SCADENZA PROGRAMMATA PER BENI DI CONSUMO, CIBO, PERSONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 10:05 amDetto altrimenti: merce, alimentari, persone …   (post 2241)
Capita spesso. Un prodotto si guasta poco dopo la scadenza della garanzia: “Guardi, spende meno a comperarne uno nuovo che a ripararloâ€. Infatti il costruttore può realizzare prodotti che manifestino difetti gravi solo subito dopo la scadenza della garanzia. In Francia questo fatto è un reato. Da noi no. Perché?
.
Un esempio attuale: le batterie delle E-bike. Te le vendono assicurandoti un numero “x” di ricariche, ad esempio 800. Dopo hanno “il diritto e il dovere†di guastarsi! In altre parole: ti vendono il “non oltre” 800 ricariche anziché il “non meno” di 800 ricariche.
.
.
.
.
Ciò accade anche per gli alimenti, sotto altra forma: la scadenza. Che sia una sorta di dolo lo dimostra il fatto che la Legge 155 del 16 luglio 2013 cosiddetta del Buon Samaritano, consente il ritiro presso i supermercati di derrate “scadute†purchè destinate alla distribuzione gratuita a persone bisognose. In Trentino la onlus TrentinoSolidale raccoglie e distribuisce ogni giorno circa 80 quintali di alimenti, e nessuno mai si è intossicato.
.
.
Persone. Anche noi siamo “programmati†per durare un certo numero di anni e non oltre. Solo che per chi ha la fede in una religione la morte è solo un passaggio ad altra vita. Infatti non è solo la religione cattolica che si fonda sulla (Creazione e sulla) Resurrezione: vi sono altre religioni – orientali, ad esempio – nella quali la resurrezione avviene sotto forma di reincarnazione. Tuttavia il fatto grave – e Papa Francesco ce lo ricorda – è che la “scadenza di una persona†nella nostra società “moderna†spesso, troppo spesso avviene per milioni e milioni di “persone in vitaâ€, le quali diventano “scarti viventi della società umanaâ€, fenomeno che invece non dobbiamo permettere che avvenga. Ma questa è un’altra storia.
.
Comments Closed
L’AUTONOMIA DEL TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Gennaio, 2016 @ 8:07 amDetto altrimenti: iniziamo l’anno nuovo con qualche riflessione     (post 2240)
.
Eravamo all’interno dell’Impero Austro-Ungarico. E Maria Teresa d’Austria aveva già avuto modo di sperimentare la (concessione della) Autonomia Amministrativa. Infatti quando sposò il Duca di Lorena, per tranquillizzare la Francia rinunciò a quella regione e al marito detronizzato offrì, quale trono  alternativo, quello del Granducato di Toscana, dotandolo di piena Autonomia Amministrativa (ed utilizzando quell’Autonomia, i Lorena bonificarono le paludi della Maremma Grossetana!).
.
E noi qui … i primi gemi furono posti da un prete, Don Lorenzo Guetti (nato il 6 febbraio 1847 a Vigo Lomaso, un piccolo paese delle Valli Giudicarie all’estrema periferia dell’impero austro-ungarico) il quale si battè per l’Autonomia Amministrativa del Trentino, per evitare che ogni suo abitante, per far valere le sue ragioni, dovesse recarsi (a piedi!) a Innsbruck! Inoltre fu l’ideatore e il fondatore della prima, vera Cooperazione.
.
Da qui in poi la necessità l’autogoverno divenne capacità , esperienza, cultura, dovere, diritto. A Bolzano basata soprattutto sull’ heimat, l’appartenenza; a Trento, su un comune sentire. Orbene, per cercare di approfondire un poco l’attualità della “Soluzione Autonomia†(a bella posta non la definisco “Problemaâ€!), mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.
