese = meno lavoro = meno introiti fiscali salvo forti incrementi delle imposte = minori consumi = maggiori rischi anche per le pensioni = nessun futuro per i giovani, etc.. Ed allora, vogliamo mettere mano ad una patrimoniale (come fa la “comunista” Svizzera)? E poi, forse non è il caso di soprassedere a mega investimenti (TAV, caccia bombardieri F35, solo per citarne alcuni)? Di “recuperare” i capitali contrabbandati in Svizzera? Di varare una patrimoniale? Di far pagare l’IMU a tutti (tutti) gli immobili commerciali? Di rivedere le aliquote fiscali delle fasce alte di reddito? Di eliminare le super retribuzioni, super liquidazioni, supercumuli?  Etc. E di destinare invece quelle risorse all’innalzamento delle pensioni minime, alla Scuola (pubblica), all’Università, alla Ricerca, agli investimenti per la crescita e per la creazione di un più aggiornato modello di crescita?

Vittorio Emanuele II° raccolse il primo “grido di dolore”. Chi raccoglierà il secondo?

Ecco. I nostri Amministratori non si possono più permettere di “essere insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di loro…” Noi cittadini dobbiamo sederci in cattedra, gestire noi la riunione e chiedere conto ai nostri Amministratori, nostri in quanto soprattutto “nominati da noi” cioè nostri in senso oggettivo. Non “nostri” in senso soggettivo, cioè non “nostri” in quanto “sopra” di noi,  non “nostri” in quanto pretendano di dire a noi “cosa è bene e cosa è male fare”, a noi pretesi eterni scolaretti, a noi preteso oggetto della loro gestione, a noi che invece siamo il Soggetto Principe in questa Assemblea di Cittadini. Cosa fare, dunque? Sicuramente andare a votare! Il mio non è un appello politico. E’ un appello di civiltà.