ABBIAMO BISOGNO DI PIU’ EQUITA’ FISCALE E DI PIU’ EUROPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Dicembre, 2012 @ 9:20 am

Detto altrimenti: Altrimenti? Altrimenti  i singoli Stati Europei non ce la faranno, anche quelli che fabbricano le Volkswagen

Visione di insieme e percezione sensoriale. Ogni persona, ogni famiglia, ogni categoria di persone, ogni “casta”, ogni comunità comunale, ogni comunità regionale, ogni comunità statale, ogni comunità continentale, man mano che si “sale” nella scala dimensionale, ha sempre di meno la percezione sensoriale dei singoli bisogni e sempre di più la visione d’insieme dei bisogni del sistema.

Il soddisfacimento da parte di un certo numero di persone dei bisogni individuali avvertiti a livello di percezione sensoriale, ammesso pure che ciò oggi sia possibile, non risolve i problemi di fondo percepiti da chi si sforza di avere una visione d’insieme dei “bisogni collettivi”.

Il Presidente Monti afferma: “È giusto abbassare la pressione fiscale, ma ciò oggi non è possibile”. Mi permetto di suggerirgli (quale presunzione la mia!) un passaggio attuabile subito, intermedio fra l’abbassare e il non abbassare tale pressione: la rimodulazione della scalettatura delle aliquote, alleggerendo i livelli inferiori e aggravando i livelli superiori. Alleggerendo il fisco sul lavoro e sulle case d’abitazione e aggravandolo sulla finanza e sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari.

 

Mi spiego meglio. Perdiamo un settore a caso: la crisi del mercato delle automobili. Se alleggeriamo la pressione fiscale sulla grande massa di chi ha redditi medio bassi, mettiamo in grado un gran numero di persone di cambiare l’auto e il settore riparte. A fronte di questo alleggerimento fiscale, aumentiamo la tassazione a chi guadagna, ad esempio, oltre un milione di euro l’anno. Infatti costui più di tanto non potrà né avrebbe potuto consumare. In other words, la ripresa può avvenire solo grazie ai consumi del ceto medio basso, non crto grazie ai consumi della elite dei milionari (sempre che si dia per scontato che occorra puntare sulla ripresa di “questo” modello di crescita, il che non è detto che debba essere!)

Dice … vabbè, ma che c’azzecca l’Europa con tutto ciò? C’azzecca, c’azzecca … perché se la tassazione dei ceti milionari non fosse uguale in tutti i Paese Europei, i capitali fuggirebbero verso i paesi più appetibili fiscalmente.

Dice … vabbè, ma anche se ciò avvenisse, resterebbero sempre i paesi extra europei paradisiaci sotto il profilo fiscale. Rispondo: intanto facciamo l’Europa, e non ci fasciamo la testa prima di esservela rotta, affrontiamo i problemi in ordine, man mano che si presentano …

Infatti, fatta l’Europa, occorre anche un accordo “intercontinentale” (quanto meno fra i due continenti che si affacciano sulle sponde del nord Atlantico) per redigere una sorta di boicott list, di sanzioni contro tali paesi “fiscalmente disinvolti” e contro i loro “clienti”.

Dice … belle parole, ma si tratta di utopie. Rispondo: a parte che nella Vita occorre avere utopie, non possiamo stare fermi “ad aspettare”. Come ci ha ricordato il Vangelo di Luca di ieri, all’approssimarsi dello scatenarsi delle forze della natura ( e divine) occorre stare all’erta, alzare la testa. Ecco, alzare la testa, usare la testa e quello che c’è dentro, cioè il cervello, la mente, l’orgoglio, la coscienza di sé. Mai cedere al catastrofismo, al pessimismo cosmico, al “tanto nulla cambierà”. L’umanità è uscita da catastrofi storiche ben peggiori. Usciremo anche da questa. Solo cerchiamo di limitare al massimo gli “effetti collaterali”. Evitiamo una nuova, moderna, cruenta ed inutile “strage degli innocenti”:  già 40.000 famiglie italiane hanno dovuto abbandonare la propria casa perchè non più in grado di pagare le rate del mutuo.