IL GRILLO PARLANTE, PINOCCHIO, LA VOLPE, IL GATTO, MANGIAFUOCO, LA FATINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2013 @ 6:49 am

Detto altrimenti: oggi come ieri

Carlo Lorenzini

Il 7 luglio 1831 Carlo Lorenzini pubblicò la prima puntata di Pinocchio su “Il giornale per i bambini” di Firenze. Le avventure di Pinocchio (iniziate nel paese di Collodi) hanno formato oggetto di studio da parte di psicologi e sociologi e mai come oggi sono tornate ad essere assolutamente attuali. D’altra parte non è l’unica opera letteraria ad avere questo valore attuale e permanente successo “storico”: come potete leggere da un recentissimo mio post, è di questi giorni la rilettura presso la Biblioteca Comunale di Trento delle favole di Esopo (VI° sec. a. C.), sulla cui traccia proseguì Fedro (15 a. C. – 51 d. C.). Ecco, a me piace idealmente far proseguire la tradizione dei “racconti morali” – così amo definire quelle favole – proprio con le avventure del nostro amato burattino.

Geppetto si sente solo e cerca in tutti i modi di uscire da questa sua situazione. Anche noi, oggi, o almeno molti di noi, sono “resi soli” dalla mancanza di comunicazione umana, ormai in gran parte sostituita da una informazione mediatica unidirezionale (la valanga televisiva), cioè dall’esterno verso di noi, inizialmente senza alcuna possibilità di replica. E quand’anche poi detta valanga è stata integrata dai social network e dai blog, i quali una qual certa possibilità di dialogo te la consentono, il tuo immediato “compagno” è pur sempre uno schermo, una tastiera. Geppetto invece cerca di uscire dall’isolamento usando l’ingegno e l’arte sua, da vero “poeta” (dal greco “poieo”, creo, realizzo).

Ma veniamo a Pinocchio, il burattino-bambino, il quale passa attraverso le difficili esperienze della vita, e che ai nostri occhi è diventato famoso per diversi suo aspetti, peraltro molto attuali:
• il suo raccontar bugie (non vi vengono alla mente alcuni nostri personaggi politici?);
• Il suo credere alla promesse della volpe Silv … estre e del gatto Mar ..rone;
• il suo credere nel Paese dei Balocchi, che non conosce la crisi;
• il suo diventare asinello, cioè, nella traduzione simbolica moderna del termine, animale assoggettato, remissivo e senza alcuna capacità e possibilità di reazione.

 Il grillo parlante. Quello della favola è saggio, equilibrato, parla e ascolta le risposte. Dialoga, “comunica” cioè cerca di condividere con altri il “munus” (dono) della propria saggezza, ricerca una communis actio, una azione comune condivisa. Oggi il moderno Grillo Parlante parla, solo lui parla. Gli altri devono solo ascoltare. Il Grillo Parlante di oggi non accetta repliche, non si concede al confronto. “Informa unidirezionalmente” e non “comunica”. Con il che, a causa del sistema adottato (informativo-trascinatorio e non comunicativo: di ipse dixit ne abbiamo già sopportato per due separati ventenni: del partito unico”, confesso, ho un po’ paura) rischia di perdere credibilità  anche qualche singolo contenuto che potrebbe essere  condivisibile. E della folla di marionette che segue la Volpe Silv…estre nelle piazze televisive e il Grillo Parlante nelle  piazze fisiche … che dire? Josif Brodskij, poeta e scrittore russo, premio Nobel, nel suo “Il canto del Pendolo” scrive (cito a memoria): “Non vi fidate dei bilanci bene assestati, degli eserciti bene organizzati, delle folle compatte … se non altro perché dentro i grandi numeri è più facile che si nasconda la malvagità”.

 

 

L’entusiasmo politico della gente si è “raffreddato”

La fatina turchina. Per me è la nostra libera coscienza. La nostra capacità di essere e restare noi stessi “a prescindere”, di essere “ricercatori della verità in proprio e non per conto terzi”. Ma il messaggio della nostra “fatina” ci raggiunge a patto che noi lo si sappia leggere, cioè a patto che noi non si sia analfabeti. E qui mi piace ricordare Don Lorenzo Milani, per il quale “analfabeta” non era solo chi non sapeva leggere, ma era tale anche colui che sapeva leggere e capire solo la pagina sportiva della gazzetta dello sport, non altro … men che meno poi un discorso politico o sindacale. Ecco l’analfabetismo che tutti noi dobbiamo sconfiggere, per imparare a leggere il messaggio di tutte le attuali forze (rectius, “debolezze”) politiche. Perché le definisco “debolezze”? Perché sono malate, e chi è malato è debole, non è forte. E l’attuale Grillo Parlante non è la malattia, bensì il termometro che ne sta misurando la gravità (questa non è mia, è di un politico che non nomino perchè la tromba ha  suonato il “silenzio” … pre-elettorale).

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.