GRILLO, “E’ ORA DI FINIAMOLA!”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2021 @ 7:55 am

Detti altrimenti? BASTA!    (post 4245)

Espressione sgrammaticata ma spontanea, popolare, molto efficace in voga decenni fa. Un grido di esasperazione, un dire “Basta!” con i contorsionismi d’ogni tipo, quelli di un vecchio comico in testa! Se il re è nudo, diciamolo, anzi, gridiamolo. E anche il giullare: se è nudo anch’esso, gridiamolo!

GRILLO URLANTE: “Ma quale stupro … via … era lei che lo voleva … si sa come vanno queste cose …” Una violenza doppia: quella all’epoca del fatto e quella di oggi. I reati sono due: quello del figlio e quello del padre: il primo da accertare in tribunale; il secondo da punire subito!

Mi sono laureato il giurisprudenza nel 1968 con una tesi in Medicina Legale in materia penale. Una lezione del professore: ” La violenza sessuale, il professore cita … “Il ragazzo con una mano mi teneva ferma la mano destra; con l’altra, la mano sinistra; poi mi ha strappato il reggiseno e le mutandone …” (il prof continua ammiccando a noi con un sorriso ironico): “Ma quante mani doveva avere quel povero ragazzo?”

GRAVISSIMO, ma ancor più grave che non fosse scoppiata un’esplosione di protesta tale era la cultura dominante di oltre mezzo secolo fa! E oggi? Oggi quel buffone da strapazzo vuole riportare indietro le lancette della civiltà al delitto d’onore; all’adulterio punito solo al femminile; al matrimonio riparatore; al marito “capo” della famiglia; allo ius corrigendi del marito sulla moglie; a “la porta – si sa – si apre dal di dentro”, etc..

BASTA! E’ ORA DI FINIAMOLA!

P.S.: oltre al fatto umano … ci rendiamo conto che quell’essere manovra miloni di frequentatori di un moderno Paese dei Balocchi? Che con la loro democrazia “diretta” da poche persone – senza l’intervento dirompente di tale Matteo Renzi – avremmo potuto ritrovarcelo fra i pochi capi di una “democrazia oligarchica” alla turca o alla ungherese?

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IL CORAGGIO DI RENZI, CONZATTI, NOSTRO E LASCIATEMI DIRE ANCHE MIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2021 @ 5:55 am

Detto altrimenti: e diciamola tutta … dai!      (post 4244$

Sono un ex scalatore, già istruttore sezionale di alpinismo. In politica come in montagna occorre prepararsi gradualmente, accumulare esperienza, studiare il percorso, valutare le proprie capacità, affrontare con coraggio la parete. Coraggio che non vuol dire totale assenza di paura: sarebbe incoscienza. Coraggio significa valutare i rischi e saperli affrontare pur nella consapevolezza che la certezza non te la può dare nessuno.

MATTEO RENZI si è preparato, ha valutato, ha scelto un percorso, lo ha affrontato con molto coraggio e lo ha superato. Ora qualcuno gli contesta che quella “via” sulla parete della politica non sia opera sua o quanto meno non sia almeno in grandissima parte opera sua. Qualcuno che arriva in vetta e pianta la sua bandierina, ovvero il suo cappello sul lavoro altrui. Come? Semplice: scalando la montagna per la via aperta da Renzi come se fosse stata aperta dallo scalatore di turno.

Infatti ora si stanno realizzando tutte le proposte per le quali Renzi si è esposto, per le quali ha lottato, per le quali “abbiamo” lottato insieme a lui, per le quali ci siamo presi i sorrisetti di sufficienza tipo voi con quel 2% cosa pretendete di dire e fare … Grazie Matteo!

CONZATTI, DONATELLA CONZATTI, SENATRICE DONATELLA CONZATTI: è lei che ha portato noi a Renzi e Renzi a noi. Con la stessa capacità, lo stesso coraggio. E’ lei che oggi conferisce il taglio alto ai nostri interventi, un respiro non inferiore al provinciale e – considerando gli ottimi rapporti che da sempre ha saputo instaurare con Bolzano – bi provinciale. Lo si è visto da ultimo nella conferenza stampa di sabato scorso, quella di presentazione della nostra Primavera delle Idee. Grazie Donatella!