Le nostre elezioni. Usualmente le dividiamo in (erroneamente) “politiche†e “amministrativeâ€: ovvero in quelle per l’elezione degli organi provinciali (le cosiddette politiche) e in quelle per l’elezione degli organi comunali (le amministrative). Dico erroneamente perché sempre di amministrative si tratta (la nostra è Autonomia Amministrativa, non Politica), se non altro perché – quantitativamente – l’elezione del Presidente della Giunta Provinciale  alias Governatore  può equivalere – quanto a numero di abitanti – all’elezione di un sindaco di una città italiana  medio grande tipo Bologna. Ma esiste anche un altro più sostanziale motivo “qualitativoâ€: noi qui votiamo per amministrarci locali, quindi, a rigore, nelle nostre “politiche†potrebbero a buona ragione essere assenti i partiti nazionali. E qui interviene la contaminatio, ovvero la  contaminazione. Infatti da taluno si pensa che riportare un certo tipo di successo “politico locale†possa servire quale trampolino di lancio per successivo proprio successo politico nazionale e che tale doppio successo locale possa poi essere favorevolmente utilizzato a Roma per la “difesa†della nostra Autonomia.
Orbene, a mio sommesso avviso resta da capire se tale situazione sia una “prospettiva†per l’Autonomia Provinciale  o per contro una limitazione dell’Autonomia del pensiero di ognuno.
Già , perché la prima Autonomia è quella che nasce e vive all’interno della sensibilità di ogni cittadino, di ogni votante, di ogni Trentino per nascita o per acquisizione. Una testimonianza personale (e scusate l’autocitazione): chi scrive ha 72 anni. è nato a Genova, ha lavorato a Genova, Torino, Roma, Milano, risiede e lavora in Trentino da circa 30 anni e solo in Trentino ha maturato questo tipo di riflessioni, solo in Trentino ha “autonomamente†maturato questo tipo di sensibilità sociale ben prima che politica. Vorrà pur dire qualcosa!
Ecco perché a me piace immaginare che nelle nostra “politiche†siano del tutto assenti i partiti nazionali, e che l’Autonomia si debba e possa non solo difendere ma rilanciare in tre modi:
- governando in modo non semplicemente migliore di altri, ma nel modo migliore in assoluto;
- vivendo una Autonomia dinamica, sempre tesa all’ampliamento e al miglioramento di se stessa;
- mantenendo uno stretto collegamento con Bolzano e con l’Euregio.
Che altro dire se non ancora una volta Buon Anno e Buona Autonomia a tutte e a tutti! E a chi ci definisce “privilegiati” mi permetto di dire: il “livellamento” va fatto verso l’alto, non verso il basso.
.
Comments Closed
ANTROPOLOGIA DELLO SCIATORE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 4:55 pmDetto altrimenti: guardiamo un po’ “dentro” gli  sciatori …. (post 2239)
.
Inverno, andiamo, è tempo di sciare … sulle piste di neve “sparata†ma tant’è … e chi ci rinuncia? Dicono che se uno che abita a Trento non scia deve avere un difetto di fabbricazione (definizione di un mio collega di Siemens Monaco, di qualche anno fa). Ma io scio. Scio e studio il comportamento degli sciatori,  da aspirante  “sciatore antropologo†o da “studioso della antropologia degli sciatori”!
.
.
I maestri di sci con un codazzo di allievi scendono lentamente ad ampie volute ma curvano due metri prima del limite laterale della pista: benissimo! Così lasciano lo spazio a chi come me, per evitare l’affollamento della pista, scende a serpentina lungo lo stretto bordo della pista.
Pista deserta. Nonostante lo spazio a mia disposizione, io scendo a serpentina, sulla sinistra, con una traiettoria che occupa una fascia non superiore ai due metri. Da destra mi taglia la strada, al traverso, uno sciatore, fermandosi proprio sull’ultimo metro di pista, esattamente due metri davanti alla mia traiettoria. Riesco a saltare sopra le code dei suoi sci evitando lo scontro: no buono, amico, con tutta la pista libera a tua disposizione!
