DONATELLA CONZATTI – ITALIA VIVA TRENTINO INTRODUCE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2023 @ 2:46 pm

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SPA MISTA PUBBLICO-PRIVATA OPPURE SPA IN HOUSE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2023 @ 5:50 am

Quando per l’esercizio di attività economiche il settore pubblico utilizza la forma della SpA, ci si chiede: Spa “mista” ovvero a capitale pubblico e privato oppure Spa “in house”, cioè a capitale interamente pubblico? La questione va esaminata caso per caso, tuttavia, in linea generale, la mia lunga esperienza di lavoro anche in società dei due tipi in discorso, mi porta a difendere la forma mista per una serie di ragioni. Infatti, è corretto che il pubblico adotti la forma delle Spa per le sue attività economiche, ma non è coerente che poi le trasformi in SpA a capitale interamente pubblico perché, così facendo:

  1. si esclude l’apporto privato soprattutto in materia di capacità e tecnica gestionale;
  2. i soci privati di minoranza possono essere tenuti a fornire alla Spa le cosiddette prestazioni accessorie ex art. 2345 del C. Civile, e cioè diventare fornitori di prestazioni di qualità alla loro stessa società;
  3. la forma della Spa mista rende più funzionali le procedure di selezione, assunzione, coinvolgimento, MOTIVAZIONE e gestione del personale;
  4. stante l’attuale normativa, nelle Spa in house il potere è in larga misura concentrato in sedi pubbliche esterne alla SpA (organismi di indirizzo e controllo, ma che spesso sforano nella gestione), ed è separato dalla responsabilità dei risultati, la quale invece resta in capo agli organi societari. In altre parole, in queste società si realizza quello che nelle SpA a capitale interamente privato sarebbe un “monstrum” e cioè che agli azionisti si attribuissero poteri decisionali che invece competono al potere e alla responsabilità del Consiglio di Amministrazione e ai suoi delegati;
  5. attraverso le SpA miste si può convogliare volontariamente verso il settore pubblico la ricca finanza privata, la quale in Italia ha un volume circa doppio dell’intero debito pubblico, rendendo attrattive anche partecipazioni azionarie di minoranza con l’attribuzione agli azionisti privati di azioni privilegiate;
  6. 6) la Spa mista tende ad operare per area funzionale e non limitatamente all’area territoriale amministrativa d’origine;
  7. quanto all’estromissione egli azionisti privati presenti i una SpA mista, rimando alle motivate, documentate e condivisibili ragioni che hanno di recente escluso la trasformazione della Società di gestione dell’A22 da Spa mista a SpA in house.

Parlando di partecipazione azionaria privata in una SpA che gestisce un servizio pubblico, occorre poi fare una distinzione fra azionisti privati portatori di quote rilevanti di capitale e/o di know how e società aperte ad un azionariato privato diffuso, quelle che nel mondo anglosassone sono chiamate “public company”, cioè aperte all’azionariato del pubblico dei privati: infatti in inglese “privatizzare” (sino a quotare in borsa una Spa) si traduce con l’espressione “to go public”.

Riccardo Lucatti, già amministratore di SpA pubbliche, private, miste e in house, responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO.

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LE SOLUZIONI NAZIONALI POSSONO ANCHE NASCERE LOCALMENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2023 @ 3:35 pm

Pier Luigi Celli, top manager e imprenditore, nel suo prezioso libro “Il potere, la carriera e la vita – Memorie di un mestiere vissuto controcorrente” (Ed. Chiarelettere, 2019) fra le molte testimonianze che offre al lettore, una: nelle aziende, occorre dare spazio e far vivere le periferie, perché sono quelle a contatto diretto con i problemi e le opportunità che si formano nel mondo, ove per “mondo” si intende l’insieme delle relazioni umane.

Ho preso lo spunto da questa sua proposta per formularne una circa la crisi degli alloggi per gli studenti e per o giovani in genere: gli Enti Pubblici, Stato in testa, mettano in vendita il loro enorme patrimonio immobiliare oggi non a reddito (si tratta di centinaia di miliardi di euro in valore!), conferendolo ad un fondo Immobiliare che – al fine di non disturbare il mercato – lo collochi sul mercato a tranche annuali, con due caratteristiche:

  • impegno dell’acquirente (garantito da fidejussione bancaria) di investire sull’immobile acquistato a fini economici e/o sociali;
  • prezzo ridotto che tenga conto dell’impegno di cui sopra.

Questa idea nasce localmente, ovvero in “periferia” ed in periferia potrebbe avere una sua prima attuazione, ma ha una portata che va ben oltre i confini del Trentino.

