DORMIRE ALL’ADDIACCIO, IN AUTUNNO, A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2012 @ 2:17 pm
Senza parole, si resta senza parole …

In autunno, già, perché l’inverno comincia domani, 21 dicembre. Ah, bè … se siamo in autunno … non è poi così grave … peccato che la temperatura notturna non lo sappia e scenda abbondantemente sottozero.

Il freddo. Io ne ho provato di due tipi, quello cittadino e quello sportivo.

Quello cittadino, quando ero ragazzino, a Genova, in inverno. Era l’immediato dopoguerra e Genova, si sa, è una città di mare, spesso di fanno i bagni sino al 12 ottobre … talvolta, però, è nevicato in aprile. In estate poi, quando al caldo si accompagna la “maccaia” (umidità quasi al 100%!), vacci a capire! Ma stavamo parlando di freddo, non di caldo. Infatti in inverno, quando soffia la tramontana, tu che eri figlio del dopoguerra e non eri (ancora) attrezzato (anche da montagna), quando arrivavi a casa avevi le mani screpolate, le orecchie rosse rosse e i piedi ghiacciati!. E poi, quando andavi a passare il Natale dai nonni, in Toscana, vicino a Montalcino. Il “peggio freddo” (toscanismo) era la notte di Natale, a Messa. Riscaldamento in casa? Certo, nel “canto del foco”, quando il foco è acceso. E a letto? Si metteva “il prete” cioè un piccolo braciere all’interno di una intelaiatura di legno.

Boccadasse, un quartiere di Genova

Tanti anni dopo ho provato il freddo “sportivo”. Stavamo scalando una parete nord, di ghiaccio, nelle Alpi Apuane, con la Scuola di alpinismo del CAI di Genova. Le Apuane, direte voi, a due passi dal mare, che volete che sia … Eppure, la nord del Pisanino, provare per credere, 1000 metri di dislivello di ghiaccio! Cose simili le trovate solo sul Monte Bianco. Dunque, si diceva … tante cordate sulla stessa via. Abbiamo dovuto “fare la coda” aspettare ilnostro turno … fermi … per quanto? Un’eternità. E quando siamo ripartiti, per riuscire ad afferrare gli appigli abbiamo dovuto toglierci i guanti. A mani nude … c’era chi piangeva …

Il Pisanino (m. 1946) – La cresta

Ecco i miei due “freddi”. Tuttavia non erano accompagnati dal freddo dell’anima, dal freddo dell’abbandono, dell’indifferenza degli altri nei miei confronti, nei confronti di chi (e sono circa 150 persone) ieri sera e questa sera e tante altre sere ha dormito e dormirà all’addiaccio.

Questo terzo tipo di freddo è peggiore dei primi due.

So per certo che negli ambienti pubblici ed ecclesiastici, all’interno delle varie organizzazioni umanitarie, si esamina, si discute, si valuta … ma nel frattempo, non si agisce. “Dum Tridenti consulitur …”

Giorgio La Pira

Mi viene in mente Giorgio La Pira. Stava assegnando case popolari secondo criteri di equità. I suoi gli fecero notare che la legge prevedeva altri criteri. Lui rispose: “Io assegno le case e da questa sera la gente dorme al riparo. Voi andate a cambiare la legge”.

Che questo mio scritto possa servire a far decidere in fretta?

Buon Natale a tutti!

P.S. del 23 dicembre 2012: Evviva! A Rovereto è stata inaugurata la casa dormitorio “Km. 354”. Un esempio di welfare dal basso, realizzata da Arnaldo, un senza tetto, più tanti volontari, senza un euro di denaro pubblico, ma con il contributo di imprenditori e artigiani lagarini.