LA COSTITUZIONE SECONDO BENIGNI ( e secondo tutti noi!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2012 @ 7:36 am

(Dopo alcuni post “brevi”, questo è “lungo” … “maccone” fa uno a farlo corto, su questo argomento, dico io? Comunque, per chi ha fretta, per chi deve uscire a far le compere natalizie, due sottolineature fondamentali: la nostra Costituzione prevede auto limitazioni della sovranità statale in favore della nostra comune Europa e promuove le autonomie locali, fra cui la nostra trentina, ovviamente!)

Detto altrimenti: Italia, un Paese di sana e robusta Costituzione

Many years ago, ho studiato giurisprudenza. Uno dei primi esami, Diritto Costituzionale, sul testo del Cerruti. La Costituzione … recentemente ne ho ripreso in mano il testo in tre occasioni: per leggermene una edizione curata da mia figlia; in occasione della lettura di un libro di Don Gallo (“Di sana e robusta Costituzione”, appunto); in previsione della trasmissione televisiva di ieri sera, “I 12 principi fondamentali” illustrati da Roberto Benigni (bravo!).

Un’opera d’arte. Ecco come è apparsa ieri sera la nostra Carta Costituzionale. Benigni in alcuni passaggi l’ha definiva “poesia”. A me pareva anche “scultura”, una scultura michelangiolesca, possente, armoniosa, che ti cattura lo sguardo e ancor di più rapisce i sentimenti: soprattutto la consapevolezza e l’orgoglio di essere Italiano. Italiano, sostantivo, non aggettivo, con la “I” maiuscola quindi.

Passato l’attimo (anzi, l’oltre ora e mezza) del “rapimento”, torniamo con i piedi sulla terra e facciamo qualche riflessione. Ma se le cose stanno così, come è possibile che accada ciò che è accaduto, ciò che sta accadendo e ciò che speriamo cessi di accadere? Mi riferisco al malcostume, alla trasformazione della res publica in res privata, alle “violazioni di fatto” del dettato costituzionale. Già perché la Costituzione è una norma valida, in quanto statuita dagli organi legittimamente preposti alla sua emanazione, ma troppo spesso inefficace, cioè inapplicata (per mancanza di una sanzione).

Maccome? Direte voi … esiste pur sempre una Corte, la Corte Costituzionale, la quale ha appunto il compito di sorvegliare e di cancellare leggi eventualmente in contrasto con la Costituzione. Non basta, dico io. Infatti se una legge espressamente viola la carta costituzionale, essa viene cancellata. Va bene. Ma se lo Stato non rimuove gli ostacoli … se non garantisce il lavoro a tutti, se non … se non … se non attua tutto ciò che la Costituzione “auspica”? Auspica appunto, prevede, stimola, prescrive … ma qual è la sanzione (e a carico di chi) se molta parte di ciò non è realizzato?

Talvolta si pecca. Con “pensieri, parole, opere ed omissioni”. La Costituzione ci difende soprattutto dalle “opere peccaminose”, cioè da leggi anticostituzionali. Molto meno, o quasi niente, dalle “peccaminose omissioni anticostituzionali”, cioè non ci difende dal fatto che spesso “qualcuno non faccia ciò che dovrebbe fare”.

B. Russel: più che Europeista, più che Autonomista!

Come si rimedia? Occorre fare leva sulla serietà e sulla onestà intellettuale (e non solo intellettuale) di chi le leggi le “fa” e di chi le “applica”; sul senso di “appartenenza allo Stato” di tutti noi; sulla nostra capacità e volontà di indignarci, di scendere in piazza (pacificamente e senz’armi, per carità!); sul nostro senso di essere cittadini attivi, che vanno a votare, altro che “i politici sono tutti uguali, io a votare non vado”. E poi occorre invertire l’attuare rapporto “autorità re – cittadino quasi suddito” (si legga Bertand Russel) e farlo diventare “Cittadino re, non suddito, mandante – suoi amministratori mandatari”.