Ed io? Be’ io sto facendo molto meno, solo che cerco di dare il “mio” massimo anche se dovesse risultare un “massimo controcorrente”- E faccio ciò in due modi:

1) conscio che la finanza in arrivo dall’UE non sarà sufficiente, proponendo l’emissione di Titoli Rendita Irredimibili per diminuire il debito pubblico ed al contempo aumentare la liquidità;
2) insistendo a che si producano idee e programmi veramente straordinari a fronte della straordinarietà del danno che la pandemia ha generato.

Dice … ma facendo così, soprattutto per la parte finanziaria, ti esponi! Certo, in questa mia scalata si tratta di un passaggio delicato, “esposto” si direbbe in gergo alpinistico, ma che volete, in una scalata ci può stare. Dice … e se il tuo progetto non fosse accolto? Be’ io rimarrei della mia idea a meno che non mi si convincesse del contrario con argomenti concreti, puntuali e completi: non accetterei negazioni superficiali, quelle tre righe di supponenza che proprio non dicono nulla se non l’inadeguatezza di chi le scrive.

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ALLARME FINANZA PUBBLICA – EMETTIAMO TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2021 @ 3:09 pm

Detto altrimenti: sei  segnali d’allarme   (post 4243)

a) Fine marzo 2020: duemiladuecento cittadini tedeschi hanno impugnato il Recovery Fund presso la loro Corte Costituzionale, causando quanto meno un ritardo di tre mesi all’intera procedura. Sorgeranno altri intoppi?
b) in genere l’Italia è stata capace di utilizzare solo in misura minima i fondi UE;
c) Stesso periodo, il PCM Draghi in una riunione UE non deputata (era sul Covid) ha auspicato l’emissione di Eurobond;
d) l’Italia sta emettendo titoli di debito a 50 anni (scadenza lunghissima, ma sempre debito sono!);
e) in UE si inizia a ragionare se come e quando far cessare gli acquisti di titoli di debito dei singoli stati da parte della BCE.
f) a febbraio 2021 il nostro debito pubblico è alle stelle: 2643,8 mildi!

Prima del Covid UE ci chiedeva di non generare un deficit oltre il 3% del PIL, cioè di non aumentare il debito pubblico di oltre circa 50 mildi l’anno.  Da mesi e mesi noi stiamo approvando aggiornamenti di bilancio (= ulteriori debiti) per decine e decine di mildi (quello in corso, da solo, vale 40 mildi). L’introito del Recovery (35 mildi l’anno se tutto va bene, per 6-7 anni) non genererà finanza sufficiente a invertire la tendenza dell’aumento del debito pubblico.   Se non si interverrà, la soluzione potrà essere solo l’uscita dall’Euro de/o una forte patrimoniale.

Prima di ciò, a seguito di conforme parere locale, abbiamo proposto a Roma di esaminare la proposta di emettere Titoli Irredimibili di Rendita non di debito e ci siamo offerti di discutere la proposta in un webinar. La nostra offerta è indirizzata al massimo livello, nella speranza che non sia “fermata” da qualche filtro.

Infatti, chi non ha approfondito la proposta, ha cercato di cavarsela affermando che gli Irredimibili sono un debito, e quindi non ne varrebbe la pena. Questo è il punto: se vi danno una somma di denaro che voi non siete tenuti a restituire, considerate di avere un debito? No di certo. In realtà con l’emissione di irredimibili lo Stato non contrae un debito ma fa uno scambio, cioè “vende una rendita perpetua” che però può riacquistare passato un certo periodo, in quanto si è riservato un’opzione in tal senso.

L’emissione di Irredimibili in sostituzione volontaria delle tranche di titoli di debito in scadenza RIDUCE IL LIVELLO DEL DEBITO PUBBLICO. L’emissione di altri Irredimibili “nuovi”, AUMENTA LA LIQUIDITÀ SENZA AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO. I titoli irredimibili convoglierebbero VOLONTARIAMENTE risorse finanziarie private italiane ed estere verso il settore pubblico italiano, laddove imposte patrimoniali convoglierebbero FORZOSAMENTE verso il nostro settore pubblico risorse solo italiane. Una bella differenza!

E’ chiaro che lo Stato ha maggiori flussi in uscita a causa del maggiore rendimento degli Irredimibili, ma tali esborsi sono molto più che compensati dal fatto di non dovere restituire quote di capitale.  Sotto il profilo economico, diminuendo il debito, diminuirebbe il costo del debito. Sotto il profilo finanziario, aumenterebbe la liquidità.

