DOMANI, 11 FEBBRAIO … Patti Lateranensi & Giornata del malato (v. nota)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2013 @ 3:14 pm

Detto altrimenti: sarà che sto leggendo un libro sulla marcia su Roma …

11 febbraio 1929: Patti Lateranensi, mutuo riconoscimento fra il Regno d’Italia e la Santa Sede, negoziati tra il cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri per conto della Santa Sede e Benito Mussolini, capo del Fascismo, come primo ministro italiano.
11 febbraio 2013: Giornata del malato.

E malata mi pare oggi l’Italia, di una malattia analoga a quella che precedette la famosa marcia. No, non che stia per succedere una cosa uguale, ma analogie sostanziali ce ne sono.

La marcia “trionfale” sulla capitale. Leggete il bel libro di Antonio Di Pierro (A. Di Pierro, non A. Di Pietro … no, non è un errore del correttore automatico del computer), “Il giorno che durò 20 anni” – 28 ottobre 1922″, Ed. Le Scie Mondadori, 28 ottobre 2012. Leggetelo. Novant’anni dopo. Si lasciò, si permise, si tollerò che azioni illegali, violente, sovversive, anti democratiche (contro il demos, il popolo) venissero compiute, dilagassero, venissero ripetute, non venissero punite. Alla fine, quando ancora sarebbe stato possibile fermare l’onda nera (nera, è proprio il caso di dirlo) del bitume che inquinò l’Italia per 20 anni, da parte del re si indugiò,  poi si sollecitò il Governo a dichiarare lo stato di assedio, che poi il re non emanò sconfessando se stesso, il governo, la legalità.

E oggi? Che c’azzecca tutto ciò, direte voi? C’azzecca, c’azzecca … Oggi come allora si è tollerato per anni senza reagire che l’ILVA inquinasse; che le falde del Vesuvio venissero abusivamente edificate; che i tesorieri dei partiti politici rubassero a iosa; che i gruppi consiliari regionali (della Lombardia) accumulassero 40 milioni di denari non-spesi solo per non riversarli all’Ente Pubblico; che le società pubbliche acquisissero commesse attraverso la corresponsione di mazzette, generate con fondi neri, ed in parte ristornate al funzionario erogante; che le banche facessero cose diverse dal “fare banca” (fare banca = raccogliere risparmio ed investirlo su famiglie e imprese); che Enti Pubblici, banche, società pubbliche, assicurazioni, pagassero stipendi e liquidazioni milionarie al loro top management; che la politica fosse strapagata; che la legge fosse sì uguale per tutti tranne le eccezioni di legge che poi queste eccezioni fossero veramente troppe; etc….

No … marionette …. mai più!

La situazione che “si è venuta a creare” (da sola? Rectius: che qualcuno ha voluto creare …) lascia spazio ad un nuovo Salvatore, ad un nuovo Mangiafuoco, ad un nuovo Promettitore, miracoloso Demiurgo che promette mari di prosperità (stavo per scrivere “mari e monti, ma non quadrava con quel “monti”), un nuovo, ricco (di 8.000 miliardi di euro) Paese di B … anzi, Paese dei B … alocchi. Ma lo avete letto “Pinocchio”? Sono sicuro di si, ma rileggetelo, vi prego, ne vale la pena, è molto attuale! Avete visto come va a finire chi crede nel paese del Gatto e della Volpe e di Mangiafuoco?

Demiurgo. Nel pensiero di Platone (428/427-348/347 a.C.), dicesi demiurgo chi possiede l’intelligenza ordinatrice operante secondo un fine superiore. Oggi diciamo demiurgo chi, in forza della propria personalità, riesce a modellare gli eventi secondo il proprio volere.

Guardiamoci intorno: secondo voi esiste oggi, anzi, da circa 20 anni, una persona che è assolutamente convinta di essere un demiurgo … anzi, il DG, cioè il Demiurgo Giusto? Dio ci scampi da una nuova “marcia trionfale”. Ci bastano quella del 1922 e quella dell’Aida di Verdi!

Malato. Dice Gilberto Govi: “Quello che conta è la salute ma un uomo senza soldi è mezzo malato”. E allora, la maggior parte degli Italiani si avvia ad essere mezza malata!

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.