Riccardo Lucatti – Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista Italia Viva Trentino.

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ITALIA VIVA TRENTINO E’ VIVACISSIMA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Giugno, 2023 @ 2:38 pm

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2 GIUGNO, FESTA DELLA DEMOCRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Giugno, 2023 @ 1:54 pm


Non sono mai stato monarchico.
Oggi io festeggio soprattutto la democrazia.
Poi, anche la repubblica.
La democrazia del 1946: voto alle donne; altissima percentuale di votanti.

– Voto alle Donne, per la prima volta.
– Le Donne erano (e sono!) vittime di un pregiudizio.
– Il pregiudizio è frutto di ignoranza e/o timore e/o interesse.
– Normalmente è espressione di una classe numericamente maggiore rispetto ad una classe numericamente minore: fa eccezione il pregiudizio contro le Donne che erano e sono più numerose degli uomini.
– Norberto Bobbio, “Elogio della mitezza” pag.100: “Il superamento del pregiudizio contro le Donne sarà la maggiore se non l’unica rivoluzione del nostro tempo”.

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2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Giugno, 2023 @ 1:50 pm

– Repubblica, res publica, “cosa” di tutti: il che vuol dire che dobbiamo andare a votare, tutti!
– La nostra Repubblica è “democratica” cioè costituita sulla e nella democrazia. Il termine “democrazia” nei secoli ha avuto successivamente tre significati diversi:

– potere sul popolo: il democrator era il dittatore
– strapotere del popolino
– potere del popolo

Dobbiamo stare in guardia a che non si regredisca dal significato attuale ai precedenti. Infatti esiste una lirica sul democrator:

Who opened the door for the democrator?
And how come he let in the market-conquistadors?
Why is he acting as if he has something to hide?
The privilege of the stupid is to be taken for a ride.

Chi ha spalancato la porta al democrator? Come mai costui si è collocato nel novero dei conquistadores? Perché si sta comportando come chi ha qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è di essere preso per un somaro.

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IL TRAFFICO PESANTE LUNGO L’ASSE DEL BRENNERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2023 @ 3:28 pm

Apprendiamo dai media che Alto Adige, Austria a Germania si accordano per un sistema di prenotazione a fasce orarie del traffico dei TIR lungo l’asse del Brennero. Mi ha sorpreso l’assenza del rappresentante del Trentino: infatti una regolazione solo in quelle aree potrebbe provocare se non altro un intasamento nelle nostre aree di sosta che già oggi sono spesso insufficienti. Ma poi, questa assenza può avere anche un significato politico, il che è per noi Trentini un danno ancora più grave.

Ricordiamoci anche di questo, alle prossime elezioni provinciali: ovvero che prosegue la serie di tentativi di attacchi alla nostra Autonomia Speciale Amministrativa – in questo caso attacco per omissione – da parte di chi invece dovrebbe essere in prima linea a difenderla, cioè l’attuale presidenza leghista, che pare ignorare che se la concessione dell’A22 non è andata a gara europea bensì sarà rinnovata in capo all’attuale gestore Autobrennero SpA sulla base del Project Financing, ciò è dovuto all’azione della nostra Senatrice XVIII° Italia Viva Trentino AA, Donatella Conzatti.

Dal punto di vista tecnico, i flussi di traffico lungo l’asse del Brennero potrebbero essere regolati per tutti i tipi di mezzi (auto e TIR) con un sistema software a tariffe differenziate per ogni fascia oraria, esattamente come avviene, ad esempio, per l’energia elettrica che ha costi diversi a seconda della fascia oraria di utilizzo.

Riccardo Lucatti – Italia Viva Trentino

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LE “MIE” ALLUVIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2023 @ 3:23 pm


“Mie” in quanto ne ho avuto conoscenza storica, indiretta o diretta o anche quasi subite. Fra le tante di cui ho memoria o testimonianza, ve ne racconto un paio. Io sono nato, cresciuto, studiato e sposato a Genova. Nell’autunno del 1970 un giorno mi trovano in quella che il 5 gennaio 1971 sarebbe diventata la mia casa da sposino. Pioveva. Troppo. I miei due quartieri cittadini, quello d’origine e quello “imminente”, rispettivamente Albaro e S. Martino d’Albaro, sono su due colline per cui l’alluvione non li colpì. Ma giù, nell’unica pianura cittadina, la zona della centralissima Stazione FS Brignole e Piazza della Vittoria, una delle due uniche pianure dell’intera Liguria (l’altra è la piana di Albenga), la tragedia: le colline circostanti la valle del torrente Bisagno, super costruite, super asfaltate, avevano scaricato nel torrente acqua e detriti che, in corrispondenza dei ponti ferroviari della citata stazione, avevano formato una diga la quale, ad un certo momento, cedendo improvvisamente, aveva generato l’onda assassina: circa 30 morti in città, se ricordo bene.