Un dosso. Subito sotto un gruppo di sciatori fermi, in mezzo ala pista. Una curva stretta senza visibilità , idem. No buono.
Uno stradello in leggera discesa. procediamo tutti secondo traiettorie rettilinee e  parallele per acquistare quel tanto di rincorsa che ci permetterà di superare il tratto successivo, pianeggiante. Improvvisamente uno sciatore fa un cristiania di arresto mettendosi di traverso a rischio di farsi investire. Perché? E’ un po’ come se, guidando l’auto in una strada a più corsie per lo stesso senso di marcia, improvvisamente chi si trova in una corsia centrale sterzasse a destra per fermarsi, senza curarsi delle altre auto che procedono parallelamente. No buono.
.
.
Ma allora, quando mi conviene sciare? Dall’apertura degli impianti (08,30) alle 11,30 quando le piste sono ancora ben battute e la maggior parte degli sciatori è ancora a far colazione. o per strada a cercare il posteggio che abbiamo occupato noi ore prima! Siamo in diversi amici a pensarla così. Da anni ci troviamo a quell’ora – anzi prima! – davanti ai tornelli degli impianti, i cui addetti ci chiamano  “strazzapiste†ovvero quelli che segnano, per primi, le piste ancora immacolate e ben battute dai gatti delle nevi. Fra di noi esiste una gara tacita, un gioco: arrivare al tornello prima di ogni altro! Come i mateloti (ragazzini), alla nostra età … ma si può? Eh già , perché a forza di competere ormai siamo già alla mezz’ora prima dell’apertura degli impianti! Di questo passo, hai visto mai che si arrivi a dormire in loco!
.
Vi sono sciatori che non tengono conto dell’andamento generale del traffico sulla pista. Mi spiego: con piste sempre più tirate a biliardo (senza cunette) e sci sempre più facili da “guidare† la maggior parte degli sciatori tende a scendere con traiettorie abbastanza vicine alla linea di massima pendenza, con serpentine più o meno ampie. Per converso altri sciatori (e ce ne sono!) pretendono di sciare con ampie evoluzioni che attraversano tutta la pista: con il che automaticamente tagliano la strada a molto loro colleghi, rischiando di investirli o di farsi investire. No buono.
.
.
O mùzos delòi, la favola insegna che … l’assicurazione Responsabilità Civile dello sciatore dovrebbe essere obbligatoria venduta insieme al biglietto/abbonamento di risalita. Buono.
.
Comments Closed
… E DA QUESTO CI GIUDICHERA’!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 9:12 amDetto altrimenti: … ma il criterio del giudizio lo decidiamo noi!   (post 2238)
Una storia vera. Molti anni fa. Un mio amico è trasferito da Torino a dirigere una fabbrica  in Sicilia. Un grande gruppo industriale che fabbrica automobili. Arriva, valigia alla mano si mette direttamente alla ricerca di un residence. Non lo trova. Va in fabbrica. Lo fanno accomodare nel suo nuovo ufficio. Convoca il capo del personale. “Ingegnere, ca como, il residence non trovò?†Il capo del personale prosegue: “Permette ingegnere – alza il telefono e chiama un suo impiegato – Totò, l’ingegnere arrivò e non trovò il residence. Pensaci tu perché l’ingegnere ancora non ci  conosce e da questo ci giudicherà !â€
.
.
L’attuale governo sta facendo il possibile: sicuramente qualcosa di più, forse qualcosa di meno. Ora però, ricondurre l’approvazione della persona all’esito di un referendum su materie specifiche … come metodo non mi convince. Solo come metodo …
.
.
Comments Closed
CHI POST A CAPODANNO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2016 @ 6:38 amDetto altrimenti: … post tutto l’anno!      (post 2237)
.
BUON ANNO A TUTTE E A TUTTI!
.
.
.
.
.
.