Dal punto di vista della contabilizzazione di tali operazioni, si potrebbero utilizzare conti d’ordine (che non sono conti patrimoniali). E se per un qualche motivo la legge contabile non lo prevedesse, si potrebbe semplicemente aggiornare la legge in tal senso. Infatti la situazione della finanza post Covid è grave ed eccezionale e può ben richiedere una risposta eccezionale: che poi nell’aggiornamento di una legge non vi è proprio nulla di eccezionale.

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MATEMATICA FINANZIARIA & POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2021 @ 5:54 am

Detto altrimenti: facciamo quattro calcoli …    (post 4242)

Una piccola calcolatrice HP12 costa all’incirca 50 euri. Con questo strumento e un po’ di cognizioni di matematica finanziaria possiamo fare questo calcolo:

Consideriamo di quanto aumentava ogni anno il nostro debito pubblico prima del Covid: circa il 3% del PIL. Nel frattempo a causa della pandemia siamo arrivati al 10%. Ora arriveranno i fondi del Recovery, circa 35 mildi all’anno per sei-sette anni se saremo bravi e capaci di incassarli. Questi fondi andranno ovviamente a diminuire l’esigenza dell’indebitamento ma non del tutto, perchè saranno destinati a nuovi investimenti prima non in atto nè previsti. Nel frattempo il rallentamento della produzione genererà una diminuzione delle entrate fiscali.

La domanda è: stando così le cose, quale sarà l’andamento dell’indebitamento pubblico? Riusciremo farlo diminuire di circa 5 punti all’anno, condizione che pare essere necessaria per rimanere nell’Euro? Cosa accadrebbe al paese se uscissimo dall’Euro?

Io credo che questo calcolo vada fatto sin da ora attivando due funzioni: la politica e la matematica finanziaria. Perchè, se i conti non dovessero tornare, allora bisognerebbe attivare sin d’ora strumenti eccezionali, quali le emissioni di Titoli Pubblici Irredimibili di Rendita non di debito: in tal modo si diminuirebbe il debito e si attirerebbe volontariamente la finanza privata italiana ed estera verso il settore pubblico italiano. Se invece si intervenisse con imposte patrimoniali, si attirerebbe forzatamente la sola finanza privata italiana. Una bella differenza!

Taluno si oppone alle emissioni irredimibili affermando (erroneamente, n.d.r.) che esse sarebbero comunque un debito. In realtà si afferma ciò perchè non si saprebbe come gestirle dal punto di vista contabile se non come un debito, e quindi ci si leva d’impiccio affermando che sono un debito e il problema (contabile!) è risolto! Ma il problema reale, quello finanziario no (ma se il Capo Ufficio contabilità non ce lo permette … che ci possiamo fare noi?)

Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari secondo equità. I suoi gli fecero osservare che la legge prevedeva altri criteri. Rispose: “Io assegno le case, voi andate ad aggiornare la legge”.

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FINANZA PUBBLICA … PER NON TORNARE ALLA LIRA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2021 @ 7:07 am

Detto altrimenti: guai a noi!      (post 4241)

In molti post affermo che il Recovery Fund sarà un forte contributo al rilancio del Paese e soprattutto al miglioramento della nostra produttivita’, ma che non risolverà il problema della crescita dell’indebitamento, per cui propongo l’emissione di titoli irredimibili rendita non di debito e la vendita dei beni immobili egli enti pubblici oggi non a reddito. ciò per rimandare/scongiurare una forte imposta patrimoniale, altrimenti indispensabile …

… per evitare che la mancata diminuzione del debito pubblico di circa 5 punti l’anno possa farci “espellere” dall’Euro.

In questi giorni: 1) Confindustria ha espresso la sua preoccupazione circa la sufficienza della ripresa; 2) io ho ritrovato un mio vecchio schema sull’andamento dei cambi della lira che avevo compilato il 31 marzo 1987 per il periodo intercorrente dal 1970 (cessazione degli accordi di Bretton Woods sul regime dei cambi fissi) al 1987.

Come si vede, rispetto alla lira, la moneta più stabile fu il FRF; A loro volta, il DM e il FRCH crebbero parallelamente di circa il 400%; il USD, partendo dal cambio più elevato (625 lire per dollaro) arrivò nel 1985 a toccare le 2069 lire per dollaro. L’ECU, Unità di Conto Europea (una sorta di “moneta” convenzionale utilizzata per mutui internazionali) dal 1982 al 1987 passò da 1258 lire a 1287 lire per ECU.