Da 35 anni abito a Trento, lungo l’ultima parte del torrente Fersena, che poi “a me mi” piace chiamarlo in quello che ormai posso definire el me dialet: la Fersena. Il torrente scende dalla Valle dei Mocheni, la Mochental, l’unica valle tedesca del Trentino, e dopo 35 km di corsa, a Trento, si getta nell’Adige. In quella valle, nel secolo scorso, v’erano molte miniere e i minatori, per costruirsi case e ricoveri e per riscaldarsi, erano soliti disboscare la montagna. Con la pioggia, l’acqua non più frenata dai boschi, si riversava nella Fersena provocando via via, fino a Trento, dannose alluvioni. I detriti ghiaiosi arrivarono a formare, in città, una zona ghiaiosa, quella dell’attuale quartiere “Ghiaie”.


Come si è posto rimedio? In un recente passato storico, con il rimboschimento dei versanti montuosi; la creazione di “dighe” che trattenessero i detriti fluviali; la deviazione del corso urbano della Fersena, imbrigliata a Trento in poderosi argini, uno dei quali è proprio il “mio” Viale Trieste, la splendida passeggiata cittadina sulla quale si affaccia il condominio nel quale vivo. Oggi, con l’accurata manutenzione del suo alveo. Per saperne di più, suggerisco di leggere il libro qui sotto, nel quale è stata inserita la mia poesia “Il canto di Trento a la Fersena”, che vi riporto qui di seguito:


Il Canto di Trento a la Fersena

Sei vivo.
Mi parli col suono di luce
dei tuoi mille occhi di rivo
splendenti nel verde.
Dapprima
mi sembri annoiato
nel lento rigiro
che sempre conduce
al tuo limitato infinito
eletta dimora
di anatre urbane
ed aironi
in morbide anse di steli
ov’acqua
fra ‘l fiore che odora
con tenue sospiro si perde.
Ma ecco
improvviso
uno slancio
al pari del cervo brunito
che hai visto saltar le tue rive
braccato dal cane
ed hai ristorato
offrendoti invito alla sete
ed alle corse un po’ schive
del giovane re incoronato.
Ancora …
hai negli occhi il ricordo
di una prudente marmotta
del falco
che lento
si libra nel cielo in agguato …
di un movimento …
di vita che lotta …
di tenero nido violato.
Tu nasci ove aria rinfresca.
Poi …
scendi la cima
scoscesa di valle tedesca
qual liquido velo nuziale
che adorni la Sposa Atesina
e rechi in pianura
la figlia del suolo innevato
i fulgidi pesci d’opale
il tenue lenzuolo
che dona ristoro all’arsura
di ninnula cuna
il manto di brezza
che stendi alla luna
ed olezza.
E dolce assopisci il bambino
cantandogli la ninna nanna
che i monti ti hanno affidato.
Tu sei Poesia
il capolavoro scolpito
del grande Pittore Trentino
che ascolto
rapito all’oblìo
insieme alle fronde
degli ippocastani
che sopra le spalle
ti fan capolino ondeggiando
e curioso
protendono il volto
sull’armonioso spartito
del tuo gorgoglio.
Ma ora prosegui il tuo viaggio
e mentre ricevi altre sponde
le mie vecchie mura imperiali
riflesse
ti rendono omaggio
più belle pe’ i grandi regali
che porti di piccole onde.

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“COLLE PERGINE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2023 @ 3:15 pm

Non lo avevate mai sentito nominare, vero? Colle del Sestriere, Col du Granon, dell’Izoard, del Galibier e chi più ne ha più ne metta … ma del “Colle Pergine” no. E invece qui in Trentino stiamo per avere un nuovo Colle, il “Colle Pergine”, appunto!

Infatti si sta costruendo la pista ciclabile che da Trento (194 m) sale a Pergine Valsugana (483 m) da dove si scenderà sino a Bassano del Grappa (129 m) e viceversa! Ditemi voi se non è un Colle importante, quello che collega la Valsugana a Trento, anche in vista della realizzazione della nuova Cabinovia Trento-Monte Bondone, per cui la nuova direttrice ciclabile Est-Ovest sarà lunghissima e molto, molto interessante, arrivando a congiungersi con la programmata pista circumlacuale del lago di Garda: sì, perchè dal Monte Bondone si potrà agevolmente planare in bici fino a quel lago e viceversa!