Comments Closed
POST 2236 – UTOPIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Dicembre, 2015 @ 4:38 pmUTOPIA
 Detto altrimenti: qualcosa di non ancora raggiunto    (post 2236, quello di fine d’anno 2015)
Care lettrici, cari lettori Buon Fine d’Anno e Buon Anno Nuovo! Eccomi qui, solo per un saluto ed un augurio. E per formularlo ho scelto un libro, la traduzione italiana dell’Utopia di Thomas More, alias Sir Thomas More, alias Tommaso Moro, alias San Tommaso Moro. Traduzione fatta da una mia amica, la prof Maria Lia Guardini. Scrivo “prof†senza il puntino, perché ormai quel termine è una parola! Libro che ho ricevuto in regalo dall’Autrice che guai se legge che ho scritto Autrice con la maiuscola, lei che è molto schiva da pubblicità e riconoscimenti vari. Eppure quella maiuscola se la merita e come!
E noi? E tutti voi? Quale miglior augurio che avere sempre un’utopia, un traguardo ideale al quale tendere … guai a non averne! Post cortissimo ma denso del più sincero sentimento augurale: quello che nutro per tutti coloro che hanno la pazienza di leggermi e anche per gli altri;: Buon Anno!
Il vostro blogger Riccardo
P.S.: la rotazione a destra dell’immagine è un’utopia: un risultato non (ancora) raggiunto!
Comments Closed
APPLE EVASORE FISCALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2015 @ 7:56 pmDetto altrimenti: basta con il turismo fiscale e con lo sconto ai grandi evasori!  (post 2235)
.
.
L’Agenzia delle Entrate ha contestato ad Apple l’omessa dichiarazione dei redditi dal 2008 al 2013: l’azienda imputava a una società irlandese i ricavi prodotti in Italia. Secondo i magistrati in questo modo è riuscita in cinque anni a non versare all’erario italiano 880 milioni di Ires. Adesso concorda per circa un terzo del dovuto.
.
Osservo:
-
Europa, a quando la normalizzazione fiscale degli aderenti all’Unione? A quando un accordo in tal senso con gli USA per isolare gli Stati canaglie fiscali?
- Italia, a quando l’abolizione dello scandalo del “concordato”? E’ iniquo ed immorale “abbonare†due terzi del dovuto;
- Gli stati “canaglie fiscali†derubano il nostro erario e tendono ad attrarre anche le nostre produzioni, “derubando†anche i nostri posti di lavoro;
- è offensivo per la nostra intelligenza definire una “sanzione/multa†ciò che è solo una parte del dovuto;
- é altrettanto offensivo definire “un successo” (del nostro fisco) tutto ciò;
- dato l’ammontare elevato, anche dopo avere concordato quanto sopra, secondo la legge italiana la responsabilità penale resta. Mi chiedo: chiedo andrà in galera?
Adesso pare che si replichi con Google che dovrebbe all’erario italiano un miliardo di euro e che se la potrebbe cavare pagando solo 333 (,3 periodico) milioni di euro.
.
.
Comments Closed
CONTRASTO AI REATI MINORI E ALLA LORO RECIDIVA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2015 @ 6:25 amDetto altrimenti: il contributo delle onlus trentine     (post 2234)
Come evitare la recidiva dei reati cosiddetti minori, quali il piccolo spaccio, le piccole rapine anche improprie; i maltrattamenti in famiglia, che poi in termici statistici sono i più frequenti nella nostra provincia? Reati che pure violano il nostro vivere civile, la nostra persona, i nostri beni, la nostra sensibilità : in una parola, le nostre leggi? Reati giudicati non particolarmente pericolosi ma con un elevato grado di recidiva. Orbene, in molti casi il reo si avvale del patteggiamento, la pena si riduce di molto ed egli, non avendo alcun domicilio nel quale scontare gli arresti domiciliari, viene rimesso in libertà con l’inevitabile ricaduta nel disagio e nella reiterazione del crimine “di stradaâ€.