Negli anni ’70 a fronte di questa situazione, furono adottate in Italia le seguenti misure:

– Svalutazione della lira del12 %
– Feroce stretta creditizia …
– … per cercare superare la quale ci inventammo le “accettazioni bancarie” e le operazioni in pool revolving
– Costo effettivo annuo del denaro anche oltre il 35%
– Feroce stretta valutaria
– Obbligo di cessione all’UIC-Ufficio Italiano cambi la divisa estera ricevuta a fronte di esportazioni, al minor cambio fra la data di ricevimento e quella di cessione
– Obbligo di pagare le importazioni con conti a debito in divisa estera
– Obbligo per gli importatori di versare a Bankitalia in un conto in lire infruttifero bloccato per sei mesi la metà dei pagamenti fatti all’estero.

Io ho vissuto tutto ciò come Capo della Finanza Italia della STET, Torino/Roma, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni: all’epoca la più grande SpA finanziaria del Paese.

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ESSERE DENTRO O GUARDARE DA FUORI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2021 @ 8:38 am

Detto altrimenti: altra cosa è esserci!       (post 4240)

Se siete su Facebook, avrete notato che ho pubblicato ben cinque post di fila sulle mie vacanze sull’isola Incoronata (Kornati). Vacante molto “nature” ma con tutto ciò che serve per trattarsi bene, in una delle nove casette di ex pescatori e allevatori di pecore, oggi trasformate in case vacanze. Isole selvagge e proprio per questo meravigliose. Come è nata l’idea e la voglia di viverle? Negli anni, passando con grandi barche a vela fra di loro, guardavamo ammirati questi piccoli paradisi terrestri: poche case con alberi intorno, piccole baie, spazio e silenzio: “Come sarebbe bello essere lì, vivere la vacanza lì …” Ed allora un inverno via, da Trento a Murter (780 km) in auto e poi con una guida e un motoscafo d’affitto, a fare una rapida ispezione a tutti quei minuscoli nuclei abitabili. La scelta è caduta sulla piccola baia di Koromasnja che in lingua locale è il nome della pianta del finocchietto selvatico. E a Koromasnja siamo poi andati per ben sei anni: cosa ben diversa che averla vista di passaggio fra un bordo e l’altro di una barca a vela.

Ecco, lo stesso vale per quanto riguarda il nostro rapporto con un’associazione, un partito, un ambito sociale: esserci, esserci, esserci:  è altra cosa dal condividerlo o dal non condividerlo dall’esterno e anche dall’ignorarlo. Noi siamo parte del mondo e della terra: del mondo, cioè dell’insieme delle relazioni umane; sella terra, cioè del nostro pianeta. Ed allora ecco l’ ….

… ASSOCIAZIONE CULTURALE RESTART TRENTINO

Fondata quattro anni fa per iniziativa di Donatella Conzatti, ne sono cofondatore (insieme a Roberto Sani e Lucia Silli) e presidente per il secondo mandato trtiennale consecutivo. Trattiamo temi pre-politici. I nostri eventi organizzati negli anni:

4 febbraio 2017 – Inaugurazione Riavviamo il sistema
25 febbraio 2017 -Non ultimi (parità di genere)
4 marzo 2017 – Comunicazione
24 aprile 2017 – Giovani
11 maggio 2017 – Lavoro giovanile
21 ottobre 2017 – Sindrome di down
5 dicembre 2017 – Autonomia speciale amministrativa
20 luglio 2918 – Vivere territori di confine
30 novembre 2019 – Sindrome di down
2020 – In memoria di Antonio Megalizzi e Piergiorgio Cattani
2021 – In preparazione … parità di genere in politica e al governo, soprattutto dopo lo schiaffo di Erdogan alla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen.

