ILVA DI TARANTO: DANNI, COLPE, RESPONSABILITA’, RISARCIMENTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2012 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: espropriamo l’ILVA, risaniamola e facciamola ripartire. Con costi a carico di chi? Di chi ha sbagliato e contemporaneamente “lucrato”.

 

Gilberto Govi. Commedia “Colpi di timone”. Un passaggio: “Se il timoniere timona male perché ha un occhio pollino, la colpa è del comandante: vuol dire che non doveva imbarcare un timoniere con l’occhio pollino”. Saggezza popolare.  In ogni SpA il Presidiente è caricato di una “responsabilità oggettiva” a prescindere dal fatto che abbia compiuto una certa azione personalmente o meno. Ubi commoda, ibi incommoda.

ILVA di Taranto (e non solo di Taranto). Decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. La produzione a rischio. Molti personaggi della società, della politica e dell’università indagati o arrestati.  Da anni. La cosa durava da anni. Oggi le mancanze di chi ha agito, ha omesso di agire o avrebbe dovuto agire diversamente o controllare diversamente stanno generando danni enormi. A tutti i livelli. Orbene, la responsabilità penale è personale. Quella economica no. Le istituzioni che avrebbero dovuto controllare e intervenire devono essere chiamate responsabili dei “danni patrimoniali “ alla produzione nazionale e ai lavoratori. Salvo rivalersi sui più diretti responsabili.

Posso testimoniare di persona. In una SpA mista pubblico-privata un operaio, superato inconsapevolmente lo sbarramento di recinzione, cade da un solaio (un pavimento, per intendersi) e precipita al piano sottostante. Pochi metri, ma sul cemento. Quasi moribondo. L’autorità esamina immediatamente le posizioni e le azioni del Presidente, del Direttore dei Lavori, del Responsabile della sicurezza, del Capo cantiere. Inoltre verifica il posizionamento e la tenuta della barriera di sicurezza. Tutto risulta essere stato fatto secondo la legge da parte di tutti. Nessuno viene incriminato.

Ora mi domando: se tutto ciò accade per il caso di un singolo incidente, quanto maggiore avrebbe dovuto esser l’attenzione dei preposti al controllo nel caso ILVA? Lo Stato ha mancato. Direttamente o tramite i suoi organi. Lo Stato deve pagare. Subito. Potrà poi esercitare la rivalsa sui diretti responsabili. Infatti non possiamo permettere che si giochi a scaricabarile o a nascondino, non possiamo scaricare il peso (economico) di questo scempio sulle spalle dei lavoratori, i quali hanno lavorato in ambiente malsano ed ora, a causa di quel tipo di ambiente, resterebbero senza lavoro. Cornuti e mazziati. No. Non può essere.

Occorre “risalire lungo la catena delle responsabilità” penali e civili. La risposta non può essere la chiusura degli impianti. Se necessario, che gli impianti, anzi, la società, sia espropriata agli attuali proprietari ad un prezzo al netto del costo delle sospensioni/interruzioni del processo industriale, dei costi del risanamento ambientale e dei risarcimenti alle persone già purtroppo danneggiate dall’inquinamento prodotto dalla loro società.

A mali estremi, estremi rimedi. Inoltre, varrà d’esempio per il futuro. The rest are details …

P.S.: apprendo che Hollande per evitare licenziamenti della Peugeot, le ha aperto una linea di credito di 7 miliardi di euro con una opzione a trasformare il proprio credito in aumento di capitale, cioè in azioni della società, al fine di diventarne azionista a tempo e di rimettere successivamente in borsa le azioni non appena passata la crisi. Pare che analogo intervento Hollande  stia effettuando nel settore dell’acciaio francese.


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