Riccardo Lucatti – Cicloturista in Trento

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CAROSELLO TONALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2023 @ 3:11 pm

Questo il nome che io, Direttore dell’azionista ISA SpA di Trento e come tale presidente delle “nostre” due società controllate trentine di risalita del Passo del Tonale (SIRT e GFPP), inventai 37 anni fa per la “Carosello Tonale”, società che costituii per razionalizzare i sistemi di risalita del nostro versante del Passo. La mia fu una razionalizzazione non solo dal punto di vista societario, ma anche sotto gli aspetti funzionale ed economico-finanziario.

La stazione sciistica del Passo si era sviluppata nel tempo grazie agli investimenti trentini ai 3000 metri del ghiacciaio Presena che garantiva una stagione sciistica di lunga durata e anche estiva. Negli anni, sia per il diminuire della “moda” dello sci estivo sia per la diminuzione delle nevicate, il Presena – mantenuto efficiente grazie a investimenti trentini – ha rappresentato comunque un forte richiamo per chi poi sciava soprattutto su piste a quote inferiori.

Di questa situazione si è avvalso soprattutto il versante lombardo, grazie al numero dei posti letto di Ponte di Legno, multipli rispetto a quelli trentino del Passo; ai maggiori investimenti pubblici effettati; e grazie all’inserimento nelle proprie società di risalita di centraline idroelettriche, il che ha consentito di utilizzare gli utili “idroelettrici” a copertura di eventuali perdite e comunque utilizzabili per investimenti anche nel settore sciistico, evitandosi inutili versamenti di imposte all’erario.

(La stessa soluzione, quella di un SpA comunale multiservice che comprenda società in forte utile e la progettanda Cabinovia Trento-Monte Bondone, fa parte da tempo della proposta che Italia Viva Trentino avanza al Comune di Trento, per dare l’avvio – fra l’altro – ad un progetto ben più ampio: la realizzazione del Trentino Alto Adige Bike Safari, sull’esempio del Tirol Bike Safari che da anni in Austria ha messo in rete ben 700 km di ciclo discese).

L’Adige del 12 maggio 2023, a pag. 38 dà notizia dei rilevanti investimenti che la maggiore società lombarda di risalita ha deliberato, anche grazie ad un contributo pubblico di 25 milioni di euro (mi chiedo: fondi PNRR?). Questi investimenti comprendono – come si ventilava da anni – una cabinovia molto funzionale (ma che andrà a sottrarre fatturato alle seggiovie trentine del Bleis, n.d.r.) nella direzione di arrivare a scavalcare la cresta che separa questi nuovi impianti dagli impianti trentini esistenti in Valle Albiolo, essendo peraltro necessari ulteriori investimenti anche in questa valle, cioè dal lato e dalle finanze trentine (pubbliche e/o private).

Leggo che da parte trentina si “sta cercando di trovare un accordo per come realizzare tutto ciò” e cioè – mi permetto di aggiungere io – anche per dare un contenuto sempre più rispondente a quel nome funzionale e fortemente augurale (“Carosello”, appunto!) con il quale battezzai l’inizio di queste riorganizzazioni.

Al che suggerisco che la strada da percorrere sia quella della riunificazione di tutte le società di risalita – lombarde e trentine – in una unica SpA che realizzi una gestione funzionale che comprenda il collegamento dei nuovi impianti lombardi con i nuovi impianti che dovranno essere realizzati nella trentina Valle Albiolo, previo un adeguato contributo pubblico alla componente trentina, per mantenere anche in capo ai Trentini una adeguata voce in capitolo dopo la fusione. E che la società unica che ne risulterà, nuova o vecchia incorporante, assuma la denominazione CAROSELLO TONALE.

Last but not least, suggerisco che in parallelo il Trentino metta sul piatto della bilancia e faccia valere il collegamento con il suo ricco sistema di piste ciclabilii provinciali (e regionali), quale intervento di destagionalizzazione del turismo, particolarmente interessante in quanto sviluppabile nelle stagioni oggi “minori” (primavera e autunno) e/o in alternativa a periodi di carenza di neve. A questo punto il Passo potrebbe anche cambiare none e assumere quello di “Colle del Tonale”, al pari del Colle del Sestriere, del Monginevro e di altri scollinamenti ciclistici.

Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO.

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