Cerchiamo di sviluppare pensiero e di creare futuro. Volete iscrivervi? Sarete i benvenuti! Basta una mail al mio indirizzo riccardo.lucatti@hotmail.it oppure riccardo@trentoblog.it e versare €10,00 sul conto IBAN IT 40V 08210 20800 000000 144494. Il nostro Consiglio Direttivo, oltre a me: Nusrat Jahan Khan, Vicepresidente(ssa); Donatella Conzatti, Lucia Silli e Roberto Sani: Consiglieri. Come associati potrete partecipare ai nostri eventi, proporre temi, fare interventi, conoscere gente, approfondire argomenti, sviluppare relazioni. Le relazioni, appunto, quelle che il Covid e la (in)civiltà dell’aggressione e dell’odio tendono a distruggere e che invece noi vogliamo coltivare, perchè vogliamo custodire il “mondo” che è appunto l’insieme delle relazioni umane.

Venite, vi aspettiamo!

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INBICIALFREDDO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2021 @ 12:55 pm

Detto altrimenti: il fatto è che non si può andare a sciare, e allora …   (post 4239)

Mai avevo iniziato così presto la stagione a pedali! Figuratevi, quest’anno prima uscita il 26 febbraio, in piena stagione sciistica (se fossero aperti gli impianti di risalita!). Mai come quest’anno prima di uscire a pedalare consultiamo il tempo: non solo per vedere se pioverà o meno (come si fa di solito) ma anche per controllare la temperatura e per il vento.

Di notte siamo scesi a 0°. Questa mattina “metteva” temperatura 4-6°, sole pieno, 10 kmh di vento da nord. Mi sono detto, proviamo, magari esco alle 09,30 (dimenticandomi che sono le 08,30 solari! Anche questa ci voleva!). Morale: mi vesto molto “pesante” (sempre con indumenti da bici, ovviamente) ed esco. Trento, Viale Trieste, lungo la Fersena: per arrivare sulla ciclabile scelgo il percorso più diretto, fra le case così prendo meno freddo. “Ma però” capito in mezzo al mercato degli ambulanti … evvabbè, smonto.

Sulla ciclabile verifico il vento: pedalo con il vento alle spalle alla velocità di 10 kmh e non lo avverto: la previsione era corretta! Pedalo a 26 kmh, vento in poppa! Oggi ho la e-mtbike (pesa 25 kg!), ma a 25 kmh il motore si esclude automaticamente. Resto sulla destra (orografica) Adige, la meno frequentata, in molti tratti sterrata. Alla mia sinistra, l’Adige. Alla mia destra i frutteti fioriti e … tutti bianchi di ghiaccio! Infatti per preservarli da maggiori danni i contadini li hanno annaffiati creando loro una coperta di ghiaccio che impedisce che siano danneggiati i fiori. Scatto alcune foto, ma il mio telefonino non le fa bene, vedo un tale con la macchina fotografica, gli chiedo se cortesemente me ne manda qualcuna delle sue. Dice di sì. Ringrazio e proseguo fini al Bicigrill di Nomi, chiuso e deserto. Breve sosta, riparto verso nord e questa volta sì che l’aiuto elettrico mi vien bene, con quel vento contrario! Grazie, e-bike, che dai una mano ad un ciclista  “77enne controvento”!

Nel frattempo il nuovo amico, PAOLO TRENTINI (Roveretano che abita ad Aldeno) mi manda alcune sue foto: bellissime! Grazie Paolo! Dai che ne veden … ruf doch mal an, dai telefonami! Nel frattempo mia moglie mi regalerà un telefonino che faccia belle foto, non come le tue ma migliori delle mie attuali!

In totale 37 km, due ore, tratti urbani e soste comprese.

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DALLO SCHIAFFO DI ANAGNI ALLO SCHIAFFO DI ERGOGAN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2021 @ 6:18 am

Detto altrimenti: la storia si ripete, ma … che miseria!     (post 4238)

1303: gli emissari dell’Imperatore Enrico IV umiliano il Papa Bonifacio VIII, tal che prendono le difese del Papa persino i suoi stessi avversari, fra i quali un certo Dante Alighieri che vede l’offesa fatta al Papa come fatta a Cristo:

Perché men paia il mal futuro e ‘l fatto,
veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
e nel vicario suo Cristo esser catto.
Veggiolo un’altra volta esser deriso;
veggio rinovellar l’aceto e ‘l fiele,
e tra vivi ladroni esser anciso.

2021: La storia si ripete con lo schiaffo che il “signor” Erdogan ha voluto dare alla Presidente della Commissione Europea, la Signora Ursula von der Leyen, ricevuta insieme al Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel: i due uomini sulle poltrone d’onore con le bandiere alle spalle, lei, la Donna, di lato, separata da qualche metro, su un divano.

