MALGA ZAMBANA IN PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2013 @ 5:00 pm

Detto altrimenti: venga a prendere un caffè da noi …

A la matin bonura, an fan levè …
Ch’intender non la può chi non la prova … questa vista!
East, west, Zambana is best!

Ebbene sì, rieccomi a sciare in Paganella, dove sennò? Il Bondone e la Paganella, le due montagne di Trento. Mezz’ora in auto e sei a Fai. Tre seggiovie a fila e sei in vetta, oltre 2200 metri. Un’ora da casa. Cosa chiedere di più? Chi abita a Milano impiega questo tempo solo per andare a farsi un ‘ora di tennis! Evviva il Trentino! Evviva Trento: per noi, andare a sciare è come andare al cinema o a teatro: qualche ora e poi a casa. Ogni tanto, impegni vari permettendo ( e son o tanti anche per un pensionato, giovane nonno, credetemi!), ci si ferma l’intera giornata.

Dopo alcune ore, una sosta. Fra le tante offerte, prediligo la Malga Zambana. Anche tutte le altre sono di qualità, intendiamoci … è solo una questione affettiva. Già, perché dalla Zambana si ammira il Brenta: la Cima Tosa, la Brenta Alta, il Campanil Basso, la Sentinella,  il Campanile Alto, gli Sfulmini, la Torre di Brenta, la Cima degli Armi, la Cima Molveno, la Cima Brenta. Quante volte ho scalato quelle pareti da giovane! Da anni ho smesso de “arampegar” ma l’amore è rimasto. Ed eccomi alla Malga Zambana: frequenta frequenta, si diventa “conosciuti”, ci si saluta in altro modo, meno convenzionale, si scambia qualche parola, insomma, si impara ad apprezzare anche il lato umano di chi ci lavora e ad inserirsi nella “Famiglia Zambana”.

Oggi ero con un amico di Riva, Giorgio per un caffè, anzi due. Due caffè, due piccole opere pittoriche. La titolare, ogni volta, crea, si inventa un “dipinto” nuovo e lo esegue a mano libera, direttamente sulla “tela” colore (e sapore) caffè. Dopo la sosta, gustate le due opere d’arte, via … di nuovo in pista, sino alla prossima!

Già, direte voi, ma che si mangia? Caffè? Eh no, raga: di tutto e di più, servito velocemente al tavolo! Solo che io mi “accontento” di una zuppa d’orzo, cucinata alla trentina,  che mi lascia più leggero per la prosecuzione della sciata.

Buona Zambana a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.

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