Ciò in quanto le nuove modifiche di legge ad iniziare dall’art. 275 c. 2 bis del Codice di Procedura Penale, in linea con le legislazioni europee ed alle più recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, impongono di ricorrere al carcere solo nei casi più gravi e solo se non sia possibile applicare una pena meno pesante quale gli arresti domiciliari. Nella stessa direzione spinge in Italia l’enorme sovraffollamento delle carceri, malanno contro il quale si è più volte levata anche la voce del Presidente della Repubblica e di alcune forze politiche.
La soluzione a tutto ciò? A Trento esiste una onlus operativa, ovvero di primo livello, che si occupa di farsi attribuire da parte di Enti Pubblici abitazioni nelle quali ospitare i condannati rei confessi di tali reati, persone che poi saranno costantemente controllabili e controllate dalle forze di polizia. In parallelo la stessa organizzazione si preoccupa di trovare per costoro l’impiego in lavori di pubblica utilità .
Quindi l’alternativa è la seguente: lasciare libere sulla strada, queste persone, con una elevata  probabilità della recidiva; oppure fare in modo che l’associazione onlus possa disporre degli alloggi necessari e riesca a trovare per costoro un lavoro di pubblica utilità .
Un’operazione del genere presenta cinque vantaggi: 1) si favorisce il recupero sociale ed umano di chi ha commesso questi reati; 2) si risolve un problema della collettività , la quale vede un minor numero di potenziali autori di ulteriori reati, in libera circolazione senza la possibilità di alcun controllo specifico da parte delle forze di polizia; 3) queste persone possono essere utilmente impiegate in altre iniziative sociali delle onlus trentine; 4) si contrasta l’insorgere di ingiuste critiche contro la Magistratura, altrimenti reputata da parte dell’opinione pubblica “colpevole” di avere rimesso in libertà gli autori dei reati; 5) non si demotivano le Forze di Polizia che non  vedono rilasciate le persone che hanno commesso reati e che loro hanno assicurato alla giustizia con il proprio lavoro, impegno e spesso a proprio rischio.
Pertanto, i migliori risultati si otterranno ove gli Enti Pubblici e le Istituzioni interessate (Provincia e Comune e loro enti e società ) abbiano attribuito la dovuta centralità al problema e abbiano stabilito in favore delle onlus del settore i presupposti per la loro operatività , ad iniziare dalla disponibilità degli alloggi.
.
.
Comments Closed
TUTELE CRESCENTI, VARIE ED EVENTUALI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2015 @ 10:19 amDetto altrimenti: problemi di sostanza travisati da una comunicazione maliziosa  (post 2233)
Il fatto: ti assumo a tempo indeterminato. “Se ti licenzio, l’indennità che ti pagherò sarà sempre più elevata quanto maggiore sarà la tua anzianità di servizioâ€. Ecco la tutela presunta crescente. Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione delle letrtici e dei lettori alcune sottolineature:
Se la mia tutela è al livello 100 e tu, con una nuova legge, me la porti a crescere con l’aumento della mia anzianità sino a 110, 120, 130 etc. questa è “tutela crescenteâ€. Ma se la nuova legge mi porta la tutela da 100 a zero, salvo poi farla risalire lentamente a 10, 20, 30 etc., la tutela non è “crescente†bensì “azzerata e poi piano piano fatta crescere sino ai livelli anteriori alla nuova leggeâ€.- L’anzianità . Se io cambio lavoro, i contributi proseguono, si sommano, la mia “anzianità contributiva†non è interrotta, intaccata, azzerata. Ma per contro “l’anzianità retributiva” viene azzerata: il nuovo datore di lavoro mi considera un “anno zeroâ€. Ora questo potrebbe – ma solo al limite del ragionamento – essere accettato – sia pure solo parzialmente – ove io cambi completamente tipo di lavoro. Ma se da fare il pasticcere nella pasticceria “A†passo a fare lo stesso mestiere nella pasticceria “B†non si capisce perché io debba essere ridotto ad “anno zeroâ€.