Qualche considerazione: il comportamento del “signor” Erdogan di definisce da solo. Il “signor” Charles Michel avrebbe dovuto andare a sedersi a fianco di Ursula. L’offesa è fatta a tutti noi cittadini dell’UE e a tutte le Donne. La mia massima solidarietà a Ursula e a tutte le Donne, presso le quali, in quanto uomo, mi scuso a nome della mia stessa “categoria”.

Due sassolini via dalla mia scarpa:

1 – E’ tipico di politici “vecchi” a prescindere dall’età, “medievali” nel senso più deteriore del termine – maschilisti al punto da definire la politica al femminile come politica del …”sesso femminile” (sic!) – affermare la loro pretesa superiorità (superiorità? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò!) già con il loro ricevere la collega Donna stando stravaccati su una poltrona o su un divano, mentre l’interlocutrice è (dignitosamente e compostamente!) fatta sedere su una sedia: il politico “tronista” che giudica e valuta la “donna” di turno.

2 – Mutatis mutandis, io stesso nella mia lunga vita di lavoro ho vissuto un’esperienza del genere: ero Direttore Generale di una società che stava vendendo una sua partecipazione ad un terzo. Il mio presidente si era seduto al di là del tavolo, a fianco dell’acquirente. Io cercavo di fargli capire come il suo posto sarebbe stato al mio fianco: anche la posizione attorno ad un tavolo o in una sala di rappresentanza ha un significato.

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DEBITO PUBBLICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2021 @ 7:22 am

Detto altrimenti: riflessioni “storiche”      (post 4237)

Più volte anche su queste “pagine” ho proposto interventi per iniziare a contenerlo. Oggi voglio ricordare cosa potrebbe accadere se non iniziassimo a far diminuire quel debito (oggi pari al 160% del PIL) ad esempio nella misura di 5 punti all’anno. Probabilmente saremmo messi fuori dall’Euro e torneremmo alla lira. Ed allora ricordo ai meno giovani e spiego a giovanissimi cosa accadde alla lira negli anni ’70 dopo che furono abrogati gli accordi di Bretton Woods sulla parità di cambi. Soprattutto nella seconda metà del decennio, eravamo messi così:

– Svalutazione della lira del12 %
– Feroce stretta creditizia …
– … per cercare superare la quale ci inventammo le “accettazioni bancarie” e le operazioni in pool revolving
– Costo effettivo annuo del denaro anche oltre il 35%
– Cambio lira/dollaro da 625 a 893 (nel 1979) e fino a 2069 (nel 1985)
– Feroce stretta valutaria
– Obbligo di cessione all’UIC-Ufficio Italiano cambi la divisa estera ricevuta a fronte di esportazioni, al minor cambio fra la data di ricevimento e quella di cessione
– Obbligo di pagare le importazioni con conti a debito in divisa estera
– Obbligo per gli importatori di versare a Bankitalia in un conto in lire infruttifero bloccato per sei mesi la metà dei pagamenti fatti all’estero.

Può bastare?

(Io ho vissuto tutto ciò come Capo della Finanza Italia della STET, Torino/Roma, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni: la più grande SpA finanziaria del Paese).

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TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA (non di debito)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2021 @ 9:08 pm

Con l’emissione di Irredimibili, lo Stato non si indebita, bensì “vende una rendita”

(ove non indicato, importi in miliardi di €, in corso di continuo aggiornamento)

Il libro. Aprile 2020 – Riccardo Lucatti (CEO, finanza d’azienda)  e Gianluigi De Marchi (pubblicista, scrittore, esperto consulente finanziario)  pubblicano il libro “Ricostruire la finanza”, Ed. Amazon (seconda edizione dicembre 2020). Nel testo si citano i precedenti storici di queste emissioni. La materia è stata oggetto di approvazione da parte di esponenti dell’Alta Finanza; di articoli di stampa specialistica e di numerose conferenze in club Rotary.

Presupposti: le quote di Recovery Fund in arrivo non riusciranno a produrre una finanza tale da invertire l’andamento crescente del debito pubblico. Il rapporto fra il deficit (160), il PIL (1600), il debito pubblico (2700) e la ricchezza finanziaria privata italiana (4500 di cui 1800 nei c/c bancari) induce ad attivare strumenti che canalizzino volontariamente quest’ultima verso il settore pubblico. Inoltre, esiste una stretta interdipendenza a cascata fra le finanze UE, Stato, Regioni, Province, Comuni.

