VERSO UN SECONDO RINASCIMENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2013 @ 6:58 am

Detto altrimenti: usciamo dalle tenebre dell’attuale secondo Medio Evo!

Improvvisamente ci siamo riscoperti “medievali”. Il Medio Evo, nella comune accezione, ha un significato negativo. Le forti differenze delle classi sociali; la divisione in tanti statarelli o regioni; l’arroganza dei diritti acquisiti delle numerose caste; la povertà dei tanti titolari dei doveri acquisiti; la debolezza verso l’esterno e l’estero; una spiritualità esasperata e spesso distorta; una religione politicizzata; il rogo per le streghe, gli eretici, i diversi, i troppo colti pericolosi intellettuali che pretendono di diffondere il Vangelo in lingua volgare, tale che possa essere compreso da tutti.

Poi, quelli di noi più colti, più attenti, più “studiati” ci spiegano che il Medio Evo storico è stata “fucina”, “incunabolo” ( si dice così) del germe dal quale poi è nato lo splendore del Rinascimento.

Anche oggi infatti fra di noi vi sono streghe ed eretici. Sono coloro che provano a vedere, a capire cosa si nasconde dietro il velo della miriade di “particolari” per i quali i Signori della Guerra (politica) scendono in campo ad affrontarsi in duelli senza (apparente) esclusione di colpi, mentre le folle, ammirate, intimorite, affascinate … stipate ai bordi dell’arena della vita, stanno a guardare e a tifare per l’uno o per l’altro contendente. I Signori della Guerra. Come sono divenuti tali? In quell’altro Medio Evo pare siano stati, originariamente, capi militari che, stanchi di errare combattendo, sono diventati capi di milizie territoriali e si sono promossi nobili. E gli indigeni, incapaci di opporsi a tali manipoli e ancor di più alle continue scorrerie esterne, si sono consegnati loro, diventandone sudditi, in cambio della garanzia di un minimo vitale – ma proprio un minimo – di garanzia di sopravvivenza.

Oggi, i novelli Signori sono eredi di una stirpe che ha ripudiato il lavoro della terra, il commercio, la pastorizia, l’artigianato, la cultura per dedicarsi ad un diverso tipo di attività: la coltivazione di una pianta particolare, il “Potere”.

Ma ora come allora, gli aspetti negativi di un periodo di crisi stanno funzionando quasi come un vaccino: un po’ di malattia stimola in te la reazione che fortifica il desiderio, la capacità e la forza per migliorare, guarire, ri-nascere.

Nel pieno dell’agone politico, iniziamo a sentire che la crisi starebbe per finire, anzi … no, il peggio deve ancora venire, occorrerà un’altra “manovra correttiva”, un altro impoverimento di molti per consentire ai soliti pochi di continuare ad “essere ricchi” (ecco, ci siamo, se la pensi così sei un invidioso comunista). E invece no. Questa volta la folla comincia a nutrire i primi, forti dubbi – il re è nudo! – la folla, dicevo, abbatte le transenne dell’addormentamento mentale, esce dal recinto entro il quale era stata costretta e imprigionata la sua intelligenza e interrompe i giochi di guerra. Ferma i contendenti, li fa scendere da cavallo e chiede loro di riservare le proprie energie per combattere vincere la guerra vera che minaccia la comunità: quella fra un nuovo Medio Evo deteriore che – a difesa delle caste del privilegio – vuole sopravvivere a se stesso difendendo una tradizione che conserva la cenere sotto la quale non c’è più alcun fuoco; e un Nuovo Rinascimento che al contrario lotta per la nascita di una Nuova Civiltà, per un Nuovo Modello di Crescita, che vuole far divampare nuovamente  un grande fuoco  dalle braci che covano, ancora ben vive, sotto la cenere dei propri bracieri. La folla è schierata e chiede loro di schierarsi. Ma seriamente, non per gioco.

Una campana! … Che è? Si chiamano a raccolta le genti? Chi ha un ferro l’affili? No, è solo la mia sveglia … mi ero dimenticato di silenziarla … il mio sogno viene bruscamente interrotto. Mi alzo e – ancora in vestaglia – lo ritrascrivo sul mio blog … prima che vada perso.