IL PRESIDENTE NAPOLITANO: “CHI HA DI PIÙ, PAGHI DI PIÙ”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2012 @ 6:55 am

Detto altrimenti: una patrimoniale? Proviamo a far due conti (nel frattempo: ISTAT 19.12.2012: 30% della popolazione italiana a rischio povertà)

 

L’indebitamento pubblico (2.000 miliardi di euro) continua a crescere per tre motivi:

1. gli effetti delle manovre già effettuate si vedranno nel medio periodo;

2. la Regione Lazio ha ridotto da 30 (trenta!) a 5 (cinque!) le auto blu a disposizione dei 70 (settanta!) consiglieri, ma non sa come fare a “ridurre” i 23 (ventitre!) autisti. Quante altre situazioni del genere esistono in Italia? Quanti altri autisti con turni di 12 ore che quindi lavorano solo 3 giorni alla settimana e quindi hanno il tempo di fare anche i Consiglieri Comunali e gli Assessori in paesi della cintura romana? (Fonte: Corsera 14 dicembre 2012, pag. 15);

 3. le riforme non sono ancora completate.

Ed allora, che fare? Proseguiamo con le manovre, con la spending review, ma nel frattempo abbattiamo il debito pubblico con una patrimoniale sui redditi alti. Come? Con una patrimoniale. Provo ad indicare un metodo.

Corsera (citato) informa che Bankitalia ha calcolato che la ricchezza dei privati ammonta a €8.619 miliardi e che il 10% della popolazione ne detiene la metà. Nulla si specifica circa la ulteriore scalettatura, per cui i numeri che andrò a scrivere sono solo ipotesi, indicano solo un metodo (nessuno si allarmi!). Supponiamo quindi, esclusivamente a titolo esemplificativo, che, nella applicazione di una patrimoniale le cose possano essere organizzate come segue.

Se le fasce di popolazione rappresentanti rispettivamente il 10, 20, 30 40 % della popolazione stessa posseggono rispettivamente il 50, 25, 15 e 10% della ricchezza privata, e le prime tre classi vengono gravate rispettivamente di una patrimoniale del 30, 10 e 5%, queste tre classi pagheranno allo Stato rispettivamente 1.292, 215 e 64 miliardi di euro e il debito pubblico si ridurrà da 2.000 a 426 miliardi di euro. Gli interessi annui a carico dello Stato si ridurrebbero da 80 a 20 miliardi.

La mia è solo l’indicazione di un metodo, dicevo (e di principio, però, anche). Quindi non vi preoccupate: lo so che le aliquote dell’esempio sono “feroci”. Infatti si potrebbe pensare di ridurre il debito pubblico non “a” circa un quarto dell’attuale, ma “di” circa un quarto, ed allora le aliquote sarebbero molto più digeribili, anche perché la ricchezza privata non è tutta liquida: vi sono oro, gioielli, opere d’arte, immobili, etc.. (per inciso: Hollande ha tassato al 75% i redditi oltre un milione di euro. Lo spread francese è circa 70. Il nostro … 370?). Comunque sia, impostatevi voi stessi un foglio excell: potrete formulare a piacimento molte simulazioni. A me interessava impostare il metodo e porre il problema. Eccolo:

Problema

Posto che un Paese ha un debito di 2.000 miliardi di euro e che il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza privata, pari complessivamente a circa 8.700 miliardi di euro, spieghi l’alunno perché questa fascia di popolazione dovrebbe farsi carico della maggior parte del risanamento dei conti pubblici. Nell’organizzare la risposta l’allievo non tenga conto delle disponibilità costituite in modo riservato all’estero da quello stesso 10% di popolazione.

 

Soluzione di Pierino

“Chi” ha accumulato tanta ricchezza lo ha fatto all’interno di un Sistema Paese che per esistere come tale, cioè come ambiente entro cui egli ha operato, si è indebitato. Qualcuno poi ha direttamente prelevato ricchezza, che è passata dallo Stato a lui: mi riferisco ai superburocrati sttapagati e a supermanager pubblici  privati ma di società sovvenzionate dallo Stato. A parte costoro,  quella ricchezza è stata accumulata anche grazie ai cittadini di quel Paese, che erano  clienti di quel “chi” che nomino all’inizio della mia risposta. Quindi “chi” ha accumulato tanta ricchezza può a buona ragione essere chiamato a restituirne una parte al Sistema Paese entro il quale egli ha prosperato. E ciò, fra l’altro nel suo stesso interesse. Infatti, se non altro, se quel Sistema Paese sopravvive, egli stesso potrà un domani continuare ad operarvi e a guadagnare ulteriormente, a valere sui prodotti che egli continuerà a produrre e che verranno acquistati e consumati dalla massa della popolazione del Sistema Stato in questione. Una alternativa potrebbe essere quella di continuare a prelevare imposte a carico della classi più povere: infatti i poveri “possiedono poco ma sono tanti”. Solo che al popolo che non ha pane non si può dire che “mangi briosche”. E’ pericoloso, come ci insegna la storia (francese, 1789).

Interviene un insegnante: “Ma, Pierino, quel “chi” può spostare all’estero la sua attività“.

Risposta di Pierino: “Signora Maestra, quello che ho descritto succede anche all’estero. E’ solo questione di tempo: o cambiamo sistema d’agire  oppure  i Sistemi Stato, tutti, prima o poi scoppiano. Una volta ce la saremmo cavata con una bella guerra. Di quelle “serie”, “vere”, dichiarate ufficialmente (quella si che era “civiltà“, mica come oggi … che quando non sappiamo come evitarle e classificarle le guerre … le ignoriamo). Oggi? Oggi  ciò non è più possibile perchè sarebbe solo anticipare la fine. Per tutti, vincitori e vinti”.

Che voto dare a Pierino? Lascio decidere ai lettori.

(Continua nel prossimo post)