Tre segnali d’allarme: a) fine marzo 2020: duemiladuecento cittadini tedeschi hanno impugnato il Recovery Fund presso la loro Corte Costituzionale, causando quanto meno un ritardo di tre mesi all’intera procedura. Sorgeranno altri intoppi? b) Stesso periodo, il PCM Draghi in una riunione UE non deputata (era sul Covid) ha auspicato l’emissione di Eurobond; c) in genere l’Italia è stata capace di utilizzare solo in misura minima i fondi UE.

Titoli Irredimibili Rendita (non di debito). Non hanno scadenza di rimborso del capitale, pur potendo essere prevista un’opzione di riacquisto in capo all’ente pubblico emittente. Hanno un rendimento molto elevato. La loro emissione non aumenta il livello del debito pubblico e procura allo Stato nuova liquidità.

20 agosto 2020: Banca Intesa Sanpaolo emette 1,5 mildi di propri Irredimibili al 5,5 % lordo in tagli da €100.000, tassati al 26% e riceve richieste di sottoscrizione per 6.5 mildi. Poi si apprende che quella Banca è la principale finanziatrice della costruzione di una mega centrale a carbone nei Balcani. Se altre banche seguissero questo esempio, si indurrebbero le banche a investire a prescindere dall’ “eticità ecologica” dell’investimento (ad esempio in una centrale a carbone!) in favore di chi accetta comunque di pagare il denaro a tassi così alti fuori mercato; verrebbero drenati i c/c bancari; sarebbero dirottati fondi verso investimenti esteri; ci sarebbe una pericolosa concorrenza per l’emissione di titoli pubblici di debito. Sarebbe interessante conoscere i sottoscrittori.

Inizialmente, gli Irredimibili pubblici italiani potrebbero essere emessi per sostituzione volontaria delle scadenze della tranche di redimibili (diminuendo in tal modo il debito pubblico!)  oltre a ulteriori tranche (che non aumenterebbero il debito pubblico). Il tasso potrebbe essere 3,5% lordo (tassato al 12,5% trattandosi di titoli pubblici). I maggiori flussi finanziari in uscita a causa del maggiore rendimento sarebbero molto più che compensati dai minori flussi in uscita per il mancato rimborso delle quote capitale.

ll concetto di irredimibilità potrebbe essere esteso anche a livello UE e a livello locale, per quanto riguarda le emissioni di BOC, BOP e BOR, Buoni Ordinari Comunali, Provinciali e Regionali oggi possibili ex art. 35 L. 23.12.1994, già ora con durata superiore ai 5 anni -non è stabilita la durata massima – destinabili solo ad investimenti e convertibili nelle azioni delle relative SpA di scopo.

Fuor di finanza, è chiaro che all’Italia occorre aumentare la produttività, questo è il vero nostro punto debole rispetto a tutti gli altri paesi, non il debito pubblico che pro-capite è più sostenibile di quello di altri stati europei. Oggi il debito pubblico in scadenza annua è di circa 400-500 miliardi. Ormai siamo arrivati quasi al 160% del PIL. Tuttavia negli anni successivi dobbiamo assolutamente scendere anno per anno ad esempio di 5 punti alla volta, pena l’uscita dall’UE, il che comporterebbe una forte svalutazione con interesse dei soli Italiani a sottoscrivere titoli pubblici a rendimenti molto alti, ma con una moneta che varrebbe molto poco (ricordiamo la crisi della lira nella seconda metà degli anni ’70!)

Gli Irredimibili potrebbero essere una parte della soluzione a patto che il tasso fisso – inizialmente interessante – fosse rivedibile di cinque anni in cinque anni, oppure il rendimento fosse in parte e tasso fisso e di parte a tasso variabile magari indicizzato al PIL. Ciò, insieme alla “fiducia nello Stato” contribuirebbe a mantenere il valore del titolo intorno a 100, il che è un presupposto necessario per il successo del lancio. Occorrerebbe trovare una formula equa, che non fosse una sorta di “truffa” per nessuno: emittente e investitore. Interessati a sottoscrivere potrebbero essere i piccoli risparmiatori e molti  investitori istituzionali quale il comparto Assicurazioni Vita.

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