- Che poi questo mio ultimo ragionamento è ancor più valido quando la pasticceria “B†è acquistata dal proprietario della pasticceria “A†ed io vengo licenziato dalla “A†e poi assunto nella “B†a condizioni inferiori rispetto al passato.
- Tutto ciò nel pieno rispetto formale di una legge (inadeguata, n.d.r.) e in piena violazione sostanziale dei diritti del lavoratore. Mi domando: con quale (altissimo, n.d.r.) grado di ipocrisia mentale e della coscienza (nel caso migliore, volendo essere generosi: di disattenzione e superficialità ) il legislatore non ha tutelato anche questi aspetti?
P.S.: a Milano dicono: “O felè fa ‘l to’ mestè”, pasticcere fa il tuo mestiere, nel senso che ognuno deve pronunciarsi su cose che conosce e non su altro, senza avere la pretesa di fare il mestiere  altrui. E benchè io non sia un esperto nel diritto del lavoro, tuttavia mi espongo volentieri a questo genere di possibile critica, se tale mio rischio può in qualche modo sollecitare un perfezionamento della regolamentazione della materia.
.
Comments Closed
DA NATALE A S. STEFANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2015 @ 8:46 amDetto altrimenti: lo si dice di una cosa che dura poco …  (post 2232)
.
.
Oggi, S. Stefano (auguri a tutti gli Stefano e Stefania!). Da Natale a S. Stefano, un solo giorno, un lasso di tempo molto breve. Lo dicevano a noi bambini per indicare la poca cura che avevamo nel maneggiare oggetti e giocattoli: “A te le cose durano Natale a S. Stefano!â€.
.
.
Le sere precedenti: la S. Messa di mezzanotte; le lunghe, belle e calde serate in famiglia … ed ecco che la mattina, anche questa mattina, tutti dormono fino a tardi. E allora – nella solitudine del mio rapporto a due con il mio computer – seduto a cercare di non far durare poco … no, non un oggetto, non un giocattolo ma un pensiero, il Pensiero del Natale. Quale? Ve lo dico subito. Provate voi stessi. Proviamo tutti noi, – io per primo– noi che ci sentiamo smarriti anche solo quando non troviamo più il nostro cellulare o quando ci accorgiamo di avere perso il portafoglio! Già , perché in quei momenti ci sentiamo esclusi dalla “comunicazione†con gli altri e dalla possibilità di difendere o di utilizzare il nostro denaro. Proviamo ad immaginare noi stessi in fuga da guerre, stragi, bombardamenti, e di trovarci in un paese straniero, sconosciuto, la cui lingua per noi sia incomprensibile, privi delle notizie dei nostri cari che fino a poco prima erano con noi,  senza “cellulareâ€, senza “portafoglio†, con pochi stracci addosso … affamati, assetati, infreddoliti, esausti, malati … In un paese straniero, dicevo? No, in due paesi stranieri, anzi “fra†due paesi stranieri: uno che vi espelle e l’altro che non vi accoglie. Proviamo. Poi ne riparliamo.
Ecco, questo è il “Pensiero di Natale” che vorrei non durasse solo da Natale a S. Stefano:
“ Se riflettiamo in modo da ampliare i nostri “contenuti della coscienza” in misura da eccedere il nostro consueto egoistico “perimetro individualistico”, l’aumentato contesto sociale influirà  maggiormente su di noi e -soprattutto – noi potremmo maggiormente influire su di esso”.Â
.
Comments Closed





















![th[4]](http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/wp-content/uploads/2016/01/th4-150x150.jpg)
![th[7]](http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/wp-content/uploads/2016/01/th7-150x150.jpg)









