LE PIANTE … MUSICISTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2012 @ 9:30 am

Detto altrimenti: è indubbio che le piante siano “vive” …. In other words: “La linfa dalle radici raggiunge le foglie e diventa … musica”

Pergine Valsugana (TN), Maso S.Pietro, 9 novembre 2012. L’Associazione Banca del Tempo ha organizzato un incontro con Tiziano, consulente informatico ed organizzativo, in arte Salahuddin (tel. 335 6540451) e sua moglie Laura, musicista e musicologa, in arte Bashira (tel. 338 4644351), info@vocidipiante.it – www.vocidipiante.it.

La Banca del Tempo. Chi non la conosce trova tutto in internet. Cfr. ivi. Ognuno mette a disposizione le sua abilità e la sua disponibilità in termini di ore. Riceve disponibilità ed ore da altri. Insomma, ci si baratta tempo e abilità.

Le piante. Negli USA gli studi sulla sensibilità delle piante sono iniziati negli anni 70. Da 12 anni Tiziano e Laura si occupano di piante e di questa sperimentazione a metà fra lo scientifico e l’empirico (ma la scienza è empirica, nel senso che è “osservazione e sperimentazione della realtà”). Tiziano inserisce una pianta in un circuito elettrico applicando alle sue foglie ed alle radici tre elettrodi. Attraverso un misuratore di resistenza (ohm), si osserva che la resistenza opposta dalla pianta al passaggio della corrente è variabile, corrisponde al variare del flusso linfatico e – ad esempio – cessa alla sera (a cessare è la variazione della resistenza, non la resistenza), per riprendere in presenza di una fonte luminosa. Un altro apparecchio trasforma le variazioni della resistenza in segnali digitali poi inviati ad un sequencer (banca dati di timbri musicali) e trasforma i segnali in suoni.

La pianta “utilizza” le sue foglie come un pianista utilizza le dita delle proprie mani. Se il pianista dispone di un pianoforte che abbia la tastiera “giusta”, con ogni nota collocata al posto che le compete, cioè “sotto” il tasto giusto e se il pianoforte è accordato, il suono che ne esce è una musica, una melodia. Altrimenti ciò non avviene.

Orbene nel caso in esame il “pianoforte” era “giusto ed accordato e quindi il suono che ne derivava era musica, era melodia. Musica secondo scale arcaiche (antica Grecia), successione di quattro suoni discendenti (tetracordi) compresi nell’intervallo di una “quarta giusta”. Si tratta cioè di musica “modale” e non di musica “moderna” con i “semi toni”. Quindi iniziamo con il rilevare che nelle piante è insita una “logica” che è anche musicale, nel senso che corrisponde alla “logica musicale” dell’antica Grecia.

Quando alcuni astanti sono stati invitati a ”toccare la pianta musicista, la melodia è improvvisamente cambiata. Cosa ne deduciamo? Che le piante sono esseri “vivi”, e questo lo sapevamo. Che esse hanno una sensibilità verso chi le tocca, le accarezza. Sarà ovviamente una sensibilità solo “fisica”, ma tant’è … Ricordate? Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo detto noi stessi: “Io, alle mie piante, parlo”? Bè. parlare, accarezzare, curare personalmente le proprie piante ha influenza sul loro modo di essere.

In linea più generale, la serata è servita per richiamare l’attenzione sulla Banca del Tempo e sulla maggiore attenzione e rispetto che dobbiamo dedicare alla piante, ai boschi, alle foreste, a noi stessi e agli “altri”. Infatti un affinamento della nostra sensibilità verso gli “esseri viventi piante” ci aiuta ad avere maggiore sensibilità verso “gli esseri viventi animali” e soprattutto verso “gli essere viventi persone”: di qualsiasi colore, religione, censo, cultura, convinzione politica, tendenza sessuale, essi siano. Così come verso qualsiasi pianta.