Talvolta poi la stessa Corte Costituzionale è in imbarazzo: viene stabilita per legge una tassa del 5-10% a tutti i redditi superiori a x, qualcuno impugna la legge per incostituzionalità affermando che poiché la “legge è uguale per tutti” la tassa avrebbe dovuto essere applicata a tutte le fasce di reddito, e la Corte accoglie il ricorso: tutti i giudici (anche quelli della Corte Costituzionale) con retribuzioni tassabili sono “salvi”. Ecco, la legge è uguale per tutti. La Costituzione è salva (o violata?). Ma allora, sulla base dello stesso principio, sarebbe anticostituzionale anche la scalettatura differenziata delle aliquote fiscali. Ecco, vedete bene che una cosa è la teoria, altra la pratica.

Una mia fissazione: la separazione dei poteri. Anche questo è una dettato costituzionale. ma di fatto, oggi, le leggi le “fa” il Governo, non il Parlamento. La fiducia al Governo spesso viene raggiunta con i voti di Parlamentari che sono anche Ministri e che quindi “votano la fiducia a se stessi”. Gli emolumenti dei Parlamentari sono decisi dai … Parlamentari stessi!

Io sono contro il gioco d’azzardo. Tuttavia un gioco, il poker, una cosa ce la può insegnare: nessuna “scala reale” è sicura di vincere, tutte possono essere vinte. Infatti la scala massima vince la media che vince la minima che vince la massima che vince la media e così via;

la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi previsti … ma poi, attraverso il porcellum, la sovranità appartiene ai partiti, anzi al capo di ciascun partito;

e poi,  le scatole cinesi… attraverso meccanismi perversi chi ottiene la maggioranza relativa degli Italiani votanti afferma e si comporta come se avesse ricevuto il mandato dalla maggioranza assoluta degli Italiani esistenti!

Chi non può spendere a suo piacimento denaro pubblico, lo trasferisce ad una fondazione la quale è molto più “libera” di spendere;

chi riceve denari pubblici, si accorge che “glieli stanno rubando” solo quando il furto ha superato i dieci milioni (?)

le banche sono spa private e quindi possono pagare stipebdi stratosferici ai loro super manager … ma e poi vanno male i soldi glieli diamo tutti noi … ma allora … sono private o pubbliche?

Chi non ha più finanziamenti pubblici, si vota dassè (toscanismo, da lui stesso) una legge che gli garantisce rimborsi spese anche a fronte di spese non effettuate o non documentate;

spending review per alcuni si e per i super stipendi no: nostri funzionari pubblici pagati il triplo rispetto agli analoghi colleghi europei e statunitensi;

ci siamo inventati i “diritti acquisiti” ma nulla diciamo dei “doveri anche soverchianti l’individuo, acquisiti anch’essi;

di fronte ai reati compiuti dagli “azionisti dell’acciaio” lasciamo che il problema si riduca a “sacrificare i posti di lavoro o la salute pubblica”;

Come vedete c’è ancora molto da fare. Nel frattempo mi permetto di sottoporre all’attenzione del lettore alcune proposte:

 • alle prossime elezioni, andiamo tutti a votare. Tutti, mi raccomando!

 • stabiliamo un sistema che sanzioni il mancato rispetto non solo formale della legge (soprattutto di quella costituzionale) ma anche dello spirito della legge (soprattutto di quella costituzionale);

 • ai nostri politici, chiediamo non solo il “programma elettorale” cioè quello che serve a loro “per essere eletti” ma anche il “programma di governo” quello che serve a noi per essere governati bene, con priorità e peso specifico dI ogni intervento ben individuato: cioè, ad esempio, viene prima l’acquisto dei caccia bombardieri (10 miliardi + altri 20 per la gestione: ma la Costituzione non dice forse che ” l’Italia ripudia la guerra …?) o l’investimento su scuola pubblica, università pubblica, ricerca, sanità e occupazione?

 • stabiliamo che l’onestà o c’è o non c’è e pertanto che non si può essere onesti fino a due anni di carcere ed essere disonesti solo oltre quel limite;

.  reclamiamo la creazione di una Procura Nazionale Anti Scandali. Primo piano di interventi: le segnalazioni del programma televisivo  Report;

 • traduciamo la Carta Costituzionale di ogni paese della UE in tutte le lingue dell’Unione e lanciamo un concorso aperto agli alunni delle scuole di tutta l’Unione sul tema: “Nel percorso verso gli Stati Uniti d’Europa, quali conclusioni traete dal raffronto delle singole Costituzioni degli attuali Stati Europei?”