ILVA: SUMMA LEX, SUMMA INIURIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2013 @ 5:20 pm

Detto altrimenti: (cioè tradotto in italiano) quanto più è perfetta una legge, tanto maggiore sarà il danno ingiusto che potrà recare danno ad alcuni …

Il latino, che lingua! Quattro parole … e noi diciotto! Ma veniamo alla sostanza.

Fabio Riva, il proprietario dell’ILVA

ILVA. Il GIP non dissequestra le merci pronte per la vendita. Glie lo impone l’applicazione puntuale della legge,  della summa lex … cui fa seguito la summa iniuria!

La legge. Troppo spesso fatta per dividere e non per unire. Per dividere chi se ne esce pulito e a fine mese riceve il suo stipendio, da chi a fine mese rischia di non a riceverlo. Legge fatta per deresponsabilizzare qualcuno e non per risolvere i problemi. Come in questo caso. Questa è la legge. Io la applico e sono a posto. Non mi espongo ad alcun rischio. Il resto non è affar mio (osservo: ma nei decenni precedenti, te, judice, quid fecisti? Che cosa hai fatto?)

Il Sindaco di Firenze Giorgio la Pira stava assegnando le case popolari secondo criteri di equità. Gli fecero osservare he la legge prevedeva criteri diversi. Rispose: “Io assegno le case. voi andate a cambiare la legge”.

Oggi ci vorrebbe un novello La Pira, che dissequestrasse le merci, anche a rischio di esporsi personalmente. Ed un legislatore che cambiasse la legge.

Già, direte voi, fai presto a parlare tu! Eh no, cari miei, io mi sono esposto quando è stato il mio turno, e come! Ero responsabile di una SpA mista pubblico-privata che costruiva un parcheggio interrato. La zona interessata dagli scavi era fra quelle considerate come potenzialmente esposte al rischio di ritrovamenti di residuati bellici (bombe, mine), ed allo stesso tempo considerata potenzialmente “archeologica”. Le legge statale sullo sminamento prevedeva una serie di trivellazioni esplorative peraltro non ammesse dalla legge provinciale a tutela dei possibili reperti archeologici. Quindi tutti fermi a meno che. A meno che cosa? A meno che il responsabile della SpA (io) decidesse di provvedere agli scavi “con estrema cautela” assumendosi in proprio la responsabilità di eventuali scoppi di ordigni inesplosi. Oggi il parcheggio è realizzato. Scoppi non ce ne sono stati. Mi è andata bene. Ma quelle leggi … vi paiono giuste? Leggi mirate ad escludere la responsabilità di alcuni (gli stessi legislatori, gli amministratori locali), di individuare comunque un capro espiatorio e non di evitare eventuali gravi danni.

Mi pare di cogliere una analogia con la “Situazione ILVA”. Anche in questo caso occorrerebbe l’iniziativa di un potenziale “capro espiatorio” che agisse a (possibile) proprio rischio ma a (sicuro) beneficio di migliaia di lavoratori.

Catone il Censore (non sono disponibili in archivio foto del personaggio)

Ricordate Catone? Nell’antico Senato romano, alla fine di qualsiasi discussione sulle materie più varie, soleva aggiungere: “Ceterum censeo Carthaginem delendam esse”, ed inoltre ritengo che si debba distruggere Cartagine. Ed io dico. “Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

Ma la legge? Ah già … dimenticavo: nel frattempo va cambiata.